Un lemma al giorno per trentuno giorni / Calendario dell'Avvento di Oz

30 Novembre 2019

Frank Lyman Baum, autore delle storie del Mago e di Dorothy, amava gli anniversari. A intervalli più o meno regolari nei suoi quattordici Libri di Oz (Einaudi) organizza per i suoi piccoli e grandi lettori feste di compleanno sontuosamente dettagliate. A essere celebrata di solito è Ozma, la principessa di Oz e ai suoi mirabolanti party lo scrittore invita sempre, nel suo bulimico amore per la promiscuità, schiere di personaggi affini o incompatibili, passati, presenti o futuri, tratti dai suoi libri e dalle sue storie, non solo quelle di Oz. A una delle feste fa il suo ingresso trionfale addirittura Babbo Natale. Ognuno di questi personaggi porta con sé un dono enigmatico, ma soprattutto l’alone esotico dell’unicità del suo mondo: la seduzione di origini inconsuete, l’ombra di un’ossessione sempre particolare, sempre irripetibile e agli altri sconosciuta. Il vero arcano di Oz è infatti che chiunque, perfino chi vi è nato, è destinato a restarvi per sempre straniero.

Cento anni fa l’ostinato autore delle storie di Oz lasciava questo mondo. Si trovava nella sua casa, in California, a Hollywood: Ozcot, il “giaciglio di Oz”, così l’aveva chiamata. La casa aveva un rigoglioso giardino di cui Baum si prendeva personalmente cura, noto a tutti per i suoi magnifici crisantemi e le splendide dalie. Nelle giornate di sole, in quel giardino, scriveva i suoi libri, tra la palma, le magnolie e il melograno. Il 6 maggio 1919, si dice, lo strano scrittore che tanto amava i fiori, i polli e i bambini pronunciò proprio a Ozcot la sua ultima frase. «E adesso possiamo attraversare le Sabbie Mutevoli». Così iniziò il suo viaggio più estremo.

 

Abbiamo deciso, con Doppiozero, di organizzare per Baum una festa lunga un mese, in tutto degna di quelle che lui preparava per Ozma. Abbiamo invitato molti amici: scrittori, poeti, pensatori, disegnatori, artisti di teatro… Sono ospiti belli e diversi: alcuni abitano lontano, altri vicino a Oz. Ognuno ci ha aiutato a dare vita e forma al nostro festeggiamento. Il gioco funziona così: l’ospite riceve una parola e risponde con una pagina, scritta o disegnata, illuminando un lato di quel prisma infinito di nome Oz. Le parole offerte sono altrettanti temi, alcuni paradigmatici, altri più misteriosi, ma non per questo meno fondativi nell’intrico vitale delle storie. Troverete, di giorno in giorno, Arcobaleno, Nostalgia, Kansas, Strega, Viaggio, Mappa, Libro della Storia… ma anche Voce, Antenate, Invisibile, Poesia, Lingua naturale, Straniera, Lontananza… Queste parole saranno come scintille che accendono pensieri talvolta lontani, lingue di mondi magari discontinui, ma intessute nello spirito amoroso e divertito dell’autore dei quattordici libri. Abbiamo voluto giocare perfino col titolo: l’idea di un calendario, laico, dell’Avvento di Oz. Dall’1 al 31 dicembre, ogni giorno, un lemma diverso ci condurrà lungo il sentiero di mattoni gialli del centennale viaggio al termine della notte di Baum.

 

E adesso che si attraversino pure le Mutevoli Sabbie di Oz!

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