Speciale

Una macchina perfetta: la bicicletta

1 Novembre 2012

Per strada, ai semafori, se ne vedono di tutti i tipi. Eleganti olandesine sempre lucide e fiammanti, bici griffate e rifinite con selle di pelle. Simpatiche Grazielle, recuperate dalle cantine e rimesse a nuovo, personalizzate e decorate con mille colori. Sofisticate fixed, leggerissime e scattanti nel traffico metropolitano. E ancora bici pieghevoli, bici elettriche, vecchie “scassone” malconce e maltrattate nel tentativo di non attirare l'attenzione dei ladri.

 

 

Economica ed ecologica, la bicicletta è il mezzo di trasporto del presente e soprattutto del futuro. E se la benzina si fa ogni giorno più cara (per non parlare di bollo, assicurazione e tagliando) sempre più persone si liberano da questa “schiavitù” a colpi di pedale.
Una scelta vincente, dal momento che le due ruote ci permettono di sfuggire agli ingorghi del traffico cittadino e non costringono a perdere tempo alla ricerca di un parcheggio. Senza contare che ci aiutano a fare un po' di attività fisica, a combattere stress e malumore dopo una lunga giornata di lavoro. E se bisogna affrontare distanze inferiori ai cinque chilometri, il ciclista non teme confronti con gli altri utenti della strada (scooter e auto comprese): arriverà comunque sempre per primo.
In sella a una bici combattiamo la crisi, l'obesità, l'inquinamento delle nostre città, il cattivo umore e la pigrizia. Tanti benefici condensati in una semplice struttura di metallo (il telaio), due ruote, un manubrio e un paio di pedali.

 

Questa “macchina perfetta” però ha bisogno di cure e manutenzione. Per usarla in sicurezza nelle nostre città – tutt'altro che bike friendly – occorre adottare una serie di accorgimenti tutt'altro che scontati. Con il Manuale di manutenzione della bicicletta e del ciclista di città (Ponte alle grazie/Altreconomia) ho pensato ai consigli da dare a un ipotetico automobilista “pentito” che sceglie di lasciare definitivamente l'auto in garage per inforcare, quotidianamente, la bicicletta.
Si parte dagli argomenti più semplici, in primis la scelta del modello più adatto alle proprie esigenze (bicicletta per la città o per escursioni fuoriporta? bici pieghevole o scatto fisso?) e gli accorgimenti da adottare per prendersene cura. Saper riparare una gomma bucata o un filo del freno rotto è essenziale per sopravvivere nella “giungla” metropolitana. Gesti semplici e alla portata di tutti, quindi non si spaventino le ragazze.

 


Il bello della bicicletta sta anche qui: è una macchina semplice e perfetta. Chiunque, con un po' di pazienza, può riparare questi piccoli guasti e tornare in sella in poco tempo. Un'occasione straordinaria per riscoprire il piacere terapeutico del fare le cose con le proprie mani: gesti facili che rilassano, rendono più intelligenti e meno poveri.
Se si viaggia in città, però, non bisogna dimenticare il “galateo” del ciclista urbano, dal rispetto del codice della strada all'eleganza su due ruote: una buona giacca impermeabile è fondamentale per l'inverno, ma chi l'ha detto che il ciclista urbano deve rinunciare allo stile e fasciarsi in tutine di lycra?
Tema importante e da non sottovalutare, la sicurezza: sia quella che possiamo (e dobbiamo) mettere in atto noi ciclisti, sia quella che dobbiamo chiedere agli amministratori delle nostre città. Luci sempre funzionanti, catarifrangenti, campanello e caschetto – non è obbligatorio, ma caldamente consigliato – sono essenziali per la sicurezza di ogni ciclista. Ma spesso questo non basta a evitare incidenti e collisioni con auto o scooter: dall'inizio dell'anno, sono state 161 le persone uccise in sella a una bici.
Sono pochi i comuni italiani che prestano la dovuta attenzione alla mobilità su due ruote. Bolzano, Ferrara, Parma, Padova e Reggio Emilia sono virtuose eccezioni, ma nella maggior parte delle città le piste ciclabili sono quasi inesistenti e spesso malconce, le auto corrono a velocità folle nei centri urbani e portare la bicicletta su un mezzo pubblico è quasi impossibile.

 

Anche da questo punto di vista, occorre rimboccarsi le maniche e “fare massa” per esercitare pressioni sulle amministrazioni locali e chiedere più sicurezza, politiche di sostegno alla mobilità ciclabile. Lo scorso 28 aprile, il movimento #salvaiciclisti ha portato in piazza a Roma circa 50mila persone per chiedere una città più a misura di bicicletta. Un movimento nato dal basso che si è diffuso attraverso la rete, senza padrini o sponsor politici. Da quel momento nelle principali città italiane si sono moltiplicate, iniziative, manifestazioni e flash mob all'insegna delle due ruote. Qualche risultato inizia a comparire all'orizzonte, ma si concretizzerà solo se sapremo fare “massa critica”.

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