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doppiozero riscrive le fiabe italiane su twitter
Oggi lanciamo sul nostro nuovo canale twitter dedicato alla narrazione seriale(@00SerialTw) un progetto sulle fiabe italiane (#00fiabit). Marco Belpoliti riscriverà ogni giorno in 140 caratteri le 100 fiabe italiane (le stesse riprese anche da Italo Calvino), per 100 giorni.
La prima fiaba in 3 tweet:
- - Giovannin passa la notte in un palazzo; nessuno è mai uscito vivo. Da camino scendono braccia, gambe, tronco e testa: è un omone
- - Vinta sfida con paura omone lo invita a scendere nel sotterraneo. Giovannin trova tre marmitte d’oro, una è sua e anche palazzo
- - Diventato ricco Giovannin vive felice in nuova dimora finché un giorno si volta e vedendo sua ombra si spaventa e subito muore
Morale della fiaba: La nostra ombra è l’unica cosa che ci può fare davvero paura, specie se non sappiamo di averla o non le diamo giusta importanza
Link per leggere la fiaba originale.
di seguito la lettera di Marco Belpoliti a Italo Calvino, uscita ieri su La Stampa:
Caro Italo Calvino,
sono trascorsi oltre cinquant’anni da quando Lei si è immerso nel mondo sottomarino delle fiabe privo di ogni fiocina specialistica e di occhiali dottrinari, con la sola bombola d’ossigeno dell’entusiasmo – come scrive nella introduzione al volume che le raccoglie –, ma l’effetto benefico di quel lavoro si sente anche ora. Le Fiabe italiane che Lei ha riscritto attingendo al vasto patrimonio etnografico, antropologico, letterario di ricercatori, scrittori e dilettanti, hanno funzionato come un catalizzatore d’immagini, sogni, ricordi, emozioni, sensazioni, che i lettori hanno avuto modo di provare e accumulare, passando e ripassando, prima come bambini, poi come genitori, tra quelle pagine fitte di fate, streghe, regine, principesse, animali parlanti, oggetti magici, piante, malefici, e altro ancora.
Se c’è una cosa che personalmente ho imparato dalla lettura di questo corpus fiabesco è “l’infinita possibilità di metamorfosi di ciò che esiste”, come Lei scrive nell’Introduzione. Ebbene, oggi noi viviamo uno di questi momenti di trasformazione vorticosa che riguarda le forme e i modi stessi del nostro comunicare, ma anche gli stili di vita, e ancor di più i modi di pensare. Forse sarà giunta anche a Lei notizia, nel luogo dove ora si trova, che da qualche tempo in qua le forme tradizionali del sapere, la stessa cultura umanistica che ha innervato il suo lavoro, sono in grave crisi e stanno subendo una metamorfosi decisiva. Non credo di sorprenderla scrivendo questo dal momento che molte cose di questo repentino cambiamento erano già descritte nelle sue Lezioni americane a metà degli anni Ottanta. Delle virtù che Lei ha elogiato, attraverso riferimenti prevalentemente letterari, due si sono affermate: rapidità e leggerezza.
I ragazzi, naturali destinatari delle sue Fiabe, oggi si muovono velocissimi e leggeri nel Web utilizzando sistemi di comunicazione e di conoscenza che esorbitano dal sistema-libro, che ha invece segnato la sua, e in parte anche la mia, generazione. Non voglio farla lunga, visto che anch’io vorrei essere rapido e leggero, ma è evidente che oggi per raccontare bisogna immergersi in un altro mondo sottomarino, quello di Internet, dei computer, dei cellulari, degli smartphone, dei social network, che catalizzano l’attenzione continua dei nostri ragazzi. Perciò ci è venuta l’idea di riprendere in mano le sue fiabe e raccontarle in un altro modo, usando uno di questi social, il più elementare e veloce, Twitter, che oggi è utilizzato prevalentemente per comunicare da parte di “personalità” politiche, culturali, musicali, televisive, dello show business nazionale e internazionale, o aspiranti tali. Usare quello che gli studenti definiscono “il social dei VIP”, contrapposto a quello della “gente normale”, Facebook, per raccontare, e non solo per creare un legame tra Following, le personalità, e i Follower, i seguaci. Tiziano Bonini, uno che di media se ne intende, teorizza da tempo, sulla scorta di McLuhan, questo uso diverso dei 140 caratteri, per creare una Twitterletteratura. Un media nato per comunicare rapidamente, e in modo economico, non potrà che ricevere il suo plauso di scrittore e di ligure, soprattutto poi se ora proviamo a usarlo narrando in tre tweet, più un quarto di commento-morale, le fiabe che Lei ha raccolto e riscritto. Le fiabe sono un patrimonio collettivo, e non hanno autore, se non chi si situa nell’ultimo anello della catena dei narratori, come Lei stesso ricorda, che aggiunge qualcosa di suo, e così via.
Per fare questo abbiamo creato un vero e proprio canale, come se Twitter fosse una radio o una televisione, perché è nella serialità delle puntate – 100 fiabe da qui a marzo, ogni giorno per 5 giorni – che funziona questa riscrittura e la nostra idea di una letteratura rapida, leggera e multiforme. Si comincia con la Giovannin senza paura, la fiaba più esemplare della sua raccolta. Non so se dalle sue parti si può ricevere il segnale per intercettare il canale di Twitter, in caso positivo la prego di collegarsi a @00serialTw e a #00fiabeitaliane. Ogni suo intervento successivo sarà gradito.
Con molta cordialità, Suo Marco Belpoliti