Nerd pride! La strana vita di Alan Turing

18 Gennaio 2013

Dura la vita dei nerd e dei gay nella prima metà del Novecento. Immaginatevi poi una persona che riuniva in sé entrambe le caratteristiche. È questa la storia al centro di Enigma. La strana vita di Alan Turing, il fumetto scritto da Francesca Riccioni e disegnato da Tuono Pettinato che racconta le vicende del grande matematico, padre dell'intelligenza artificiale ed eroe della guerra, e mette insieme nazismo, nerdismo, omosessualità, mele avvelenate, guerra, amore, matematica e codici segreti (Rizzoli Lizard, 120 pagine, 16 euro).

 

Certo, Turing è anzitutto colui che inventò il concetto di “macchina universale”: oggi i computer possono simulare tutto o quasi, dalla tv alla radio, alla macchina da scrivere. E chi non conosce il test di Turing, cioè il modo per distinguere un essere umano da una macchina? Blade Runner non l'avete visto? Sulle equazioni di Turing si basa gran parte della matematica all'opera nell'informatica di oggi. E poi con il suo Colossus è riuscito a decrittare i codici segreti della macchina Enigma usata dalla marina nazista per comunicare segretamente, contribuendo non poco alla sconfitta del Reich. I disegni surreali e cartoonosi di Tuono Pettinato parlano della sua vita pubblica, quella raccontata nei libri di storia. E poi ci sono un sacco di scienzati, da Einstein a Von Neumann, che fanno parte della vicenda di Turing.

 

Ma la parte migliore del fumetto è scoprirne la vita privata e seguirne le disavventure. Povero Turing, un nerd antelitteram, incompreso a scuola, incapace di adattarsi al modo di studiare, parlare, vivere che era richiesto a uno studente dei primi decenni del Novecento. Eppure i nerd ebbero così tanta fortuna, dopo la sua morte. Benjamin Nugent, autore di Storia naturale del nerd (Isbn, 240 pagine, 19,90 euro), sostiene che le fortune pubbliche dei nerd, compresa la nascita dello stesso termine, cominciarono non per caso negli anni Sessanta. Proprio allora lo scienziato, magari fisico o matematico, acquisiva un'importanza sociale inaudita.

 

Erano gli anni successivi al lancio dello Sputnik da parte dei sovietici, quando gli Stati uniti decisero che la supremazia tecnologica era troppo importante per lasciarla al comunismo e investirono, e tanto, in educazione e ricerca. Niente di strano quindi che il nerdismo e tutti i suoi sintomi, anche i peggiori, siano ricomparsi negli ultimi vent'anni, cioè da quando l'informatica è diventata uno dei principali volani dell'economia e da quando i suoi creatori – Page e Brin, Zuckerberg, Woz, Stallman e chi più ne ha più ne metta – sono rockstar. Fai girare soldi o vinci una guerra, e il mondo ti apprezzerà anche se sei un nerd.

 

Ma Turing era anche gay, e troppo nerd per nasconderlo. Anche qui, in anticipo sui tempi. Solo negli anni Sessanta il movimento per i diritti delle e degli omosessuali prese il volo, la data simbolo è il 1969 dei moti di Stonewall, quando migliaia di gay presero a bottigliate la polizia di New York che aveva fatto irruzione in uno dei ritrovi cittadini della comunità.

 

Invece in Enigma si racconta con tutto lo stupore e la tenerezza di un fumetto la vita di un Turing processato e condannato alla castrazione chimica. La sua colpa era la sua omosessualità, e in tribunale si difese dicendo che gli sembrava non ci fosse niente di male. Altro che bottigliate. Dopo mesi di trattamento ormonale Turing era ormai impotente e aveva sviluppato il seno. Fu probabilmente questo a spingerlo al suicidio: nel 1954 ingerì una mela avvelenata col cianuro. Non per caso, a quanto pare, ma perché ossessionato dalla favola di Biancaneve. Il copyright della mela morsicata non ce l'ha certo Steve Jobs. Ah, nel fumetto Hitler è rappresentato come la strega cattiva della favola. Ovviamente Turing è Biancaneve.

 

Gli autori presenteranno Enigma il 18 gennaio a Milano al Piano Terra. Al Museo della scienza e della tecnologia si può ancora visitare la mostra “Tecnologie che contano. Alan Turing tra macchine e computer” dove è esposta anche una macchina Enigma.

 

 

Alessandro Delfanti

@adelfanti

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