Speciale

Si sta come d’autunno

24 Novembre 2011

Spesso ci si sorprende a chiedersi: se qualcuno adesso, ora, in questo istante, senza nessun motivo, per puro sfizio, da un balcone, da una finestra, da un buco nel muro, con un fucile di precisione, un fucile di quelli sofisticati, con il mirino elettronico, la meccanica tutta oleata, il calcio in legno pregiato, se qualcuno, dicevamo, per puro divertimento, o per semplice esercitazione, senza possedere la minima idea di chi sia il suo bersaglio, anzi, senza neanche averlo scelto questo suo bersaglio, ma essendoselo soltanto trovato davanti agli occhi mentre attraversava la strada, se, insomma, un cecchino esperto, oppure un cecchino che si sta facendo le ossa, o perché no? un pazzo, uno che è cresciuto con il culto delle armi, o con il mito del tiratore scelto, un invasato, uno di quelli che la domenica va a giocare alla guerra finta con la mimetica e che, stufo della solita cartuccia al succo di pomodoro, non vede l’ora di sparare con un proiettile vero, di grosso calibro, se uno specialista, quindi, oppure uno di questi balordi, appostato al quinto piano di un palazzo il cui quinto piano coincidesse per mera casualità anche con l’ultimo, mi vedesse attraversare la strada alle dieci di mattina di un giorno feriale, appena uscito dalla bottega dove di solito compro il pane alle dieci di mattina dei giorni feriali, perché così sono sicuro di trovare la ciabatta, che è il mio tipo di pane preferito, se questo maniaco delle armi mi vedesse con in mano la busta di carta marrone che avvolge quasi tutta la ciabatta tranne il cocuzzoletto, il bernoccolino, o qualunque altro stupido nomignolo siate soliti dare alla parte terminale e più croccante del pane, se proprio mentre io questo cocuzzoletto lo stacco, con l’obiettivo secondario di chiudere come si deve la busta di carta marrone e quello primario di papparmelo mentre percorro il breve tratto di strada che separa questa bottega dalla cucina di casa mia, la cucina in cui, tra pochi minuti, forse neanche due, depositerò quella ciabatta appena comprata e che lì rimarrà, ormai monca del suo croccante cocuzzolo, fino a ora di pranzo, se giusto in quell’istante il pazzo, il cecchino, o l’aspirante cecchino, per motivi che esulano dall’umana comprensione, non essendo io un politico, una rockstar o il capobastone di un mandamento mafioso, ma un banale disoccupato che il martedì mattina verso le dieci ha tutto il tempo di uscire a comprare quella ciabatta che il resto dei suoi familiari, tutti lavoratori, a ora di pranzo troveranno fresca, e non dovranno dunque – grazie a questa sua  piccola e perfino piacevole passeggiata –  scaldare nel forno come odiosamente si fa quando in casa non c’è pane di giornata, se dunque questo scellerato, questo balordo, o esperto fuciliere che sia, guardasse a me non come a un essere umano, ma come a un’occasione per fare pratica, oppure come a un pretesto per sfogare l’odio che – chissà poi per quale psicopatica ragione – nutre verso tutti coloro che la mattina dei giorni feriali escono da case francamente molto vicine a negozi di generi alimentari con annesso comodo reparto panetteria dove, con discreta puntualità, il garzone di un fornaio recapita intorno alle dieci ceste traboccanti di ciabatte ancora piuttosto calde, e si lasciasse sopraffare dall’irrefrenabile impulso di collaudare quel nuovo modello di silenziatore comprato su e-bay a un prezzo cui sarebbe stato da scemi resistere, premendo, forse senza neanche accorgersi di quanto insensato sia il suo gesto, il grilletto, e realizzando, sempre in virtù di quel vantaggioso acquisto effettuato online, soltanto parecchi secondi dopo, e soltanto a causa del leggero livido che il rinculo gli lascerà sulla spalla destra, di avere compiuto un omicidio per futili motivi, uccidendomi sul colpo, abbattendomi come il pupazzetto di un tirassegno da lunapark e facendomi stramazzare ormai privo di vita sul porfido di via Roma con ancora nella mano destra la busta di pane senza più cocuzzolo, questo folle, questo mitomane, questo esaltato, questo idiota, esattamente, a cosa avrebbe messo fine?

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