Angri / Paesi e città

28 Aprile 2011

Per arrivare ad Angri, si può andare in treno, in autostrada o per le strade provinciali e statali che lo collegano a Napoli e a Salerno fin dai tempi dei Romani. Angri si trova vicino a Scafati e a Pompei, a Pagani e a Sant’Egidio del Monte Albino, e a pochi chilometri, massimo una cinquantina, dalle principali città campane (solo Benevento è piuttosto lontana). Si trova anche vicino a Torre Annunziata e a Torre del Greco, a Siano e a Sarno, dove qualche lustro fa ci fu una frana che travolse l’intero paese, a causa della quale morirono decine di persone. Percorrendo l’autostrada che porta ad Avellino, si vede ancora la montagna franata in lontananza.

 

Angri è a pochi chilometri da Nocera Inferiore, la città più grande del comprensorio dell’agro nocerino-sarnese, meta di migliaia di studenti pendolari. A Nocera Inferiore c’è l’Inps, l’Enel, un grande ospedale, e adesso c’è anche un’unica ASL che serve i paesi circonvicini, perché ormai le ASL di questi paesi sono state chiuse per la crisi dei bilanci degli enti pubblici. A Nocera è nato Domenico Rea, un grande scrittore misconosciuto oggidì, ma abbastanza noto fino agli anni Ottanta, autore di Ninfa plebea e dei racconti di Spaccanapoli, inaugurati dalla celebre storia del soldato che torna a casa e uccide la fidanzata perché scopre che l’ha tradito. La fidanzata, morendo, dice soltanto: “Maronna!”.

 

A proposito di Madonne, tra Nocera e Angri si trova Pagani, un paese particolarissimo perché molto legato ad antiche tradizioni popolari come i canti con le tammorre, ispirati dalla devozione alla Madonna delle Galline. Ancora oggi tantissimi femminielli e cantanti si riuniscono a Pagani, come a Montevergine (che però si trova verso Avellino) o a Napoli, in occasione dei festeggiamenti della Madonna delle Galline, allorché per le strade sfilano coloratissime processioni a tratti anche molto oscene.

 

Andando verso nord-est, a partire da Angri, si incontrano paesi come San Marzano sul Sarno, San Valentino e, un po’ più lontano, Mercato san Severino, località famosa nei tempi attuali perché i suoi abitanti raccolgono la spazzatura in maniera super, differenziandola fino al 70 per cento, mentre a Napoli, come è noto, ancora non si è capito come differenziarla ed è come se nessuno la raccogliesse mai. San Marzano è il paese che dà il nome al famoso pomodoro e vi si trova la pizzeria “Miracolo”, conosciuta per una pizza specialissima, sovrabbondante di mozzarella, salumi, olive piccanti e tanti altri prodotti tipici locali, opera dell’instancabile pizzaiolo Marco, dal fisico imponente e dall’aspetto di gigante buono, che fa la pizza ridendo e scherzando con tutti. Attraverso San Marzano scorre il famigerato fiume Sarno, inquinatissimo, ma cantato perfino da Virgilio, quando parla del mitico popolo dei Sarrasti: “Sarrastis populos et quae rigat aequora Sarnus” (Eneide, VII, 738).

 

Il fiume Sarno scorre anche nel centro di Scafati, che confina con Pompei ed è un paese dove c’erano le Manifatture Cotoniere Meridionali, per cui gli scafatesi dicono che loro hanno avuto una classe operaia cittadina, a differenza dei paesi vicini, che invece sono sempre rimasti legati alla realtà contadina. Il fatto di aver avuto questa grande fabbrica, sostengono gli scafatesi, li rende più civili e avanzati rispetto agli altri. E infatti gli scafatesi hanno a volte una certa aria di supponenza. Da Scafati si arriva facilmente a un altro paese confinante con Angri, Sant’Antonio Abate, dove lavorava come insegnante Silvana Albanese, una signora che una volta aveva salvato una donna marocchina da morte sicura, spingendola sul marciapiede mentre un’automobile stava per travolgerla. A Sant’Antonio Abate ci sono ancora lunghi tratti di campagna, ma vi sorgono anche diverse industrie conserviere per la trasformazione del pomodoro. Era un paese piccolo e contadino, una volta, adesso è estesissimo e pieno di traffico, con ville e costruzioni in cemento dappertutto.

 

 

Spostandosi verso sud-ovest, altri paesi piccoli, vicino ad Angri, sono i paesi di montagna Corbara e Sant’Egidio del Monte Albino. A Sant’Egidio è vissuto il famoso anarchico che somigliava a Gramsci, Ernesto Danio, che un giorno era partito per Roma in bicicletta per chiedere al capo del governo Ferruccio Parri, suo compagno di prigionia sotto il fascismo, l’autonomia per il suo Comune. Ferruccio Parri lo aveva accolto a Palazzo Chigi con grandi onori, quindi Ernesto era ritornato a Sant’Egidio, dove – dice la leggenda – arrivava prima il decreto del governo italiano per l’autonomia del comune che lui stesso in bicicletta.

 

A Corbara un tempo c’era l’acqua buona, adesso forse non più, a causa dell’inquinamento, però ancora vi si respira un’aria freschissima, di gran sollievo nel periodo estivo. Attraversando Corbara, salendo sempre più su, si arriva a Tramonti e al valico di Chiunzi, anch’esso dunque vicinissimo ad Angri, ed è questo il famoso valico attraverso cui transitarono le forze armate alleate nel 1943. Dalla sommità del valico di Chiunzi, che fa parte del comune di Tramonti, durante la seconda guerra mondiale, gli americani spararono un proiettile che colpì e uccise, a chilometri di distanza, un uomo di San Lorenzo, frazione di Sant’Egidio, mentre stava bevendo un bicchiere di vino e cantava.

 

Partendo da Angri, procedendo per pochi chilometri lungo la Via Stabia in direzione ovest, si può imboccare una superstrada che viene detta “dei comuni vesuviani” perché fa il giro dei paesi intorno al Vesuvio fino a Napoli, e questo veramente è un bel giro da fare, perché si ha l’impressione esatta di circumnavigare il Vesuvio e il monte Somma, che visti così da presso fanno quasi paura. Lungo questa strada, si può arrivare a San Giuseppe Vesuviano, a Ottaviano, a Poggiomarino e anche a Pomigliano d’Arco, dove vive ancora oggi il professore Esposito, studioso di Vittorio Imbriani, originario di questi posti, del quale Esposito possiede addirittura uno scrittoio che ha fatto restaurare. Nei paesi vesuviani c’è anche una bellissima campagna, aprica e distesa a perdita d’occhio, sempre con il celebre vulcano che fa da sfondo (e fa anche una discreta impressione, soprattutto al tramonto).

 

Molte delle cose di cui si è parlato fin qui – campagne, pizzerie, feste popolari, studiosi locali, Manifatture Cotoniere Meridionali, spazzatura, personaggi famosi, gente comune – si trovano, in realtà, anche ad Angri. Anche da Angri si vede il Vesuvio, anche per le campagne di Angri scorre il fiume Sarno, anche ad Angri una volta una donna ha salvato un bambino che stava per essere travolto da un Tir. Eppure, tutte queste cose, qui ad Angri, pare che non abbiano alcun senso o sostanza, come se nessuno riuscisse a vederle, perché nessuno mai riesce a vedere da dentro la vita così com’è, nella sua bella nudità quotidiana.

 

Per riuscire a scorgere questa nudità, non è necessario andare in capo al mondo, perché lo spaesamento costringe a uno sforzo eccessivo l’immaginazione, che deve ricostruire tutto daccapo: lo spazio il tempo i sentimenti il sapere... Basta allora spostarsi di qualche chilometro, andare in uno dei paesi vicini, fermarsi a guardare la festa della Madonna delle Galline a Pagani o i capannoni dismessi delle vecchie Cotoniere di Scafati, per accorgersi – come Alice dopo aver attraversato lo specchio – intorno a quali stupefacenti, necessarie quisquilie ruoti la vita. Nel posto dove viviamo non ci sono mai cose notevoli, mentre nei paesi vicini ci sono sempre tante, tantissime cose da scoprire, che transitano nella fantasia con agilità, una dietro l’altra, proteiformi e leggere.

 

Nessuno forse ci ha mai pensato, ma il viaggio più meraviglioso è nel paese vicino, dove salta subito agli occhi, senza clamori ed eccezionalità, la sorprendente trasparenza della banalità quotidiana.

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