In ambito umanistico l’innovazione comporta, con la definizione di inediti “alberi del sapere”, la drastica mutazione di criteri di giudizio estetico e morale. Come accade che d’un tratto rifiutiamo le nostre abituali prospettive di valutazione? Quali patti o alleanze tra discipline sembrano improvvisamente vincere l’arida routine dello specialismo accademico e congiurano a disegnare nuovi mondi?
L’attuale discussione sul “pensiero divergente” e l’innovazione cognitiva costituisce forse la cornice di indagine più appropriata per sperimentare prospettive molteplici e inedite collaborazioni epistemiche. Ne Il momento Eureka storici dell’arte, storici della scienza, scienziati sociali e cognitivi incuranti delle barriere edificate dalle salde burocrazie settoriali sono invitati a prendere parte a un’ambiziosa conversazione sui rapporti tra cultura, etica e politica considerati da punti di vista di volta in volta determinati.
Le ragioni che avevano portato a affermare l’esistenza di “due culture” sono oggi venute meno: questa una tesi tra le principali del libro. Acquista così particolare importanza l’esplorazione delle “zone di contatto” tra discipline umanistiche da un lato, scienze e tecnologia dall’altra.
Si tratta oggi di articolare meglio le connessioni tra innovazione cognitiva e sociale e di riconoscere l’importanza delle emozioni – persino delle emozioni “negative”, se opportunamente elaborate – dal punto di vista di una teoria della scoperta (o del “momento Eureka”).
La pluralità dei punti di vista richiamati e discussi nel modo più brillante dall’autore contribuisce polifonicamente a mettere meglio a fuoco la nostra comprensione del processo creativo nella molteplicità dei suoi aspetti.
Con inusuale ampiezza di riferimenti storici e teorici e conoscenze storico-artistiche di prima mano, l’autore indaga la “creatività” al di là del solo requisito biologico o della prospettiva pedagogica, pure importantissimi. Considera il ruolo produttivo di istituzioni e comunità e giunge a delineare un modello composito dei processi esplorativi e scoperta – dunque di ciò che chiamiamo “innovazione”.
Michele Dantini insegna storia dell’arte contemporanea all’università del Piemonte orientale, collabora con i maggiori musei italiani di arte contemporanea ed è visiting professor presso università o centri di ricerca nazionali e internazionali. Laureatosi in storia della filosofia e per- fezionatosi (Ph.D.) in storia dell’arte contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, The Courtauld Institute (Londra) e Eberhard Karls Universität (Tubinga), tra il 2011 e il 2013 ha diretto il Master in Educational Management al Castello di Rivoli Museo di arte contemporanea. Tra le sue pubblicazioni recenti Macchina e stella. Tre studi su arte, storia dell’arte e “clandestinità”: Duchamp, Johns, Boetti (Milano 2014); Geopolitiche dell’arte italiana. Arte e critica d’arte nel contesto internazionale (Milano 2012); Arte contemporanea, ecologia e sfera pubblica (Roma 2012). I suoi libri sono tradotti negli Stati Uniti, in Francia, Spagna, Polonia e altri paesi. È nella redazione di ROARS. Return on Academic Research e nel comitato editoriale di Doppiozero. Ha una rubrica su Artribune, collabora al Mulino, minimaetmoralia, Scenari, Alfabeta2 e Left.
Sommario
Introduzione
1. Humanities e innovazione sociale. Individui, istituzioni, comunità
- “Paradigmi” e mondo della vita
- Ricerca e Rete
2. Critica e diritto. Come interrogare le opere d’arte da punti di vista molteplici
- L’utile segreto
- Orfeo tra le ombre
- Una teoria politica delle emozioni
- Una parzialità dai vasti orizzonti
3. Interpretare la divergenza. Arte, psicologia, neuroscienze
- Per “logiche interne”. Creatività e innovazione secondo Mihaly Csikszentmihalyi
- “Anatomia” della creatività. La teoria delle intelligenze multiple
- L’ipotesi neuroestetica
- Per finire. Il “genio” bambino
4. Intermezzo modernista: Edgar Wind, Duchamp, Picasso
- Picasso alla guerra
5. L’eredità perduta. Università, editoria e sfera pubblica
6. La storia dell’arte tra il riccio e la volpe. Mutazioni di una disciplina per l’epoca che viene
7. Arte contemporanea, culture wiki e nuove tecnologie. Il museo digitale.
- Agenzie regionali di sviluppo
- L’utilità pubblica
Note
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