Quattro poesie / Nessun segno di lotta
Pubblichiamo la seconda delle quattro poesie di Robin Morgan. Qui il saggio introduttivo di Maria Nadotti, e qui la prima delle poesie da lei scelte.
Farsi piccoli richiede un’enorme volontà.
Seduta dal medico, nella sala d’attesa
a osservare il futuro che va e viene,
piegata ad osservarlo che ti fissa
proprio mentre tu provi a non guardare. Raro, lo scambio:
un sorriso di breve, ironica ammissione.
Nell’isolato, sei l’ultima arrivata fra i bambini. Qui
un tempo è stato te ognuno. Ancora stai imparando
che farsi piccoli richiede una grandezza di spirito
che ancora non possiedi – accettare
l’aiuto irritante di chi ti ama, cedere
lasciare perdere, ma non arrendersi. A stento
hai trangugiato quanto riempiva la bottiglia “Bevimi”
e hai sentito che rimpicciolivi. Così il mobilio della casa adesso incombe
pendono i pavimenti, i pomoli delle porte cedono solo
se con entrambe le mani li combatti. Richiede una pazienza colossale
tanto rimpicciolire: diminuito nella notte il sonno,
la tua calligrafia, la voce, la statura.
Sei l’incredibile shrinking woman
piuttosto che la mistica buddista, che serafica
del meno si accontenta. Meno non sempre è più. Eppure
in questo spazio che si svuota, luccica il vuoto
e si fa spazio. Eccolo, il luogo
dietro agli occhi di chi è avvezzo
a ciò che altri chiamano diminuzione.
È un luogo di spietata poesia, è il dono di una presenza
prima ignorata, sommersa dal frastuono quotidiano.
Qui ogni gesto è un proponimento,
vive di coscienza. Nulla è automatico.
Lo riconosci nella provocazione di un bottone,
nel braccio che s’infila nella manica, nell’atto di restare in equilibrio
sul margine del marciapiede, la sera, negoziando con il buio.
Imprese da nulla, chi vi sospetterebbe
la pratica di un’intima e feroce disciplina
dell’essere implacabilmente consapevoli la metafisica?
quanta discreta potenza in questi barcollanti
ballerini, in questi sforzi stupefacenti
per faccende che tanti ritengono irrisorie. Quanta quieta bellezza
qui, in questa mia gente dalla voce gentile, dagli arti irrigiditi.
Quanta fermezza celata dietro ogni placido volto.
Per farsi piccoli ci vuole immensità,
tu piegati, allora, a questa grazia immensa che non cede.
Traduzione dall’inglese di Cristina Alziati e Maria Nadotti.