Speciale

La mattina

2 Marzo 2012

M. cerca di dormire fino a tardi la mattina, ma non sempre ci riesce. M. cerca di dormire fino a tardi la mattina perché le ore sembrano infinite e non passano mai, i pensieri lo assalgono e le angosce si fanno pesanti. La mattina e il primo pomeriggio raccolgono i momenti più lenti della giornata. Allora, quando proprio non riesce a dormire fino a tardi, M. cerca di organizzarsi. E si mette a fare i calcoli sul poco denaro a disposizione, quello rimasto sul conto, su quanto può spendere al giorno per il cibo, quanto deve tenere da parte per l’affitto della stanza e le altre spese.

 

Fa e rifà i conti, come se all’improvviso gli ultimi soldi potessero moltiplicarsi. Comunque trova sempre qualcosa da tagliare e, di solito, lo destina a una generica voce del suo bilancio destinata alle attività ricreative, che in ogni caso restano davvero minime. Il concetto di M. di andare a bere un caffè o una birra con amici è infatti relativo a recarsi a casa degli amici stessi, o invitare loro da lui. La birra del discount da tenere in frigo e la miscela per la moka sono quelle che M. considera spese per attività ricreative. Questo gli permette fra l’altro di riempire spesso la seconda parte della giornata, così il tardo pomeriggio e la sera ha sempre qualcosa da fare o qualcuno da incontrare, e la compagnia lo aiuta a tenere lontana l’oppressione. Già verso metà pomeriggio, al solo pensiero di avere qualcosa da fare, inizia a prepararsi, e tanto gli basta per tornare di buon umore e dimenticare il resto.

 

Quelle con cui proprio non riesce a scendere a patti restano però le ore della mattinata e del primo pomeriggio. Eterne. Immobili. Pesanti. Gravose di un indefinito qualcosa che M. comunque non sa affrontare. E così seguita a ripetere i suoi conteggi, mattina dopo mattina. Alcune volte va a fare la spesa, girando ipermercati e discount, mercatini e centri all’ingrosso, sempre alla ricerca dell’offerta migliore che gli permetta di limare ancora un poco il suo bilancio domestico. Fare la spesa gli piace, lo rilassa, perché trattandosi di un compito preciso e manuale lo fa sentire impegnato in maniera effettiva, necessaria. Purtroppo non può andare tutte le mattine a fare la spesa, non avendone la possibilità e tutto sommato nemmeno la necessità.

 

Il resto del giorno M. cerca sempre di stancarsi il più possibile, proprio per svegliarsi tardi la mattina seguente. Si sforza di tirare tardi in qualsiasi modo, con qualsiasi scusa. Anche perché la notte gli piace. Persino da solo, nella sua minuscola stanza in affitto. È tutta un’altra cosa, rispetto alla mattina. Per strada non c’è quasi nessuno, non si sentono rumori, non c’è nessun obbligo che pesa sulla coscienza, l’indistinta colpa di quello che si dovrebbe fare e non si fa. La notte è allo stesso modo per tutti, e in quelle ore M. non si sente diverso.

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