Campioni # 11. Vito M. Bonito
da bambina seduta nel sangue volevo sapere cosa resta dei morti alle manine che uccido ora chiedo cosa resta di me che cosa non torna mai più (da Soffiati via, p. 15) Vito M. Bonito I perduti, «i volati», i Soffiati via, non sono (soltanto) sottratti, sono presenze, palpabili e brucianti, della sottrazione inevitabile, immedicabile. Pagina e vita sono senza conforto. E senza conforto i resti, «cosa resta dei morti», e l’impossibile canto. Il «mai più» semplice e inespugnato come sentenza capitale. Non soccorre neanche l’interpunzione: l’interrogativo, forse pietoso, che potremmo attenderci è scomparso, cancellato, negato, e più avanti «chi rimane...