Il viaggio di Pianissimo

31 Luglio 2014

Pianissimo, libri sulla strada è la felice invenzione di un amico, Filippo Nicosia, a cui non difettano coraggio e inventiva. La migliore risposta a quelli che vedono sempre nero e a quelli che hanno costante bisogno di flauti e violini. Gli ultra-cinici e i romantici a oltranza, gli apocalittici e gli integrati. Pianissimo è un rasoio di Occam applicato alle belle lettere.

 

Quante volte abbiamo ascoltato la canzone sulla fine della lett(erat)ura? Troppe. Ci è venuta a noia. Ma se è vero che i lettori scappano, se è vero che siamo un paese di aspiranti, autoreferenziali scrittori (a pagamento), se è vero che questo è il peggiore dei Sud possibili e che la Sicilia, ben lungi da piazzamenti degni della Champions League in molte classifiche su servizi, lavoro, decoro eccetera non si è certo fatta perdonare nelle classifiche sulla lettura, Filippo Nicosia, con la sventatezza degli illuminati, o che traspare da certe pagine di Paura e disgusto a Las Vegas, ha puntato tutto sull’Eldorado dei “lettori”.

 

 

Perché se tutta questa mappazza apocalittica è vera, è altrettanto vero che in molte città le librerie semplicemente non esistono. Non. Esistono. O meglio ce ne sono poche, davvero poche. E se manca la materia prima, è un po’ difficile creare o far crescere un pubblico di lettori da quelle parti, o no? Ma il rasoio di Occam aveva già indicato la soluzione più semplice: trasformare un vecchio furgone, rinominato Leggiu, in una libreria mobile e portare i libri lì dove nessun libro è mai giunto prima.

 

Una scommessa avventurosa. Ma che dire, ecco… fin qui tutto bene. Tutto bene quando a Siracusa due ragazzini in motoretta hanno affiancato Leggiu e non hanno saputo tenere a freno la curiosità, travestendola con una patina di scetticismo coatto: “Ma che minchia ha fari cu ‘sti libra?”

 

 

Tutto bene quando, pochi mesi fa, Pianissimo ha fatto una sortita in continente e, a Milano, un mattacchione ha rubato Leggiu, il nostro caro furgoncino con il suo carico di storie. Proprio così. Rubato. Salvo poi abbandonarlo in una stradina e quindi restituirlo con una nuova storia da raccontare. Tutto bene quando è uscito il libro di Pianissimo e quando abbiamo messo in cantiere il nuovo tour siciliano, che partirà tra un po’, in ritardo, ma partirà.

 

E tutto bene quando Filippo Nicosia, perché le cose semplici, proprio, non gli devono calare, ha deciso di stipare Leggiu non con quei libri che hanno un minimo di visibilità, bellissimi o bruttissimi che siano ma comunque vendutissimi, quelli che trovi persino al supermercato. Nossignore. Ma di stiparlo con libri pubblicati da editori medio-piccoli, quelli che con molta difficoltà troveremo nei supermercati. La vera sfida è stata quella di far atterrare gli ufo.

 

 

Una scommessa vinta? O un pareggio, come sentenziò un polveroso, esausto, tragico Fantozzi quando gli chiesero come fosse finita la battaglia di Maratona? Non lo so e non lo posso prevedere, so solo che in un mondo letterario asfissiato dal cinismo, Pianissimo ha rappresentato una boccata d’aria.

 

Al riparo dalle buone intenzioni dei miglioratori del mondo e dalle tempeste avvistate dai catastrofisti, quello di Pianissimo, libri sulla strada è stato “solo” un polveroso, stancante, sfolgorante viaggio, per buttarsi tutto alle spalle e ricominciare da zero, ritrovare i lettori. Un viaggio per parlare di questa faccenda amatissima, la letteratura, con altre persone innamorate come noi. E vedere poi l’effetto che fa.

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