L’intellettuale di servizio
Questo paese è pieno di gnomi, persone colte e competenti (in svariati campi) che lavorano in silenzio, attorno a piccole ossessioni personali, per esempio come aumentare la pezzatura della fragola di un grammo, così da risparmiare sul costo di raccolta, o come riuscire a produrre bottiglie di plastica meno spesse (ma resistenti) così da favorire il riciclo. Idee così ce ne sono tantissime in giro. Si tratta di cultura in senso lato ed è un peccato che gli gnomi non trovino spazio e nemmeno, a volte, stanze da riordinare.
Fare l’intellettuale significa spesso stare a servizio, non solo esprimere la propria creatività. Sarei pronto per partecipare alla formazione di un nuovo corpo militante, gli intellettuali di servizio. Un corpo che osserva, legge, si apre al mondo, alle innovazioni, poi chiama a sé gli gnomi per farli parlare, fornirgli almeno la possibilità di raccontare la loro idea.
La cultura è una staffetta, prima o poi bisogna afferrare un testimone, fare un pezzo e cederlo. Il corpo militante dell’intellettuale di servizio fa questo: organizza eventi pubblici nei quali gli gnomi possano parlare nella speranza che qualcuno tra il pubblico raccolga il testimone e lo porti più avanti.