Giorni neri. Nazisti greci

7 Gennaio 2014

1. Un'alba livida

 

Il libro di Dimitri Deliolanes, Alba dorata, Fandango 2013, mostra con puntualità e documentazione di rara efficacia che nuovi nazisti sono tra noi, in Grecia e con i migranti nel ruolo degli ebrei. Sono neonazisti post-moderni che compendiano l'intero repertorio di fenomeni correlati alla cultura di destra; la loro presenza è urticante e inaccettabile. Dato il successo elettorale che hanno avuto nella Grecia devastata dalla crisi, una crisi interna e economica aggravata dalle scelte punitive prese dall'UE, la cosa dovrebbe interessare tutti. Tanto più che non poche sono le analogie con Italia: lì succedono in estremo cose che qui succedono in misura minore o che potenzialmente potrebbero accadere.

 

Scrivono cose di questo tipo: «Siamo tornati, inquadrati negli Ordini Neri dell’Inferno / E avanziamo seguendo le tracce di Prometeo / Lucifero illumina il nostro cammino». I loro candidati dichiarano apertamente i loro piani per gli immigrati: «Siamo pronti ad aprire i forni e farci il sapone. Sapone per lavare le macchine e i marciapiedi. Ci faremo le lampade con la loro pelle e con i denti i komboloi da vendere ai turisti a Monastiraki».

 

Il loro leader Nikolaos Michaloliakos in ogni occasione stende la mano nel saluto fascista, “l’antico saluto spartano, l’onore che gli ariani rendevano al dio Sole”. Nato nel 1957, figlio di militari, è attivo già negli anni settanta in un gruppo che si richiama al fascismo greco di Metaxas. Coinvolto in attività terroristiche e radiato dall'esercito per furto di esplosivi, è stato in prigione. Nel 1980 fonda la rivista «Alba dorata», Chrysi Avgi, che pubblica testi di Hitler e dintorni, Rosenberg, Degrelle, Colin Jordan. Ha avuto contatti con dirigenti di Ordine Nuovo in fuga dalla giustizia italiana.

 

 

I militanti del gruppo storico, che ha assorbito nel tempo diversi esponenti della destra radicale, posseggono armi da guerra, esplosivo, detonatori e ordigni già pronti all’uso. Ad Atene, ma anche nelle provincie e nelle isole, i giovani militanti con le magliette nere e il nome dell’organizzazione stampato in caratteri finto-antichi, girano di giorno e notte: di giorno a piedi, di notte in motorino e gridano “sangue, onore, alba dorata”. Aggrediscono gli immigrati, albanesi, afghani, pakistani, russi, kurdi, cinesi e arabi. Devastano banchetti nei mercati, danno fuoco alle moschee, investono gli immigrati con le macchine. Sono presenti ovunque ci siano disordini e lì sono a fianco delle forze dell’ordine.

 

Aggrediscono i candidati nemici, in particolare di Syriza – l'opposizione di sinistra in grande crescita, il secondo partito per voti nel 2012 con il 17% – in pubblico come in televisione. Per le strade arrivano a uccidere, come nel caso del rapper antifascista Pavlos Fyllas (aka Killah P), alimentando scontri con le frazioni dell'antagonismo sociale, molto forte in Grecia, in particolare gli anarchici più radicali e violenti.

 

Il 60% della polizia starebbe dalla parte di Alba dorata e il partito ha una sfarzosa sede di quattro piani nel centro di Atene, vicino al Ministero dell’ordine pubblico, alla Scuola di polizia e alla sede dei servizi segreti. E, in un quadro da manuale nella storia dell'eversione nera, sono note al giornalismo d'inchiesta «connessioni operative e finanziarie tra il gruppo fascista e la criminalità comune, greca e straniera».

 

I loro militanti diventano deputati e hanno curriculum per così dire coerenti: esperti di street fighting e armi, provengono da palestre e da curve, da gruppi nazirock o black-metal, dalla criminalità organizzata. Chiedono di “minare le frontiere”, di “invadere l’Albania del sud”, di affondare “le navi turche che imperversano nell’Egeo, con clandestini a bordo e anche senza”, di proclamare l’annessione di Cipro alla Grecia.

 

Tributano onore al “grande riformatore sociale” Hitler, al fascismo greco di Metaxas e alla dittatura militare del 1967, il regime dei colonnelli; scelgono nomi che richiamano i collaborazionisti della seconda guerra mondiale, come l'organizzazione X voluta dalle SS in funzione anti-partigiana. Si rifanno volentieri alle “battaglie eroiche della Nazione” in genere: il conte Dracula, Vlad l'impalatore di ottomani; gli opliti corinzi nemici dei cartaginesi; la spedizione greca in Asia minore negli anni 1919-1922.

 

Vanno a Predappio ma ignorano l’aggressione di Mussolini alla Grecia nel 1940. Frequentano i raduni di Skinhead italiani, che giudicano incoerenti e poco attivi. Hanno rapporti in Italia con Forza Nuova, con cui condividono “obiettivi, come la difesa dell’identità nazionale, il problema dell’immigrazione, la lotta contro i centri di potere finanziari”. A Trieste nel 2012 è nata l'organizzazione italiana Alba dorata, stesso nome e stesso simbolo, con militanti che vengono da Forza nuova e Lega nord. Altri amici di area sono Jeunesses nationalistes révolutionnaires in Francia, il Ku Klux Klan negli Usa, il Nationaldemokratische Partei Deutschlands in Germania.

 

Il loro simbolo è il meandro che ricorda la croce uncinata, la versione finto-greco-antica della svastica che pare riproduca il simbolo sullo scudo del corredo tombale di Filippo II di Macedonia, il padre di Alessandro, altro venerato punto di riferimento. L’Atene di Pericle e la logica di Aristotele invece non rientrano tra le loro priorità: condannano il “vile progetto di mondializzazione descritto nei Protocolli dei Savi di Sion” che la globalizzazione ha realizzato e condividono le credenze extraterrestri diffuse in tutto il mondo paranoide complottista del loro network (“Altrimenti chi avrebbe costruito il Partenone?”). Sostengono che il governo irrori l'atmosfera di sostanze tossiche calmanti per temere a bada la popolazione e frenare la loro ascesa di massa, una variabile della teoria del fluoro nell'acqua, che impazza in rete.

 

 

Le nuove generazioni di simpatizzanti forse hanno perso il riferimento alla Golden Dawn di Aleister Crowley, ma in passato alcuni militanti sono stati coinvolti in casi di omicidio e stupro a sfondo rituale con magia nera e satanismo. I loro teorici mettono insieme Wagner e il Grande Pan, facendo del nazionalsocialismo l'espressione ideologica del paganesimo; così come il marxismo e il liberalismo nascono dal giudeocristianesimo, secondo un tropo antisemita diffuso.

 

Ogni anno fanno una cerimonia al monumento alle Termopili, attendono “il momento del grande contrattacco, seguendo le tracce dell’antica krypteia, che colpiva silenziosamente nel buio totale i nemici interni della polis”. A margine: ricordate quel film veramente fascista di 300 di Frank Miller e Jack Snider, che piacque a tanti in Italia? Visto che il riferimento alla Sparta del V-VI secolo a.C. non funziona proprio in tutte le occasioni, hanno investito sul carattere cristiano-ortodosso per accreditarsi presso l’elettorato conservatore.

 

Due prelati notoriamente ultra-conservatori, uno dei quali già cappellano della polizia sotto la dittatura, li hanno benedetti; si sono viste manifestazioni per le famiglie (prolificità ellenica e priorità nazionale), con icone sacre mischiate a insulti verso “froci”, “rotti in culo”, “puttane” e “amanti degli albanesi”. Il resto della chiesa sembra prendere le distanze, alcuni sacerdoti impegnati nel sociale lavorano sottrarre i ragazzini all’influenza nera.

 

Ma il razzismo di Alba dorata è entrato nelle scuole: è soprattutto nelle superiori che si registrano violenze contro studenti immigrati o di sinistra. Le pratiche violente contagiano soprattutto il mondo del lavoro, provato da anni di recessione: datori di lavoro assoldano i picchiatori per risolvere situazioni difficili, ad esempio per cacciare dipendenti senza dar loro il Tfr. O classicamente per reprimere gli scioperi, sia nel settore metalmeccanico e urbano sia nel Peloponneso, dove la raccolta delle fragole sfrutta da decenni la manodopera straniera. Manifestazioni per richiedere salari arretrati si sono trasformate in cacce all'uomo, con i lavoratori nel ruolo della preda e uso di armi da fuoco.

 

Poi c'è il lato propagandistico, a base di accurate menzogne, invenzioni e falsificazioni sostenute dai media, mediante cui Alba dorata intende fornire l'immagine di chi sta sostituendo lo Stato nella tutela dei cittadini. Si favoleggia di distribuzione di generi alimentari, “solo per greci”: sono state in tutto quattro, sempre ad Atene e di fronte alle telecamere. Oppure c'è stata una raccolta di sangue, donazione umanitaria dal forte valore simbolico, “solo da greci e per greci” poiché gli immigrati “diffondono l’AIDS e altre malattie”.

 

Girano storie come questa: gli immigrati occupano la casa di un pensionato greco, la polizia non fa niente, arriva Alba dorata che riconsegna l’appartamento, vuoto e ridipinto. La storia è ovviamente falsa; oppure, i boy-scouts albadorati accompagnano a prelevare i soldi al bancomat anziane signore che altrimenti non uscivano di casa per la criminalità. Era la madre di un deputato eletto nel 2012, alla presenza della stampa.

 

Poi c'è la deputata bionda, nota per urlare sempre contro i giornalisti e coinvolta in accoltellamento di stranieri, che posa senza veli per Playboy e si guadagna la palma della “nazista più sexy della Grecia”, fiera di mostrare il suo fisico ariano.

 

In questi anni Alba dorata non ha avuto alcun ruolo nei movimenti di protesta contro l'austerità, la recessione e la corruzione, stando anzi a fianco della polizia contro il radicato e assai combattivo fronte della sinistra anticapitalista, ugualmente in crescita: la sua svastica significa inequivocabilmente razzismo, pulizia etnica e aggressione contro i nemici interni e si inserisce nella questione con un solo programma: contro la crisi, picchiamo gli immigrati. Dall'emarginazione al 7% nelle elezioni politiche del 2012 (21 deputati), con proiezione che ne prevedono il raddoppio dei consensi.

 

2. Il tramonto?

 

Quando il libro di Deliolanes, Alba dorata, Fandango 2013, è stato scritto non erano ancora avvenuti i recenti arresti che hanno colpito i vertici del partito. In settembre in relazione all'omicidio Fyssas la procura di Atene ha spiccato trentasei arresti per associazione criminale, tra loro Michaloliàkos, Kasidiaris, Pappas, altri leader e due commissari di Polizia. La morte del rapper Killah P ha smosso grandi manifestazioni antifasciste che hanno chiesto la messa fuori legge di Alba dorata, alcune sedi sono state assaltate dagli oppositori più duri. L'inchiesta che ha colpito i vertici del movimento avrebbe ottenuto grandi risultati grazie anche a ‘pentiti’, più probabilmente infiltrati dei servizi segreti nel movimento.

 

Fonti giornalistiche hanno parlato di un'azione volta a reprimere un possibile colpo di stato, ideato da Alba dorata insieme a militari, in base a un’informativa avuta da più servizi segreti internazionali. Intanto i deputati albadorati si sono dimessi, con l'intento di spingere allo scioglimento del Parlamento, mentre il premier di Nuova democrazia, Samaras ha sospeso i finanziamenti pubblici al gruppo. L'aria è dunque quella di un ridimensionamento del movimento, forse di una messa fuori legge del partito. La situazione è tutta da chiarire e le recenti uccisioni di militanti di Alba dorata, in stile professionale e terroristico, aprono scenari poco chiari. Si direbbe che la destra ufficiale stia scaricando una forza che le è stata utile e voglia assorbirne il bacino elettorale.

 

 

Il nucleo storico di Alba dorata, un tempo irrilevante, è costituito da gente di bassa cultura o analfabeti di ritorno, del genere «consumatori di trash TV e di blog deliranti»; oggi l'elettore tipo è maschio (3 su 4), nella fascia tra 25-34 anni di età (10%), operaio e precario, disoccupato (23,5%), lavoratore autonomo (20,3%). Le elezioni del 2007 sono state determinanti per l'avanzata dell’estrema destra greca: elettori, soprattutto giovani e anche tra i ceti borghesi, che non avevano nulla in comune con il nazionalismo, hanno premiato elettoralmente in particolare Alba dorata. Gli elettori hanno dichiarato che si è trattato di un voto di protesta contro il sistema politico, contro i problemi dell’immigrazione, per la sicurezza di fronte alla minaccia turca.

 

Nei seggi dedicati agli agenti di polizia il voto per Alba Dorata va dal 17,2% fino al 23,04%. Sono note diverse centinaia di denunce contro poliziotti che hanno picchiato, torturato e derubato immigrati clandestini, con permesso di soggiorno o richiedenti asilo. Le associazioni per la difesa dei diritti umani contestano inoltre alla Grecia i quotidiani ostacoli alla richieste di tutela per profughi, con tassi di riconoscimento dello status di rifugiati bassissimi.

 

Deliolanes spiega che il nazionalsocialismo ellenico si rivolge all'elettorato deluso dai governi di Nuova Democrazia, la destra ufficiale, «per indicare la via del ritorno al passato, quella del confronto violento con la sinistra, con esito, ora come allora, vittorioso. La promessa è un altro mezzo secolo di monopolio del potere. Per arrivare però alla vittoria contro i “nemici della Nazione”, cioè i democratici, Alba dorata deve sostituire lo stato nelle sue funzioni».

 

In un clima di anomia diffusa, l’ultradestra con la sua origine lumpen offre un ordine incondizionato, un «primitivo discorso politico di ostilità verso la democrazia». Secondo percorsi già visti, dopo aver per anni disprezzato i politicanti e il parlamento e aver praticato forme di terrorismo, la destra radicale è entrata nel sistema, pur presentandosi come antisistema. La destra moderata e di governo se ne è servita per destreggiarsi nella crisi: ha accusato la sinistra e le opposizioni del clima di disordine proponendo la già vista teoria degli opposti estremismi. Di fatto ha legittimato le politiche albadorate e ne ha fatte proprie alcune; prima della recente svolta ‘legalitaria’ un politico della destra moderata aveva definito i picchiatori del movimento “ragazzi della nostra stessa area”. Al momento sembrerebbe che la destra governativa opti invece per una sorta di strategia della tensione o qualcosa di simile a una notte dei lunghi coltelli per via giudiziaria. Ma il condizionale è d’obbligo e la situazione opaca.
Cosa ci racconta questa storia? Nuove uova di serpente si sono schiuse. Il paragone con la crisi della Repubblica di Weimar e l'ascesa del nazismo è venuto in mente a tutti. Ogni crisi economica implica una chiusura dei gruppi sociali maggioritari in senso identitario e omogenizzante e l'attivazione di pratiche di esclusione su gruppi minoritari già discriminati, rispetto ai quali esiste un repertorio di stereotipi negativi. Le crisi sociali riattivano periodicamente processi di immaginario escludente che determinano pratiche reali in tal senso.
Tra la fine del 2009 e il 2012 la crisi greca ha permesso ad Alba Dorata di entrare trionfante in Parlamento, «unico partito nazista presente in un’assemblea elettiva europea». È «una crepa aperta non solo nelle istituzioni democratiche, ma anche nella società civile. [...] Nella furia della contestazione, una buona parte dell’opinione pubblica greca ha travolto le stesse istituzioni democratiche. Ha dato il via a un’esplosione di violenza populista e razzista, dentro la quale ha evidentemente trovato terreno fertile la parte peggiore della vecchia destra della guerra civile, la stessa che aveva prontamente collaborato con i nazisti, pronta ad agitare vecchi vessilli logori e infami».
In Europa la crisi spinge gli strati impoveriti della società su posizioni prepolitiche antisistema; parte della sinistra non sembra comprendere la gravità della richiesta di difesa dell’identità, non è in grado di accogliere le richieste di difesa dello stato sociale; non ha il coraggio, la forza o l'immaginazione per ripensare una sinistra per questi anni. Il terreno della povertà, dell'ignoranza e del disorientamento è fertile per i populisti e per la destra più conservatrice.
Presto ci saranno le elezioni europee che potrebbero segnare un'avanzata di queste forze. Deliolanes parla del suo paese lacerato, ma lancia un monito che vale per tutti. «Il persistere nella politica di austerità in un paese che ha chiuso il 2012 con una recessione, per il quinto anno consecutivo, a -6,5, con il 27% di disoccupati, con quasi mezzo milione di famiglie in cui non c’è neanche uno che lavori, con i bambini che svengono all’asilo perché hanno fame, non è un errore, è un delitto».

 

Altre cose da sapere (da Deliolanes, Alba dorata, 2013)

 

Ad Atene da decenni vari sindaci di destra hanno permesso la speculazione edilizia, senza politica di risanamento, progetti di rivalutazione di edifici storici, infrastrutture.

 

Nessuno è in grado di prendersi cura dei circa 25 mila tossicodipendenti di Atene. Gli ospedali pubblici non hanno neanche i bicchierini di plastica per il metadone.

 

I trafficanti di droga prosperano sotto la protezione di poliziotti corrotti. I casi di corruzione delle forze dell’ordine non sono più una notizia. L'intera squadra antidroga della città di Volos è stata sciolta perché in affari con trafficanti albanesi, importatori di eroina, cocaina e di “sisa”, droga a basso costo fabbricata con l’acido delle batterie delle macchine.

 

Per quasi un decennio, secondo i dati della Commissione Europea, quasi il 67% degli immigrati clandestini in Europa è transitato dalle frontiere greco-turche, cercando lavoro e vita migliore.

 

Dall’estate 2010 l’UE ha dispiegato la forza Frontex nell’Egeo, sulle isole prossime alla penisola anatolica e lungo il fiume Evros, dove il governo del socialista Papandreou ha costruito un’enorme barriera metallica.

 

I migranti passano dalla Grecia per raggiungere i paesi del nord Europa, dove ci sono maggiori possibilità di trovare amici, parenti e condizioni di vita dignitose: arrivano alle frontiere ma poi non riescono a proseguire il viaggio verso l’Europa.

 

Patrasso e Igoumenitsa ospitano accampamenti di disperati che ogni giorno danno l’assalto ai TIR verso i porti italiani nel mare Adriatico.

 

In base agli accordi di Dublino II i migranti fermati vengono rispediti nel paese d’ingresso nella UE, ovvero in Grecia.

 

Per Human Rights Watch nel 2011 l’Italia ha rispedito in Grecia 2334 immigrati e 1232 nel primo semestre del 2012, molti minori.

 

Gli Afghani giunti in Europa in fuga dalla repressione dei Talebani e dalla guerra sono passati attraverso la Grecia.

 

Episodi di violenza commessi da immigrati sono stati il pretesto per veri e propri pogrom, non contro i criminali ma contro inermi o comunità.

 

Le politiche di austerità dell'Europa nei confronti della Grecia stanno negando la possibilità di integrazione anche ai suoi stessi cittadini: la situazione è un incubatore del legame tra migrazione, disagio, devianza, criminalità, radicalismo politico, violenza.

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