Speciale

Si ama perché si sono avuti dei libri

28 Giugno 2015

LIBRO. Funzione dei libri nell’origine dell’amore: si ama perché si sono avuti dei libri.

1. [a] Francesca da Rimini e Paolo Malatesta scoprono di amarsi leggendo gli amori di Lancillotto e Ginevra. [b] Werther legge Ossian a Charlotte e questa lettura porta al culmine la passione dell’uno, l’emozione dell’altra. L’amore viene dal libro, l’amore è prima di tutto scritto. Io non faccio che riscriverlo, all’infinito: non saprei che desiderare, non saprei che fare, senza libro che mi guidi. Incontro sempre un libro che dà corpo (linguaggio, racconto, emozione) al mio desiderio.

 

[c] (Dafne e Cloe è il libro di questo paradosso: un amore senza libro antecedente; basta almeno questa enormità per definire “la Natura” – che gli amanti si premurano d’altronde di decifrare come un testo).

 

Al margine: [a] Dante – [b] Werther – [c] Dafne e Cloe.

DANTE: Inferno,

V. WERTHER: 138, sgg; tr. it., p. 125 sgg.

 

2. IL LIBRO ANONIMO

Come borghese, Werther prende i suoi codici dall’alta cultura; prima dell’amore, prima di Ossian, leggeva Omero e ne trasse dei fantasmi di vita piacevole, patriarcale. Tuttavia la passione può nascere fuori dalla letteratura; [a] Werther stesso lo constata rendendosi conto che il giovane servitore innamorato di una vedova è un innamorato del suo stesso genere: «Questo amore, questa fedeltà, questa passione non è dunque una invenzione poetica»). Senza dubbio da qualche parte nel soggetto umano, a qualunque cultura esso appartenga, vi è un Libro, e questo libro comanda al linguaggio degli affetti, all’affetto come linguaggio. Il granatiere Gobain, appartenente alla guardia del Primo Console, si è suicidato per amore; egli senza dubbio non aveva letto né Chrétien de Troyes, né Dante, né Goethe; il Libro conduttore, che lo obbligava in qualche modo a parlare l’amore in una certa maniera (suicidandosi per esempio) era il grande Libro anonimo del Linguaggio, il libro dell’Altro: Libro irreperibile da cui talvolta affluiscono abbastanza chiaramente dei frammenti: le canzoni popolari.

 

Al margine: [a] Werther.

WERTHER: 97; tr. it. p. 94 («Ossian ha preso nel mio cuore il posto di Omero» e 93; tr. it. p. 90).

 

3. LA LETTURA IN COMUNE

Chrétien de Troyes e Ossian sono letti da parte dei due amanti stando insieme, ed è in questa lettura insieme che tutto d’un tratto essi scoprono l’amore. Un terzo linguaggio diviene il luogo dell’incontro degli innamorati (quello di un film, di un disco, si potrebbe dire oggi). Il Libro discende nel duplice corpo e vi si sovraimprime, i due baci si confondono, quello di Ginevra-Lancillotto e quello di Paolo-Francesca, e il cataclisma che riguarda gli eroi di Ossian diviene il “torrente di lacrime” per Charlotte e Werther. Il Libro d’amore non è pedagogico; non insegna a fare l’amore, esso è magico: esso induce a farlo esistere, ha la funzione di una formula operativa, che consiste nel condurre la forza dalle parole agli atti; il Libro è passaggio al reale, acting-out: il bacio nasce dalla carta e viene a posarsi sulle labbra di Paolo e Francesca (la carta – riparo, distanza, decenza, irrealtà, controllo, censura – è rivoltata: il simbolico che trasgredisce il libro è trasgredito).

 

4. IL LIBRO COME RICHIAMO

Ossian, il testo conduttore, è oggi di una grande noia. E d’altra parte, come si può piangere torrenzialmente leggendo un libro (se appena un film sentimentale appanna i miei occhi)? Indubbiamente la sensibilità è storica, cambia al punto da divenire incomprensibile (noi stessi non comprendiamo le nostre emozioni passate). Ma questa spiegazione lascia scoperta un’altra domanda: fa parte forse dello statuto stesso del sentimento amoroso prendere ordini da una fraseologia? Werther e Charlotte sono affascinati dalla storia ossianica, [a] del tutto come, in altro ordine, Bouvard e Pécuchet sono affascinati dai trattati stupidi che essi leggono avidamente e applicano subito: si direbbe che l’ipnosi della passione amorosa comunica necessariamente attraverso l’ipnosi dello stereotipo. Senza dubbio, il fatto è che l’innamorato riceve soltanto l’enunciato del Libro, e non ciò che può fare di esso un oggetto sottile, di classe, una sfogliata di senso. Lettore appassionato e piatto, il soggetto innamorato non si interessa del Testo, ciò che consuma subito è una analogia; il campo in cui si muove è quello della sensibilità analogica, della facilità analogica, in breve del richiamo, oggetto stesso della lettura immaginaria: Ossian è un richiamo amoroso, così falso come il rosa sporco della cappa del matador sul quale la bestia si precipita come se si trattasse di un rosso violento; l’etologia animale è piena di questi surrogati sbiaditi: il maschio artificiale che è presentato alla femmina dello spinarello comune è soltanto un oggetto oblungo con del rosso sopra. Come lo spinarello, l’innamorato non fa distinzioni né di gusto, né di verità – solo di verosimiglianza.

 

Al margine: [a] Bouvard e Pécuchet.

 

5. CONTRO-LIBRO

(«Ieri sera, vagando, sono entrato in una libreria dove ho comprato una buona dose di Nietzsche. Non ho visto che questa lettura concessa allo sforzo che io faccio per “uscirne”. Il che era del resto un po’ illusorio: cose ammirevoli, che mi risvegliano dalla mia fascinazione, ma anche delle parti cupe, e soprattutto, troppo spesso, un lato toreador, una volontà tormentosa di danza, che è quasi... volgare»).

 

Questo testo è tratto da Il discorso amoroso, Mimesis 2015, p. 670, 28,00 €

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