David Leavitt. Ballo di famiglia
Della dozzina di testi di Leavitt che Mondadori ha pubblicato - tutti nelle traduzioni di Delfina Vezzoli - ora a catalogo non se ne trovano che cinque. È un peccato. Mondadori, molto più di altre case editrici, continua la tradizione, nobile, di essere, per un autore o un'autrice, il suo editore; ne ha certo anche la possibilità economica. Ora non usa più, o usa meno. E nella noia della comunicazione editorale si seguono con scandalo o soddisfazione i traslochi degli autori da una casa all'altra.
In realtà salvo rari casi - per esempio Edmund White che pubblicò prima Einaudi, poi Baldini & Castoldi e che solo ora che è autore Playground riceve le cure e le attenzioni che si merita un grande della letteratura del Novecento - i traslochi se giovano talvolta al singolo libro, o contribuiscono a spolverare nomi e testi che sonnecchiavano in qualche angolo di catalogo, sembrano più delle azioni muscolari degli agenti e dei marchi che delle ponderate azioni di arricchimento del catalogo.
Mondadori è stato fedele e sollecito con David Leavitt, ma ora sembra un po' dimenticarlo. Negli Oscar si trovano quattro titoli – ma Ballo di famiglia è stato ristampato l'ultima volta nel 2009. Nell’editoria contemporanea rendere disponibile per il pubblico tutti i testi di un autore, non è considerato compito né possibile né necessario. Quando Family dancing uscì, nel 1984, Mondadori impiegò solo 2 anni per presentarlo al pubblico italiano. La collana Omnibus accoglieva un po’ di tutto, ma non era come si potrebbe immaginare ora, pensando che Family dancing era un’opera prima e che Leavitt quando lo scrisse aveva solo 23 anni, una collana dedicata agli esordienti, categoria ora abusata, allora di là da venire.
Family dancing aveva già allora la forza di un testo maturo. Raccolta di racconti, Ballo di famiglia fonda per il grande pubblico i topoi gay della letteratura post liberazione sessuale. Per primo, in maniera estremamente efficace, Leavitt – allora inscritto nel grande gruppo dei minimalisti a causa di una scrittura piana, serena nel dettato, mai enfatica, unita a uno sguardo che è partecipativo ma come sospeso, empatico e comprensivo pur restando a distanza dalla materia narrata - apre le porte della letteratura gay alla famiglia, alla quotidianità delle vite inscritte non più fuori casa ma al suo interno.
La famiglia americana è lo scenario, il cuore e il confine dei racconti di Leavitt di Ballo di famiglia. Sui suoi componenti e sulle loro vicende si sono modellati centinaia di personaggi e di combinazioni di storie, in letteratura, al cinema, nelle serie tv. Solo ora che le persone lgbtq fanno famiglia oltre a soltanto abitarla o fuggirne, nuovi topoi superano quelli che Leavitt stabilì agli inizi degli anni ’80.
Non c’era in Leavitt forse questa intenzione, ma lui, giovanissimo, seppe come un sismografo raccogliere e consegnare al futuro ciò che nella vita quotidiana d’ognuno l’avvento dell’Aids stava portando, ridefinendo non solo i rapporti, ma gli stessi personaggi che ciascuno di noi interpreta nella sua esistenza relazionale, affettiva, amorosa. Leavitt seppe vedere quanto l’epidemia devastante, che ammantò di lutto un intero decennio, avrebbe trovato nella compassione, nell’affetto, nella rivalutazione di valori tradizionali, uno dei suoi esiti e per tutti noi una possibile via di fuga dall’orrore della morte allora così presente.
identificazione volume
autore: D. Leavitt
titolo: Ballo di famiglia
editore: Arnoldo Mondadori Editore, Milano
data di stampa: 1986
numero d’edizione: prima
stampatore: La nuova stampa di Mondadori – Cles (TN)
dimensioni: 22 x 14,5 x 2 cm
paratesti
titolo: al dorso e alla prima di sovracoperta in basso; al dorso alla coperta; in frontespizio, in alto; alla pagina dell’esergo, in alto; in capo alle pagine dispari del testo, titolo dei singoli racconti
autore: al dorso e alla prima di sovracoperta in alto; al dorso alla coperta; in frontespizio, in alto; in capo a ogni pagina pari del testo
colophon: alla quarta pagina, in basso
note editoriali: alla quarta pagina, in basso
nota dell’autore: ringraziamento, alla quarta pagina in alto
dedica: alla pagina dell’esergo (pag. 5), in alto a destra
indicazione di collana: all’occhiello: “omnibus”
logo dell’editore: alla sovracoperta, al dorso, in basso, idem alla coperta
responsabilità grafica: non indicata
responsabilità della traduzione: al frontespizio: Delfina Vezzoli
responsabilità della redazione, composizione, impaginazione: non indicata
indice: a pag. 198
sovracoperta: alla prima di sovracoperta: autore, titolo ed editore; all’aletta anteriore: nota al testo, didascalia dell’immagine in prima di sovracoperta: (“In sovraccoperta illustrazione di Margaret Cusak”); all’aletta posteriore: nota biografica, indicazione del prezzo e codice grafico-numerico; alla quarta di sovracoperta: foto dell’autore, in alto a destra crediti fotografici (“foto di Jerry Bauer”).
coperta
struttura: coperta cartonata foderata
materiali: piena carta goffrata tela, rosso corallo
stampa: dorso stampato in oro
sovracoperta
materiali: carta plastificata bianca
stampa: dorso e prima di copertina con fondo nero e testi in bianco, al centro illustrazione a colori; quarta di copertina con foto a piena pagina in b/n; alette bianche con testi in nero
dettagli legatura
cucitura: filo refe, capitello in tessuto rosso e bianco, incollato
taglio corpo del libro: rifilato, naturale
risguardi: semplici in carta avorio
Cristina Balbiano d’Aramengo
Designer Bookbinder a Milano - legatoria, ricerca e formazione
Christel Martinod Graphic designer