La leggenda del brigatista decollato e la verità

23 Giugno 2011

Giovanni Senzani, il leader dell’ala movimentista delle Brigate Rosse, condannato a diversi ergastoli e tornato lo scorso ottobre in libertà per “estinzione della pena”, sta bene.

Il criminologo che aveva guidato le BR dopo l’arresto di Moretti, condannato a svariati ergastoli perché ritenuto responsabile di numerose azioni terroristiche e, tra le altre, dell’efferata esecuzione di Roberto Peci, reo di essere fratello del “pentito” Fabrizio Peci, sta bene.

Giovanni Senzani parla. Lavora. Si muove in città. Insomma vive, come cerchiamo di fare tutti.

Strano per uno che è stato decollato nel 1988.

Sì, perché un libro appena uscito spiega che il corpo di Giovanni Senzani “già capo brigatista, ex-criminologo, anch’egli in odore di rapporti con i servizi segreti, insegnante di italiano di Ali Agca… nel 1998 fu ritrovato con la testa appoggiata accanto, dentro il bagagliaio di un’auto”.

 

Uccidete il papa. La verità sull’attentato a Giovanni Paolo II, appena pubblicato da Rizzoli – questo il libro di cui si sta parlando - è un saggio costruito con cura, scritto bene, asseverato da un’informazione attenta alle fonti. Gli autori sono Marco Ansaldo, vaticanista e inviato speciale di Repubblica e la giornalista Yasemin Taskin.

Ho cominciato a leggerlo e, via via che procedo, sono sempre più deciso a recensirlo. E credo che, alla fine, lo farò.

Ma prima dovrò capire cosa succede a pagina 126. Lì si elencano i personaggi che hanno a che fare con Ali Agca quando il killer dei “Lupi grigi” arriva al carcere di Ascoli Piceno. Sono in molti a darsi da fare per convincerlo a collaborare nel redigere una ricostruzione “adeguata” dell’azione che lo ha visto protagonista in piazza San Pietro. Quel tentato assassinio del Papa che peraltro Ali Agca aveva già dettagliatamente preannunciato urbi et orbi quando era evaso dal supercarcere turco proprio per cercare di accogliere a modo suo il Pontefice, allora in visita in Turchia. Una ricostruzione opportunamente riveduta e corretta e una “confessione guidata” di Agca circa i suoi presunti mandanti, potrebbe pesare, e peserà non poco, nel gioco di contrapposizioni tra il blocco dell’Est e quello dell’Ovest.

Tra i personaggi che ad Ascoli Piceno frequentano e intrattengono Agca c’è Giovanni Senzani. Sì, il brigatista. Solo che poi nella versione di Ansaldo e della Taskin il brigatista perde la testa. Diventa il brigatista decollato che ora sta bene.

 

Non è un refuso, un lapsus che ha scambiato un nome – quello di Senzani – con un altro. O un criminologo, Senzani, con un altro criminologo. Ad esempio quell’Aldo Semerari, legato alla destra eversiva, affiliato alla P2, consulente di parte ingaggiato da esponenti della Banda della Magliana e della Nuova Camorra, assassinato – e decapitato, lui sì davvero – nel 1982. Da killer della Camorra.

No, qui accade qualcosa di diverso e di miracoloso: da due esistenze turbinose ma assai diverse si fa sbocciare, inquietante, una nuova vita. Esce un inedito profilo biografico che i futuri lettori del libro serberanno in memoria. La leggenda del brigatista decollato continuerà il suo cammino. Mattone della memoria accostato ad altri mattoni contribuirà a costruire la Storia di quegli anni.

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