Edmund White. Un giovane americano

27 Maggio 2014

Edmund White sarebbe dovuto essere un autore Einaudi. Ha le caratteristiche di contemporaneità, di relazione con la tradizione, di innovazione comprensibile, di glamour, di spocchia – per noi europei – dell’americano che è soggiogato dal fascino dell’Europa. Einaudi lo pubblicò, infatti. Nel 1990, otto anni dopo l’uscita negli Stati Uniti, Einaudi pubblica la versione di Sandro Melani di A Boy’s Own Story, col titolo Un giovane americano; un Supercorallo elegante nella sua superscontata illustrazione di copertina: un particolare di Portrait of an artist (Pool with two figures, 1972), di David Hockney, che nel sistema degli apparati criptici italiani segnalava sempre  nel secolo scorso – con qualche strascico in questo – un testo con storia gay maschile; unico segnale peraltro che l’Einaudi dia per comprendere che questo che si presenta è un romanzo autobiografico che racconta dell’autore, del suo essere americano: del suo essere maschio omosessuale negli Stati Uniti.

 

L’unico particolare ancora più criptico che la redazione einaudiana mette a disposizione è, nella nota bio-bibliografica al risvolto della quarta di copertina, il passaggio finale: “L’autore ha appena terminato la stesura di una biografia di Jean Genet, per l’editore Gallimard”. Il lettore gay italiano un minimo sensibile ai messaggi subliminali fa due più due, Hockney più Genet uguale omosessuale. Triste testimonianza di nota editoriale che si fa scudo al prodotto che presenta, che basterebbe leggerne, sbirciarne, una sola pagina per capire di cosa parla, la narrazione di White essendo interamente e programmaticamente nutrita di sesso, sesso vissuto, raccontato, eluso, desiderato, negato, sublimato, perduto, sesso di maschi con maschi.

 

Sarebbe interessante spendere tempo e energie per decifrare l’omofobia radicale che sostanziava la casa editrice Einaudi – della misoginia che esprimeva un poco s’è parlato. Un’analisi del catalogo, ma ancor più degli apparati e delle traduzioni dei pochi testi di letteratura gay pubblicati, sarebbe in grado di illuminare un’intera classe intellettuale nei suoi gangli più cocciutamente retrivi e ideologici e insieme raccontare un Paese – anche attraverso i suoi rari episodi felici. Ma Un giovane americano dovette avere successo, se due anni dopo, sempre nei Supercoralli, l’Einaudi pubblicava la versione di Sandro Melani di The Beautiful Room Is Empty, del 1988, col titolo E la bella stanza è vuota. Poi l’Einaudi se ne stanca e smette di pubblicarlo, i titoli spariscono dal catalogo. Poi una casa editrice piccola, graficamente dimenticabile, un po’ pasticciona, Zoe, traduce, nel 1999 States of desire (Stati del desiderio. Guida alle città e agli uomini americani), la versione è di Andrea Fossati; Zoe è stata il primo esempio di casa editrice con ambizioni non di nicchia clandestina che in Italia si propose di rendere disponibili al pubblico italiano testi gay. Durò un poco, poi morì. L’anno dopo la biografia di Genet che Einaudi annunciava era pubblicata da il Saggiatore; poi Baldini & Castoldi riprese i titoli einaudiani con poca eco e infine, per fortuna, Playground decise di diventare “l’editore italiano di Edmund White” e ricominciò da capo, facendo ritradurre ciò che era tradotto e tradurre quel che ancora manca; il programma prosegue e felicemente, con copertine perfette di Federico Borghi (sette titoli fra il 2007 e il 2013) e si spera continui ancora, ora che Playground è un marchio Fandango. Con decenni di ritardo l’Italia può leggere White come merita.

 

D’altra parte ancora in Italia si sta a discutere, come fosse interessante, se esista o meno la letteratura gay, o lgbtq, o queer; un ritardo di decenni che purtroppo non stupisce. Un giovane americano, anche in questa versione che sconta per lo meno una scarsa conoscenza dell’argomento e della lingua che serve a descriverlo, pur se usa una lingua molto bella, in sé, è un libro che prima o poi bisogna leggere. Sempre quando si scrive di Un giovane americano si parla, oooh, del giovane Holden. C’è un giovane e c’è un romanzo di formazione. Detto questo forse il Giovane Holden non è l’unico romanzo di formazione cui fare appello nella storia della letteratura. Il riferimento sembra soprattutto un escamotage rassicurante, il perbenismo eterosessuale di Salinger è una muraglia dietro la quale proteggersi dalla forza autorevole e seria, leggera e malinconica, radicale e furiosa di White. Un giovane americano è la prima parte della tetralogia che se il termine allora fosse stato già inventato sarebbe stato di autofiction.

 

White mette in scena sé e descrive il mondo. Erede semmai di Isherwood, ma compiutamente americano – in questo il titolo italiano fu perfetto oltre le intenzioni dell’autore, un’intuizione geniale –  White non è il cantore di un epoca, ma colui che porta alla luce le testimonianze taciute di una vita esemplare, metaforica nella sua concretezza riconoscibile da ognuno, saggia, seria, rigorosa, dolente.

 

identificazione volume

autore: E. White

titolo: Un giovane americano

editore: Einaudi, Torino

data di stampa: 1990

numero d’edizione: prima

stampatore: Stamperia Artistica Nazionale – Torino

dimensioni: 22,5 x 14,5 x 1,7 cm

 

paratesti

titolo: al dorso e alla prima di sovracoperta, in alto; al dorso, alla coperta; in frontespizio e alla pagina dell’esergo, in alto; in capo ad ogni pagina pari del testo, in alto

autore: al dorso e alla prima di sovracoperta, in alto; al dorso, alla coperta; in frontespizio, in alto

editore: alla prima di sovracoperta, in basso; al frontespizio, al centro

logo dell’editore: alla coperta e alla sovracoperta, al dorso in basso; alla pagina dello stampatore, in basso

colophon: alla seconda pagina, in basso

note editoriali: alla sesta pagina, in basso

dedica: alla pagina dell’esergo (pag. 5), in alto a destra
indicazione di collana: assente

responsabilità grafica: non indicata

responsabilità della traduzione: al colophon: Sandro Melani

responsabilità della redazione, composizione, impaginazione: non indicata

indice: da pag. 215 a pag. 217

copertina: alla prima di sovracoperta: autore, titolo ed editore; al dorso (di coperta e sovracoperta): autore, titolo e logo dell’editore; all’aletta anteriore: nota al testo e didascalia immagine di copertina: (“In sopracoperta,: David Hockney, Pool with Two Figures, 1971”); all’aletta posteriore: segue nota al testo, nota bio-bibliografica; alla quarta di copertina: blurp anonimo in basso, codice ISBN, indicazione del prezzo

 

coperta

struttura: coperta cartonata foderata
materiali: piena carta goffrata tela, verde acqua
stampa: dorso stampato in nero

 

sovracoperta

struttura: copertina avvolgente con alette

materiali: carta plastificata bianca

stampa: testi in nero; prima di copertina con opera di Hockney a colori; alette con testi in nero


dettagli legatura
cucitura: filo refe, capitello in tessuto verde acqua, incollato
taglio corpo del libro: rifilato, naturale
risguardi: semplici in carta avorio

 

Cristina Balbiano d’Aramengo
Designer Bookbinder a Milano - legatoria, ricerca e formazione


 

Christel Martinod Graphic designer

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