Valenerina / Terremoto e conservazione

29 Ottobre 2016

Un altro gravissimo terremoto ha investito l’Italia. Un intero pezzo della Valnerina è crollato. Inutile dire del carico di morti e feriti, delle distruzioni di interi paesi e dell’umanissimo dolore portato alle popolazioni da questa calamità. Più importante è invece sottolineare la lezione che da questa stessa calamità ci viene. La solita. Vale a dire che la questione conservativa non fa sconti. Hai voglia a travestirla da valorizzazione fatta da direttori di musei reclutati all’estero, da restauri di rivelazione realizzati con modernissime puliture con solfobatteri, da attività di ricerca che scoprono il tal maestro nato nel 1415 e non tre anni prima, per poi magnificare questo informe groviglio di dilettantismi in televisione e sulla stampa o facendone oggetto di convegni. A nulla infatti servono queste improvvisate mascherature rispetto a una questione conservativa che – ripeto – non fa sconti. Valorizzazione straniera, restauro perfetto e ricerca storico-artistica nulla infatti possono contro ciò che viene prima di tutto. La terribile durezza e l’immensa concretezza della materia conservativa. Quella che riguarda i milioni di manufatti di ogni tipo e dimensione disseminati in ogni luogo del nostro paese. E fino a quando non si avrà il coraggio di porre al centro della questione conservativa l’indissolubile – in Italia – rapporto tra patrimonio artistico e ambiente e di affrontare il problema con una profonda riforma degli organi e delle leggi di tutela (riforma anche dell’insegnamento universitario, il primo a essere inadeguato visto che è l’Università a formare gli attuali e inadeguatissimi soprintendenti), fino a quando non si affronterà questo fondamentale nodo culturale sempre ci troveremo a piangere vergognose lacrime di coccodrillo sui poveri morti, le perdite per sempre di parti fondamentali del nostro patrimonio artistico e ogni altra rovina causata da terremoti, inondazioni, inquinamento, cementificazioni, frane, spopolamento e così via. Rifletta su tutto questo, per favore, Ministro Franceschini.

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