Speciale
Giorno 13 / Le Antenate viventi
Spesso vado solitaria per boschi e la potenza arcaica che respiro, la suggestione sempre più forte
che mi viene dalle piante, mi innamora e mi convince di questa origine comune, di questo essere
tenuta in vita da loro, dalla loro grazia respirante e fruttificante e rifiorente e accogliente.
I grandi antichi alberi, le vegetali intelligenze: ecco le antenate viventi.
Da quelle proveniamo, da quelle siamo tenuti nella vita. Albere, le vorrei chiamare,
prendendo da Pavese, con devozione e senza timore.
L’animale estatico
C’era un animale
a ripararsi dalla pioggia
sotto un grande abete –
…
questo solo animale circolava estatico
oggi nel bosco. A differenza di tutti
gli innumerevoli altri nascosti
lui – ma una femmina era – lei allora
oggi stava fra altri molto
spaventati da lei – aggirandosi quieta
portava una preghiera
a tutte le piante:
“Sovrane intelligenti innamorate
custodi eccellenti donatrici di fiato
tutto il mio fiato da quando
è cominciato si è sprigionato
da voi alte frondose giganti
creature alberate”. E oggi dunque
l’animale estatico era proprio venuto
nel bosco a portare il suo grazie
un grazie cucito di tacite parole
e piuttosto crescente come ondata
che sale e gonfiando si spande
fino in alto alle cime più alte e giù
penetrante l’apice radicato di quelle
vegetali intelligenze. Che tutto da quelle
a lei era venuto – un ricolmo d’aria
di cibo che i cinquanta e più chili
di ossa e di carne addensati attorno
al suo nocciolo primo che tutto
il suo moto il passo camminato
il pensato e detto e agito
era ben potenziato da quelle
moltissime varissime e belle molto madri.