Inseguendo la bella Angelica, i paladini di Re Carlo si perdono nella foresta, dimenticando i loro doveri di uomini d'armi. Anche Celati insegue la sua immagine, inoltrandosi fra le ottave dell'Orlando Furioso, che si snodano segnando itinerari avventurosi fra duelli, apparizioni, incantesimi, viaggi fantastici e amori appassionati.
Il poema di Ariosto appare a Celati come un'espansione del movimento della fuga, secondo un procedere erratico e non programmato, lontanissimo dall'idea di trama diffusa nel romanzo moderno. Il racconto epico-cavalleresco si snoda con una libertà d'invenzione che rispecchia un'idea della vita e del narrare come libero esercizio della fantasticazione, la sola che lasci aperta la strada alle attrazioni d'amore, alle svolte inattese del destino e alla meraviglia.
"Nello stesso tempo, la contentezza che il poema ariostesco riesce a darci subito, con la fuga di Angelica, è appunto quella della mobilità continua, del perdere la meta per "vani sentieri", nel dedalo di vagabondaggi in cui si sperdono i maggiori eroi. L'effetto dello sperdimento crea uno stato di sospensione, in cui la lettura prende il senso dell'incanto: l'incanto di quando si va dietro a qualcosa senza una meta, ma trascinati da un richiamo".
Nunzia Palmieri
Gianni Celati (Sondrio 1937), scrittore, saggista, regista, da molti anni vive in Inghilterra dopo aver lasciato Bologna. È uno dei maggiori scrittori italiani. Ha esordito nel 1971 con Comiche, riedito da poco presso Quodlibet. Tra i suoi libri più noti degli anni Ottanta, Narratori delle pianure (1985) e Verso la foce (1989), pubblicati da Feltrinelli. Tra i suoi ultimi libri Costumi degli italiani (2009), Conversazioni del vento volatore (2011), Selve d’amore (2013), sono usciti presso Quodlibet nella collana Compagnia Extra. Ha scritto bellissimi saggi, alcuni dei quali raccolti in Finzioni occidentali; ha tradotto dal francese e dall’inglese, e diretto vari film raccolti in Cinema all’aperto. L’ultimo film Diol Kadd è incluso nel volume Passar la vita a Diol Kadd (Feltrinelli 2011). Per doppiozero sono usciti i racconti Il caso Muccinelli, La notte e Matrimonio Bellavista.
1. Eroi che girano a vuoto
2. Eroi come maniaci selvatici
3. Schema paradossale della mania
4. L’incatturabile oggetto dei desideri
5. Veduta d’insieme: linee di fuga, intrichi, sperdimenti
6. L’arte ariostesca delle trame, pensata come un’arte tessile
7. Ripetitività degli schemi, trame come variazioni
8. Il bisogno narrativo delle discontinuità
9. Sullo spazio e gli sfondi romanzeschi
10. Simultaneità di linee, tempo senza durate specifiche
11. Tempo e spazio, un’analogia con i tappeti d’Oriente
12. La recita cerimoniale del poeta
13. Sull’uso delle analogie: trame amorose e trame narrative
14. Il mondo come inganno e “l’alta meraviglia”
15. Effetti della magia ed effetti della lettura
16. Qui si arriva ad uno smontamento della manie eroiche
17. Il poema cavalleresco come enciclopedia di racconti
18. Astolfo e il volo sulla luna
19. Note finali sulla forma del poema cavalleresco