Indelebile Alberto Sordi
La targa, per una casa che non c’è più, si trova in via di San Cosimato a Roma. Proprio di fronte all’edificio demolito, dato che il palazzo che ne ha preso il posto è un’enorme costruzione d’epoca fascista di proprietà del Vaticano, che gode della extraterritorialità. Perciò la lapide che ricorda la nascita di Alberto Sordi (15 giugno 1920) è sulla casupola trasteverina proprio sopra a un cartello di pubbliche affissioni e una cassetta che custodisce verosimilmente contatori del gas o dell’acqua. Ma che importa, Sordi è Sordi, per quanto le vicende delle sue abitazioni non siano così semplici: sui giornali di questa settimana imperversa la questione annosa della sua villa in via Druso e della contesa eredità, con tanto di truffa della domestica e dei soldi ricevuti alla morte dell’attore. Sordi e le truffe? Quanti personaggi al limite dell’illegalità, della cialtroneria, dell’inganno e della menzogna ci sono nella galleria dei suoi ritratti degli italiani? La vigliaccheria sembra uno dei dati comuni a molte delle sue maschere. La targa posta dal Municipio (targa e non proprio lapide) e dalla circoscrizione (rione XIII) recita, oltre che attore, “indimenticabile interprete della Storia di ogni italiano”. Quel “ogni” non è forse superfluo? Ma c’è di peggio. Continua: “…parte indelebile di ognuno di noi”. È quell’indelebile che fa problema. Siamo destinati noi italiani (noi chi?) a identificarci con lui? La dedica è ancora più sottile e perniciosa: “parte”. Eh no, parte proprio no! Proposta: affiggere di fronte, sul palazzo vaticano (vaticano!) un’analoga targa con la frase di Nanni Moretti: “Rossi neri tutti uguali? Ma che, siamo in un film di Alberto Sordi?”; e anche: “Ve meritate Alberto Sordi! Ve lo meritate” (Ecce bombo, 1978). Si raccolgono offerte, o come si dice oggi: si fa un crowdfunding. Vogliamo la nuova targa.