Il gatto
Benvenuti signori, sono il gatto maitre d'hotel, qui per accogliervi e servirvi. Sono stato pensato, disegnato e modellato da Diego Giacometti per porgere becchime e granaglie agli uccelli ospitati nella voliera del jardin d'hiver di monsieur Maeght che è mecenate, editore, gallerista, e quindi ha una casa piena di opere d'arte, materiali preziosi, forme affascinanti e ornamenti sopraffini. Io sono uno di loro.
Avrei bisogno, per presentarmi, di un nome un po' da gatto un po' da maggiordomo. Edgar, Sebastian, Reginald? Jeeves, Maurice, Fabien? Ferdinand, Ambrogio, Casimiro? Bohumil, Stevens?
Guardatemi bene, quale mi si addice di più? Leopoldo? Pierre? Edmondo? Serge?
Osservatemi da tutte le angolature, prima di scegliere.
Ora, in quanto gatto di bronzo, quintessenza del mistero (e con la bocca ben chiusa, come vedete: un triangolo enigmatico, come sono due piccoli triangoli graziosissimi le mie orecchie, su questa testolina tonda tonda, sotto a occhi che sono due mandorle perfette), non dovrei parlare. Lo so.
Tra noi, mica si parla tanto. I miagolii sono per voi. Ci servono per chiedervi cose, tipo farci aprire e chiudere le porte. E poi riaprire, e poi richiudere. Per uscire e rientrare, esitare, ripensarci. E per farci servire piattini buoni, pappine scelte (basta, questa non mi va, ripasso dopo, lasciala lì, cambiami l'acqua nella ciotola), chiedere che la lettiera venga pulita, avere grattini dietro le orecchie, farsi agitare cannette con sonaglini sotto il naso. Chi è il maggiordomo, adesso? Di più: chi è l'usciere, il premuroso servitore, il reggitore di vassoi, il maitre d'hotel? Ah, ecco.
Dicevamo, tra noi non usiamo gli stessi miao che riserviamo a voi. Tra noi gatti adulti scambiamo semmai urla belluine. Poi ci sono versi speciali tra mamme e micini. Per il resto, usiamo direttamente le fusa che, lo sanno tutti, si fanno a bocca chiusa, come suono interno vibrato e continuo.
Ma facciamo comunque che parlo, perché, in quanto opera d'arte parlo senza parole, e in quanto gatto, sono essere favoloso e faccio prodigi felini. Tipo apparire dal nulla o ficcarsi in posti che non esistono, prodursi in salti con sette avvitamenti, estendersi come organetti per balzi da tigre di Mompracem, schivare ostacoli sterzando a cento all'ora, e dunque una cosa fiabesca e prodigiosa per il sottoscritto Casimiro, Jeeves, Fabien, o come altro volete chiamarmi, potrebbe pure essere parlare come voi.
Quanto allo stare dritti su due zampe, certi gatti curiosini e saputissimi lo fanno normalmente. Cioè, reggere un vassoio come avessimo le mani no, ma stare in piedi come personcine sì.
Siamo in grado di trasformarci in ciambelle, salsicciotti paraspifferi, bulldozer, stufe, cuscini, paracadute, bolidi, pantere, che volete che sia diventare un attimo bipedi.
Però, vorrei dirvi, non è una cosa mai vista prima, un gatto che porge sementi a degli uccelli su un vassoio?
Cioè, quegli uccelli, con un gatto in giro, dovrebbero starci su quel vassoio. Ma non a becchettare scegliendosi bocconcini. Dovrebbero starci stecchiti, tipo selvaggina cruda e non spiumata. O no? Un gatto non è anche un cacciatore che studia la preda per ore, prima di sferrare l'attacco? E i poveri uccelli, inseguiti, agguantati, messi in un angolo, accoppati, esaminati, tastati con una zampa per sicurezza, normalmente non vengono poi portati a qualcuno in dono, come trofeo? Sì, per gradire.
(Dimenticavo: ogni tanto facciamo versi per parlare con i colombi. Indovinate perché.)
Un pasticcio di merli, signori?
Una zampa di cavalletta, un grillotalpa, un paio di lucertole, due topetti, un uccellino?
Sto scherzando. Sono un maggiordomo perfetto. Sono amico degli uccelli della voliera, perché nasco in un mondo da favola e abito una casa da favola. Sono il monumento all'imperturbabilità, saldo e fermo come un bronzo.
Non vedete la mia eleganza, la serietà, la grazia del mio portamento? E, guardatemi bene, sono anche silenzioso. Al massimo potrei star facendo le fusa, a bocca chiusa.
E voi, invece, cosa avete da dirmi? Avete scelto un nome per me? Mentre ci pensate, prendete qualcosa dal mio vassoio: una manciata di semi di lino, una scaglia dolce di cocco, un po' di gentilezza, arte e tanta bellezza.
Immagine di copertina © Diego Giacometti, by SIAE 2023.