Speciale Librerie | Sotto dettatura, senza rinunce

14 Gennaio 2013

> Scrivo queste righe da Abu Dhabi una città stato in cui praticamente non ci sono librerie; è uno dei motivi di tristezza del vivere ad Abu Dhabi, Che peraltro è un luogo capace di produrre grande allegria - in Altri modi.
> Le scrivo queste tre righe servendomi del comando vocale di iPhone e quindi chiedo scusa di eventuali errori interessanti che si produrranno: ma non li cancellerò ( a meno che non stravolgano il senSo, invece di Alterarlo lievemente) perché usare questo strumento rappresenta ora un modo di entrare in rapporto dialettico con il nuovo con l'inaspettato, pur essendo in questo momento Per me una reale difficoltà: e un attentato al 'suono' del giro di frase.
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>> Quando ho letto accorato appello in difesa delle librerie indipendenti relativo alla vicenda dello spostamento della libreria utopia e di altri librerie dal centro di Milano In zone meno  centrali ho subito pensato: ma se queste librerie Anziché 'mondo offeso' e 'utopia' si chiamassero Mc sweeney's la loro sorte commerciale sarebbe la stessa o sarebbe diversa? E in fondo, non sarebbe più intrigante e nuova anche la loro tessutaggine?
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> Ho pensato tante altre cose, anche. ma procediamo con ordine
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> Nelle reazioni che ho letto finora all'accorato appello ho notato alcuni famiglie di  errori o miopie; famiglie diverse ma apparentate .
> la prima famiglia potremmo definirla di tipo ideologico.  Qualsiasi genere di fallimento commerciale all'interno del cosiddetto mercato viene visto da un certo mondo di intellettuale come un fallimento eroico, emotivamente carico.
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> Intendiamoci: Io in linea di principio e in trincea pratica amo abbastanza la libreria utopia come amo e frequento molto e abbastanza di solito sono anche cliente di moltissime altre librerie indipendenti grecità che frequento Per ragioni professionali, con cadenza quasi settimanale, in Italia: cioè Torino Milano e Roma.
> avaramente compro libri su Amazon goccia che cerco di farlo poco perché non è una cosa che soddisfa il mio palato di consumatore.
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> La seconda famiglia è di tipo antropologico.
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Nel problema antropologico mi ci metto anch'io in prima persona e in piena responsabilità. sono un cocciuto cliente di libri indipendenti come già detto e mi sono fatto forza mi sono sforzato a mutare alcune delle mie ossessioni e dei miei gusti cercando di capire come questi oggetti soggetti fisici e urbani possono sopravvivere alla rivoluzione russa digitale che stiamo vivendo (E la stiamo vivendo come fossimo tanti membri della famiglia Romanoff , attenzione, non come i bolscevichi: parlo di noi umanisti)

 



Il problema è che io che frequento librerie indipendenti anche all'estero  -  Per esempio la London Literary Review Bookshop di Londra a Bury Street oppure il librerie indipendenti New York come ABC - con grande piacere e grande soddisfazione, molto di rado compravo libri alla libreria utopia, pur essendo contento che come un virus si procurasse nel paesaggio un po' omologato dell'azolla che unisce la stazione di Porta Garibaldi al fatidico Largo La Foppa.

 



E vero che la libreria utopia offriva uno straordinario spaccato della cosiddetta editoria indipendente e di qualità in Italia è vero che come già scritto rappresentava un virus per il paesaggio della zona qui si trovava ma è altresì vero che vi si respirava comunque un'atmosfera di 'opposizione' che a mio parere non basta più a giustificare nemmeno le modalità più critiche di stare al mondo. Uno stato di arrocco continuo che ricorda da vicino certe stagioni iniziali che si trovano al principio di lunghe dissolvenze: resistere, resistere, resistere. Ma non ci sarà nessun fronte esterno che salverà un modello economico che non si regge in piedi da solo.

Io credo che sia una buona idea Da parte del Comune dare in affitto scontato alle librerie indipendenti alcuni immobili sfitti.
Ma se fosse una panacea?

 

 

Se fra due anni ci Ritrovassimo nella stessa situazione con frotte di intellettuali che si trovano a brindare per l'ultimo giorno di apertura della libreria accorati appelli eccetera eccetera? Siamo sicuri che la questione della graffito di muri sia l'unico problema di un modello di business che forse va rivisto e cambiato e adattato a un mondo che cambia molto più velocemente della testa del intellettuali italiani?

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Le proposte di Cataluccio e ragionamenti e riflessioni di Cortellessa sono condivisibili. Ma non guardano al quadro d'insieme, a mio parere.
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> E se problema - oltre che del Generale disinteresse che la politica mostra per la cultura nel nostro paese -non fosse anche della clientela di queste librerie ? io come la sensazione - ma solo sensazione ? - che molte le persone che si sono indignate e intristite per Lo spostamento delle librerie dal centro alle cosiddette periferie in realtà comprino molto più spesso di quanto non dicano libri su Amazon e su altre librerie on-line: e lo fanno perché più comodo e più contemporaneo è più inevitabile. Poi quando succedono fatti come questi piangono si lamentano che si rivolgono inevitabilmente allo Stato.
> Lo fanno anche perché spesso alcuni di questi librerie sono veramente tra i luoghi meno astrattivi meno contemporanei meno eccitanti che si possono immaginare: per quanto certo siamo meglio della banalità dei luoghi commerciali che affollano con reticente organicità i centri urbani .
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> Il mio consiglio per un libraio che voglia aprire una libreria dipendenti innanzitutto di tipo molto contadino: se vuole aprire una libreria investa o si metta in società con qualcuno che proprietario dei muri non sia dipendente dall'affitto riduca il spesa al massimo possibile diventi astuto come la colomba e furbo come un serpente, come si dice.
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> Il mio consiglio per un cliente di una Reply dipendente quindi consiglio Dom esteso e chi se ne frega del centro, se ci sono delle librerie che solo i sexy irresistibili che danno pace oppure eccitazione allo stesso tempo, o anche in tempi diversi, luoghi in cui è bello stare. se anche non sono perfettamente in centro si svuota al centro di persone interessanti che cosa interessante andranno altrove esattamente come fanno le gallerie d'arte. Questo tipo di atteggiamento intellettuale antropologico della passeggiata in centro indubbiamente un fatto tipico delle città europea di certe città italiane però se vuoi interessanti bigio dal centro le persone interessanti migrano dal centro per fare una passeggiata interessante incontrare altre persone interessanti: qual è il problema?
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> Intendiamoci io penso che non solo le librerie ma l'intera filiera dell'editoria di qualità dovrà prima o tardi godere di trattamenti privilegiati e da un punto di vista fiscale e addirittura dal punto di vista di finanziamenti diretti da parte dello Stato, Proprio come le produzioni cinematografiche necessitano quasi sempre l'intervento del Mibac. Credo che questo accadrà instabilmente e inevitabilmente. ma la cosa drammatica è che potrebbe non bastare: potrebbe non bastare perché Troppo spesso le cosiddette librerie indipendenti predicano unicamente ai già convertiti per usare un'espressione-clichè abbastanza fastidiosa.
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> È vero - Tutta la questione dello scarso indice di lettura nel nostro paese è un problema di non predicare ai convertiti: È un problema complesso che ho affrontato anche usato utilizzando meglio strumenti come il cosiddetto 'centro per il libro'. È È in definitiva un problema politico nemmeno locale ma nazionale e in definitiva un'emergenza nazionale che il prossimo governo il prossimo ministro della cultura forse anche il prossimo ministro istruzione insieme dovranno affrontare di concerto con adeguata visionarietà.
> Tuttavia:  stiamo parlando di librerie di librai e in qualche modo anche di editore e di lettori: Persone individuali singole destini e coscienze che sono responsabili delle proprie scelte ecco quindi che inaspettatamente conta moltissimo il comportamento di ciascuno: i librai indipendenti dovrebbero pensare che tra i propri clienti non dovrebbero figurare soltanto nostalgici degli anni 70 o supporta ravvede più impensate cause rivoluzionarie ma anche professionisti 'integrati' e dotati di una certa Disponibilità di spesa. A loro questa forse inesistente classe di consumatori culturali c'è da chiedere con forza: aprite il portafoglio ! Comprato un libro giorno (io faccio così); acquistate libri in questi luoghi se questi voli sapranno adeguarsi ai vostri bisogni ai vostri desideri estetici al vostro gusto alla vostra caratura. Agli editori all'intellettuale prescrittore va detto forse che dovrebbero iniziare organizzare presentazioni che non siamo più tristi delle lettere di rifiuto editoriale. Forse librai editori lettori scrittori e appassionati di ogni genere dovrebbero prendere a modello -  e se mi consentite l'uso 'privatizzare', cioè far proprio - l'esempio più riuscito di aggregazione del cosiddetto pubblico della lettura in Italia: il Circolo dei lettori di Torino.

 

 

> Un luogo come il Circolo dei Lettoro riesce essere al contempo indipendente e affollato, eppure capace di soddisfare bisogno di solitudine singolarità individualità di ciascun utente e per certi versi anche un buon esempio di integrazione tra fondi pubblici e gestione privata. In altre parole, È un luogo in cui non ci si sente depressi, In cuinon ci si sente parte di una vicenda decadente prossima all'estinzione. Si può dire lo stesso di certe librerie, di catena o indipendenti?
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> Infine vorrei segnalare il fatto che gli editori più accorti a qualunque latitudine si sono già resi conto che il futuro dell'editoria di qualità coincode l'esplosione in tre dimensioni del contenuto. Perchè allora le librerie ma per certi versi perfino alcune edicole non possono diventare megafono tridimensionale nella vita del tessuto reale della città delle città? Perché non posso diventare dei super eccitanti luoghi in cui si produce letteratura saggistica quant'altro in tre dimensioni coinvolgendo tutte le spinte multidisciplinari che contraddistinguono la parte più viva e folgorante della ricerca contemporanea?
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> Certo per fare questo avranno anche bisogno dell'aiuto dei comuni delle regioni dello stato. ma questo aiuto non servirà a nulla se non muteranno anche le menti e i gusti e i tic / orizzonti ideologici degli addetti ai lavori che  vivono con grande forza e rispettabile agitazione questo frangente di cambiamento epocale.

Il modo in cui sto scrivendo ora è poco rassicurante e instabile/ non c'è niente di meno certo che pensare e dettare eleggere propri parole spesso deformate. ma è quasi necessario, Oggi e ora, perché non è una riserva indiana: coincide col mondo come sta diventando. E a suo modo prova anche a incidere, sul mondo e su come sta diventando: Non è una rinuncia.
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> Com'è noto, nelle riserve indiane, a lungo termine, si producono sopratutto vizi, tristezza e giochi d'azzardo. Le riserve indiane sono enormi, Limitatissime, rinunce.
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> Inviato da iPhone

 

p.s.

Io sogno una volta alla settimana librerie imponenti, con scaffali che mi sovrastano come picchi di biblioteche, e volumi straordinari e ordinari che spuntano ogni dove, in pile e stecche, colonne corinzie di avventure mentali, gettoni tastabili di illusioni perfette. È per me impensabile una città ideale senza librerie ,specie dell'usato, produttrici inerti di inaspettate scoperte. Questa notte, per dire, ho toccato e visto una nuova collana inesistente, libri di ogni formato possibile, 14 per 34, 10 per 12, 24 per 36, tutti neri Con una sovraccoperta trasparente che rivelava immagini di pianeti stampati sul nero opaco della copertina, e storie titoli e autori improbabili e riassociati secondo una logica di esplorazione e curiosità, dal momento in cui l'idea si sveglia a quello in cui si Addormenta. Martin Amis che racconta gli anni settanta della NASA, Franco Arminio che racconta cosa significa correre su quelle auto che fanno i record di velocità lanciate nel deserto di Salt Lake City, Louis Pauwels che racconta i suoi incontri con Cèline per la televisione francese degli anni cinquanta.
Visioni come queste mi regalano la certezza Che quando non ci sarà forse più nessuna libreria al mondo io ne costruirò una altissima profondissima inattesa disordinata - e se sarò troppo stanco o vecchio per farlo con le mie mani, lascerò risorse e istruzioni ad altri. Istruzioni per generare un canyon.


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