Il mondo è degli evergreen

17 Marzo 2014

E se dicessimo che ha 55 anni, ma ne dimostra 85? Finito il trattamento, ne dimostrerebbe dunque esattamente 50 meno di quelli che ha. Via quei rugoni che neanche Dustin Hoffman in Piccolo grande uomo, giù la maschera degli anni, su quella di un’aurea, tenace giovinezza!

Ad ospitare questo bizzarro annuncio sul proprio sito è nientemeno che il quotidiano britannico The Guardian. Chi volesse verificare di persona – e non vada troppo per il sottile con le traduzioni automatiche ivi misteriosamente ammanniteci – può leggere l’articoletto che accompagna questo allettante e al contempo perturbante ritratto di Dorian Gray al contrario. Basta cliccare qui. Se si abbocca, si può addirittura acquistare on line la magica maschera d’oro che cancella il tempo: promozione speciale fino al 27.02.2014, ahinoi proprio mentre scrivo.

Perché occuparsene, direte voi. In fondo le pagine dei giornali nostrani sono piene di imperativi e promesse analoghi. Il mondo, dovremmo ormai saperlo, è degli evergreen – non dei giovani, attenzione, ma di chi ha i mezzi e la voglia di sembrare eternamente giovane. Il grande tabù non è il corpo che muore (il diritto alla morte non è forse uno dei nuovi beni o lussi per cui noi occidentali, tutelati e tutto sommato ancora non del tutto impoveriti, ci stiamo battendo?), bensì il corpo che appassisce, si sciupa, cede.

Il sesso, anche se le pubblicità sembrano rivolgersi solo alle donne, non c’entra un bel niente. Di aspiranti jeunes filles a vita, soprattutto di sesso maschile, è ormai piena la cronaca mondano-politica di tutto il mondo. C’è chi si lifta, si botulinizza, chi si mette i tacchi, chi si accompagna a donne giovani e molto avvenenti, segno eloquente – se pur per interposta persona – della propria non solo politica potenza.

 

Il tempo tuttavia passa e combatterlo troppo a lungo, trasformando il proprio corpo e la propria immagine in un sempre più devastato campo di battaglia, non paga. E succede così che il grande vecchio scelga il proprio erede e attraverso di lui – davvero giovane, davvero senza rughe, davvero con tutti i capelli in testa – possa riprendere in mano il gioco. Senza mostrarsi, senza esporsi. Un tuffo nell’oscurità, che garantisce una protezione totale dagli effetti crudeli e talora grotteschi della sovraesposizione.

 

Eccola, la ricetta di lunga vita del Dorian Gray contemporaneo. Clonarsi, come la pecora Dolly, in un nuovo sé, in tutto e per tutto uguale all’originale da giovane, e vivere serenamente al riparo da edipiche rappresaglie e pubbliche mortificazioni.
L’ombra si addice al potere. Sbatti dunque il giovane in prima pagina e fa’ sì che si adorni di donne: tante, graziose e ignare.

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