Poesia della decrescita
9 Novembre 2011
La lingua appoggiata sulla terra
come la suola delle scarpe.
appoggiare la lingua
le mani
costruire con gli occhi
col sorriso
riempire il mondo di fiato
e di calore
non di cemento e di strade,
mettere fuorilegge le betoniere
bandire il calcestruzzo
armare solo la pazienza
la dolcezza
amare il vuoto
svoltare con violenza
verso la povertà
svoltare assieme
tornare non al mondo contadino
ma a ciò che c’era prima
che nascesse il mondo
cancellare dentro la testa
i deliri degli ultimi millenni
e stare qui a lodare
quello che non c’è
quello che non abbiamo.
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