Vince l’Olanda. Onnicomprensivo, avventatissimo pronostico di Euro 2012

7 Giugno 2012

Gli Europei iniziano domani. I gironi sono quattro, quindi sedici squadre, secondo la dannata formula introdotta nel 1996. Apriamo qui subito una parentesi: la formula a otto squadre (quella utilizzata nel periodo 1980-1992) rendeva l’Europeo un torneo del tutto particolare, con un girone di eliminazione durissimo (per dare un’idea: Euro 88, Girone A: Germania Ovest, Italia, Spagna, Danimarca), semifinale e finale tutto nel giro di due settimane. Questo faceva dell’Europeo un torneo completamente diverso dal Mondiale, totalmente privo di esotismo (lo sceicco del Kuwait che minaccia di ritirare la squadra davanti a Platini e Giresse esterrefatti era una cosa che si vedeva al Mondiale, non all’Europeo, maledettamente serio, difficile, forse persino più difficile del Mondiale, tremendamente frugale. Ora, la formula a sedici squadre, e ancor peggio la folle formula a ventiquattro squadre che (dal 2016) ci costringerà – poveri malati di mente – a sorbirci la nostra dose di Albania–Finlandia e Malta–Armenia, unita alla sostituzione delle buone vecchie Unione Sovietica e Yugoslavia con una miriade di stati di cui nessuno conosce la precisa collocazione (altra parentesi: perché il Kazakistan ha giocato le qualificazioni? Se non ci hanno mentito alle scuole medie, il Kazakistan è a est dell’Iran), hanno trasformato l’Europeo in una specie di Mondiale di serie B, in cui il decadimento nella professionalità dei partecipanti non è stato in fin dei conti bilanciato dall’introduzione di niente di particolarmente bizzarro o affascinante. Alla fine, per quanto scassata, la Macedonia non è mica la Malesia.

 

Un Europeo in Polonia e Ucraina lo avremmo voluto più sovietico, più austero, ancora più pallido e lontano. Invece hanno rifatto il vecchio, colossale stadio della Repubblica, spendendo cifre folli e privandolo di tutto il suo fascino. Il capitalismo è veramente una stronzata. Anche la grafica non promette niente di buono: le mascotte sono Slavek e Slavko, un tamarro coi capelli dritti vestito con la maglia della Polonia e un tamarro coi capelli dritti vestito con la maglia dell’Ucraina, peraltro del tutto identici a Trix e Flix, i tamarri austro-svizzeri dell’ultimo europeo. Per quanto nel campo delle mascotte degli Europei, a partire dal depressissimo Pinocchio di Italia 80, si sia visto di tutto, queste fanno veramente pietà. Possibile che in Polonia e Ucraina non ci fosse un qualsiasi animale che potesse prestarsi a essere mascottizzato? Una talpa, un alce, una patata, qualcosa, una pozzanghera. Comunque Slavek e Slavko li ha disegnati la Warner Bros (?!), immaginiamo non gratis.

 

Comunque, per quanto non corrisponda ai nostri gusti, questo è l’Europeo. Vediamo i gironi e proviamo a fare un pronostico. Un pronostico totale, di quelli che saranno certamente smentiti, un po’ come questo, impareggiabile del 12 giugno 1982. “Con il coraggio di sempre” dice giustamente Brera.

 

 

Il gruppo A comprende Polonia, Grecia, Russia e Repubblica Ceca.

 

Girone di una povertà tecnica desolante. La Polonia è qualificata di diritto in quanto paese ospitante. Non è una cattiva squadra. Ci sono tre giocatori dell’ottimo Borussia Dortmund campione di Germania di Jürgen Klopp. Di questi, Lewandowski è davvero un buon giocatore, ha fatto 22 goal quest’anno in campionato. In un gruppo così scarso, alla Polonia può bastare.

La Grecia non vincerà più nulla per almeno un secolo. Il 2004 non torna più (anche se è uno scandalo che Karagounis non abbia vinto il pallone d’oro. Nessuno mi risarcirà mai di non aver visto Karagounis ritirare il pallone d’oro a San Siro a inizio partita e poi sedersi sereno in panchina). Sarebbe bello che ad Atene alternassero tumulti di piazza e festeggiamenti, ma in realtà stavolta vanno a casa dritti. Più che altro rischiano anche di non giocarne più Europei, se fanno incazzare la Merkel ancora un po’.

La Russia sembra una squadra atletica che si suppone ben messa in campo. Nella recente amichevole con l’Italia ha fatto (fin troppo) bella figura. Potrebbe vincere il girone: CSKA e Zenit sono comunque squadre discrete e forniscono gran parte della rosa. Hanno un allenatore forse poco elastico e poco capace di leggere le partite ma esperto e rigoroso. Correranno come dei matti.

La Repubblica Ceca forse la facciamo fuori a cuor leggero, ma non sembra temibilissima. Hanno faticato nei gironi passando con il Montenegro agli spareggi (altra demenziale invenzione, per gli europei a mille squadre bisogna pure spareggiare). Oltre a Rosicky non sembra esserci molto, a meno di non volere credere in Pudil (quello del Cesena!).

Russia e Polonia che passano il turno a 2.75 sembra una quota interessante.

 

 

Il gruppo B comprende Olanda, Danimarca, Germania e Portogallo.

 

Le altre tre sono talmente superiori che la Danimarca (che pure nel girone A probabilmente passerebbe) la possiamo anche lasciar subito perdere. Le altre tre sono un bell’enigma.

La Germania è forse al momento la squadra migliore in Europa, giovane ma non troppo, con cambi ottimi in tutti i ruoli, costruita benissimo nel tempo da una federazione che a metà anni ‘90 ha avuto il coraggio di ammettere gli errori e riorganizzarsi radicalmente. Gioca bene, con giocatori estremamente eleganti, quasi d’altri tempi e allo stesso tempo del tutto post-moderni (Hummels, se gioca– speriamo –, Özil, Kroos), forse manca un attaccante (secondo noi la soluzione meno peggio è ancora Klose, che alla fine giocherà al posto di Gomez).

L’Olanda è arrivata seconda all’ultimo mondiale. È una squadra esperta e, una volta tanto, cattiva, piena di quella brutta gente che non nuoce a giocare a pallone: de Jong, van Bommel, Boulahrouz. È fatta di giocatori che sanno che forse questa è l’ultima occasione per vincere qualcosa. Forse è un po’ leggera davanti (ma sono comunque Robben, Sneijder e van Persie!).

Il Portogallo ha avuto la sua chance otto anni fa, quando era più forte di adesso e ha perso in casa contro la Grecia di Rehagel, che giocava col libero dietro la difesa come il Padova di Rocco. Adesso è capitata in un girone durissimo anche per le sue caratteristiche: per passare qui bisogna anche segnare dei goal e magari rimontare dopo essere andati in svantaggio. Onestamente è improbabile.

Passano Olanda e Germania.

Un soldino si potrebbe buttare su Germania e Danimarca che passano a 15.00 (!!!). Non succede, però.

 

 

Il gruppo C comprende Spagna, Italia, Irlanda e Croazia.

 

Cominciamo dalla fine: passano Croazia e Italia.

La Croazia è una squadra umile e solida con alcuni buoni giocatori (Modric su tutti). Non ci crederà troppo, quindi cercherà di far bella figura subito senza curarsi di eventuali fasi successive. L’infortunio di Olic non la aiuta, ma noi ci crediamo (anche se sappiamo che questa è la cosa più avventata del pronostico, vedi sotto).

L’Italia non le daresti un soldo. I tre goal presi dai russi qualche giorno fa sono solo una conferma. Ha una difesa veramente indegna della sua tradizione e davanti ha solo nani e un tizio (potenzialmente un fenomeno) che ha avuto – pare – la stessa fidanzata del figlio di Bossi. Però, a dirla tutta, l’Italia ha comunque un centrocampo più che decente (basterebbero Pirlo e De Rossi, ma anche Marchisio è un buonissimo giocatore e c’è pure Thiago Motta), ha il portiere più forte e in genere ottiene più risultati di quanto forse meriterebbe. L’infortunio di Barzagli probabilmente convincerà Prandelli a arretrare De Rossi e giocare coi tre dietro e i due esterni di centrocampo molto bassi. Non è una sciagura e, se funziona con la Spagna, dubitiamo che si cambierà. In questo modo forse non ci viene troppo la tentazione di giocare al calcio, che non ci si addice storicamente, e allo stesso tempo si mette comunque in campo una squadra dove sono in tanti a poter fare gioco. Per noi l’Italia passa. (Qui per ora non prendiamo in considerazione la nota cabala delle scommesse / silenzio stampa / inizi penosi / soli contro tutti / arrivare in fondo di cui valuteremo se esistono davvero tracce – volesse Dio – al termine della fase a gironi)

Il che dà: Spagna eliminata!

Ora: la Spagna ha vinto l’ultimo Mondiale e l’ultimo Europeo. Se vincesse anche questo sarebbe l’unica squadra ad averlo fatto nella storia. Non succede. E siccome più in là nel torneo la Spagna non la batte nessuno, resta che esce al primo turno.

Dalla parte della Spagna c’è che Real e Barcellona non sono arrivate in finale di Champions e quindi saranno tutti riposati (al contrario, ad esempio, dei tedeschi). Non aiuta la Spagna il fatto che mancherà Puyol, che era il giocatore di maggior carattere, e che gioca la prima con l’Italia, il che la metterà di cattivissimo umore. Italia–Spagna, che capita di brutta maniera alla prima giornata, è la partita decisiva per indirizzare tutta la competizione: se la Spagna vince, si mette nelle condizioni di vincere il torneo e stabilire un record con cui gli spagnoli infastidiranno l’universo in eterno, se non vince, probabilmente esce subito. Infatti, se la Spagna viene costretta al pareggio in una partita brutta dall’Italia, poi viene nuovamente costretta al pareggio in un partita bruttissima dall’Irlanda di Trapattoni. Gli spagnoli arrivano così alla partita con la Croazia coi nervi a pezzi, isterici e incattiviti dai loro folli giornali scandalizzati del generale disinteresse per il bel calcio e per le legnate impunite degli italiani e degli irlandesi (“picchiarli con virile empito” diceva Brera). La Croazia avrà visto le partite degli altri e giocherà esattamente come l’Italia e l’Irlanda, stavolta facendo persino gol in contropiede e vincerà. Spagna a casa, alé!

Croazia a sorpresa prima. L’Italia si gioca la qualificazione con l’Irlanda. Conferenza stampa strappalacrime di Trapattoni.

Primo espulso Balotelli non sembra essere quotato. Italia e Croazia al secondo turno sono date a 10.

 

 

Il gruppo D comprende Ucraina, Svezia, Francia e Inghilterra.

 

L’Ucraina è qualificata di diritto in quanto paese ospitante. Era l’unico modo in cui potevano qualificarsi. Ad occhio e croce non fanno nemmeno un punto. La stella è Tymoschuk (!), un mediano del Bayern Monaco. Giusto per darvi un’idea della rosa: Shevchenko è stato convocato (un po’ come Paolo Rossi al mondiale dell’86). L’Ucraina, che gioca in casa e che magari avrà anche qualche velleitario aiuto dagli arbitri, farà la fine di quello che a scuola si scopre che è il figlio del preside e viene maltrattato da tutti, anche dai meno violenti.

La Svezia ha una buona squadra, esperta, tatticamente equilibrata. Poi ha Ibrahimovic, che, se non vuoi vincere niente di importante, è pur sempre una garanzia. Passa il turno e poi, quando potrebbe essere quasi vicina a vincere qualcosa, esce. È una regola, la regola di Ibra. La regola di Ibra, se vi interessasse, è basata sulla “Ewing Theory” di Bill Simmons.

La Francia ha una squadra migliore di quella che potremmo pensare (Malouda, Ribéry, Benzema) e un allenatore che sembra credibile (Laurent Blanc) anche se forse un po’ amletico. Ha una brutta difesa ma per noi passa.

L’Inghilterra, forse la federazione peggio amministrata in Europa assieme all’Italia, ha deciso di licenziare Capello e di mettersi nelle mani del buon vecchio Roy Hodgson. Sembra una mossa di buon senso e lascia intuire un’apprezzabile (e fin qui inaudita) modestia. Hodgson ha cominciato con coerenza lasciando a casa Ferdinand e risolvendo così – giusto o sbagliato che sia – la rivalità con Terry che stava distruggendo lo spogliatoio. A Terry (sfacciato autista del carro dei vincitori a Monaco) l’onere di dimostrare che Hodgson ci ha visto giusto. Tutto questo sembrerebbe dare una chance agli inglesi, ma poi bisogna considerare che i migliori calciatori sono molto vecchi (Terry, Lampard, Gerrard), che Rooney sarà sospeso per le prime tre partite, e che tutta la buona sorte disponibile nell’isola è già stata consumata dal Chelsea per vincere una delle più improbabili coppe dei campioni della storia. E poi, in fin dei conti, gli inglesi è cinquant’anni che fanno sempre e solo figure di merda.

Francia e Svezia che passano il turno a 5.50 sembra una quota più che interessante.

 

Quindi, ricapitolando: gruppo A: prima Russia, seconda Polonia; gruppo B: prima Germania, seconda Olanda; gruppo C: prima Croazia, seconda Italia; gruppo D: prima Francia, seconda Svezia (questa combinazione precisa spaccata è data a 287, con la Danimarca al posto dell’Olanda fa un ghiotto 1515). Il che dà i seguenti quarti di finale: Russia–Olanda; Germania–Polonia; Croazia–Svezia; Francia–Italia (che hanno anche il pregio di contenere non pochi clasicos).

 

Russia–Olanda è la replica della finale dell’88, quella del goal incredibile di Van Basten. Passa l’Olanda, anche se non è certo bella come quella dell’88.

 

Germania–Polonia ha una certa atmosfera anni ‘70. Viene in mente la partita del ‘74 (quella che non abbiamo mai visto perché non eravamo ancora nati, quella decisiva per il girone del secondo turno, con il goal di Gerd Muller e polemica dei polacchi per il campo bagnato a tradimento dai tedeschi). Comunque sia vince la Germania, alla grande. Gioca benissimo e mette una paura fottuta a tutte le altre squadre.

 

Croazia–Svezia è il quarto di finale che ti sei dimenticato di guardare. Passa la Svezia. Solo così Ibra potrà perdere qualcosa che, a quel punto, inizierà a sembrare importante.

 

Francia – Italia non ve la dobbiamo neanche spiegare. Passa la Francia. Piange il cuore, ma è così.

 

Quindi le semifinali sono: Olanda-Germania e Svezia-Francia.

 

Olanda–Germania a questo punto è la vera finale. Chi vince, vince il torneo. Partita nervosissima, peraltro appena giocata nel girone, squadre che si conoscono perfettamente, probabilmente determinanti le squalifiche e le ammonizioni. Si gioca a ruoli invertiti rispetto allo storico paradigma olandesi-offensivi e sbruffoni contro tedeschi-difensivi e coriacei. Ancora una volta si manifesta la superiorità tattica della difensiva. L’Olanda vince con un goal simile a quelli sbagliati da Robben nella finale mondiale con la Spagna. Anche una di quelle partite che, con un goal a un certo punto, possono diventare epiche: Schweinsteiger che segna e si accascia coi crampi, rigore parato da Neuer, goal da quaranta metri di Sneijder al secondo del primo supplementare…

 

Svezia-Francia in confronto è emotivamente nulla (un po’ come Italia–Polonia rispetto a Germania–Francia dell’82). Le semifinali sono sempre asimmetriche. Vince la Francia 2-0 per la regola di Ibra.

 

Finale: Olanda-Francia. Vince l’Olanda.

L’Olanda vincitrice è data a 7.50.

 


 

 

Il diario del Colonnello Lobanovsky è fatto da Matteo Ardente, Lorenzo Laura, Giacomo Summa, Pier Paolo Tamburelli e Pietro Vallone. Se poi volete leggere un’analisi dell’Europeo fatta da persone davvero serie, leggete qui. Sono davvero bravi e fanno questo di mestiere; noi no.

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