Murakami Haruki. 1Q84, Libro 3 Ottobre - Dicembre

5 Febbraio 2013

Il disagio della società contemporanea, che vive in balia delle sue incertezze; la letteratura come metafora della vita; l’amore che non si esaurisce, e che anzi si carica di pathos e di rassicurazione di cui l’uomo ha bisogno. Questi i temi portanti dell’ultima produzione letteraria di Haruki Murakami, 1Q84 Libro 3 OTTOBRE-DICEMBRE pubblicato dalla Giulio Einaudi editore (2012, p. 395, € 18,50).

 

1Q84, come opera complessiva, viene raccontata in un arco temporale di nove mesi, durante il quale l’autore narra la vicenda dei due protagonisti la cui vita tenderà a intrecciarsi: Masami Aomame, dal temperamento freddo e distaccato, è impegnata a fare giustizia su un sistema di uomini riuniti nella setta Sagikaka che sono colpevoli della violenza sulle donne; Tengo Kawana è invece alle prese con la riscrittura del romanzo La crisalide d’aria, che lo condurrà in un’esperienza surreale. Tuttavia, nel Libro 3 si unisce un altro personaggio -Ushikawa -che svolge il ruolo di investigatore privato ed ha il compito di fare chiarezza sull’omicidio del Leader della setta.

 

In 400 pagine Murakami tenta la strada dell’amore come potere salvifico al disordine del mondo. Si tratta di capitoli, dal ritmo alternato, in cui il narratore esterno racconta gli eventi che coinvolgono i tre personaggi dalla psicologia complessa e parzialmente approfondita, sebbene vi sia una maggiore caratterizzazione della protagonista. L’ambientazione è onirica, con scarsi dettagli, come per dare l’idea di una società che da un momento all’altro potrebbe sfuggire dalle mani.

 

L’autore procede con maestria e intreccia le tre storie di vita che scorrono parallele e prendono forma quasi fossero origami giapponesi. In poche «piegature» riesce a produrre un’infinita varietà di modi per creare modelli estremamente complicati, proprio come è complesso l’intreccio narrativo che è imperniato di liricità sia dal punto di vista letterario sia musicale. Anche in 1Q84 Libro 3 domina, infatti, la presenza indiscussa della Sinfonietta di Leos Janáček.

 

Emerge, dunque, la continuità tra il passato -in cui è determinante, a livello storico e storiografico, la presenza dell’antica URSS, nonché della polizia segreta dell’età staliniana -e il presente della storia, l’anno 1984, che intreccia gli aspetti socio-politici dello alla quotidianità e alla vita privata. Come avviene nell’opera di George Orwell, il contesto storico-culturale fa riferimento al periodo del Secondo Dopoguerra caratterizzato da un profondo pessimismo che colpisce la fiducia nella borghesia e negli intellettuali.

 

In IQ84, la setta Sakigake ha non poche analogie con le tre grandi potenze totalitarie descritte nel romanzo di Orwell. A differenza di quest’ultimo, Murakami adotta termini non ancora in uso nel 1984, tratti dal contesto contemporaneo che segnalano nella vicenda implicazioni più tipiche dell'attualità rispetto all’anno preso in esame.

 

Inoltre, Aomame e Tengo avranno la consapevolezza che è possibile trovare «il tempo perduto» -in una «ricerca» incessante che li unisce all’archetipo proustiano, significativo per queste pagine quanto quelli kafkiani -, pur con tutta l’angoscia che ne deriva per l’apparente impossibilità di avanzare e sopravvivere in un contesto urbano dai molti problemi sociali. Ma Kafka e Proust, a cui Murakami rende omaggio, non sono gli unici ai quali vengono dedicate le pagine dell’ultimo romanzo della trilogia. Nella sua prosa dai tratti frenetici e allucinati, che conferisco alla trama una complessità onirica, riferimenti e citazioni sono numerosissimi, anche se non sempre esplicitati come avviene, per esempio con il Macbeth di Shakespearee La mia Africa di Karen Blixen.

 

In questo volume conclusivo un altro tema di rilevante importanza è quello della maternità, articolato tramite i complessi concetti di mother-doughter e reciver-perciver. Tuttavia, il ritmo della narrazione subisce un’improvvisa battuta d’arresto proprio nel momento in cui questa tematica sta per essere affrontata di petto. La scrittura alterna infatti momenti di distacco e di allontanamento dal lettore, al pieno coinvolgimento emotivo e alla meraviglia dell’amore presente anche nella storia raccontata da Tengo ne La crisalide d’aria. È questo un espediente metanarrativo che dà l’impronta più marcata alla tecnica di Murakami. Infine, sarà l’amore a vincere sul caos e sulla futilità del mondo; per dirla con le parole di Virgilio: omnia vincit amor.

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