Speciale

Tavoli | Cini Boeri

18 Novembre 2013

A un primo sguardo, il punctum della fotografia sembrerebbe consistere nel foglietto ripiegato che sporge dal borsellino rosso, all'angolo sinistro in basso dell'immagine. Lista della spesa? Ricetta medica? Appunto volante? Schizzo di progetto? Non è dato saperlo. Di certo la sua presenza sul tavolo da lavoro di Cini Boeri non è casuale, come non è evidentemente casuale nessuno degli oggetti che si trovano su di esso. Unicamente, a differenza degli altri, questo non lascia trapelare la ragione del suo essere lì.

Più agevole è spiegare il perché della presenza del numero 93 della rivista «Area», dove sono pubblicate tre case realizzate dall'architetto all'Isola della Maddalena; così come il perché del catalogo della mostra della Triennale di Milano curata da Alba Cappellieri e Marco Romanelli, Il design italiano incontra il gioiello, tra le cui pagine è presente un bel bracciale da lei disegnato. In quanto al numero della misconosciuta «Progetti AN», vale sapere che in occasione della manifestazione "Demanio marittimo km 278" del 2011 a Senigallia, organizzata dalla rivista, è stato presentato il video Cini Boeri: il disegno femminile, per la regia di Francesca Molteni.

Ancora più facilmente deducibile è il motivo della presenza di Effetto Maddalena del figlio Stefano, come pure la fotografia di questi relativa alla campagna elettorale del 2010 per le primarie del centrosinistra alla carica di  sindaco di Milano. E alle medesime ragioni è riconducibile Questa è la mia gente di Ivan Scalfarotto, "un viaggio nel Partito democratico in diciassette conversazioni con i suoi protagonisti", uno dei quali particolarmente caro a mamma Cini.

Ma forse, più ancora di questi e altri indizi "troppo rivelatori", ciò che permette di avvicinare l'attività di Cini Boeri attraverso il suo tavolo sono le due gomme Staedler riposte nella lunga vaschetta di plastica dedicata alla cancelleria. Una è praticamente nuova. L'altra invece è visibilmente consumata: la carta in cui è avvolta strappata, la gomma smangiata, sporca e segnata da scie di grafite. In un mondo dominato da "atti" tecnologici che non lasciano più tracce, e che dunque sembrano non conoscere alcuna indecisione, le gomme di Cini Boeri dischiudono l'eventualità di un lavoro che sa farsi forte dei propri dubbi e delle proprie esitazioni.

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