Ragazze oltre i confini
Siamo in area otto marzo e mi fa piacere parlare di donne. Non sono mai stata un’accanita festeggiatrice della ricorrenza ma se c’è un motivo valido, perché no? Non farlo sarebbe come perdermi una partita della nazionale ai mondiali.
Quindi ho ascoltato un po’ delle ultime voci femminili in circolazione ultimamente ed è stato un bel tour fin’oltroceano.
Ho avuto la conferma che Nashville è un terreno sempre fertile per la musica di qualità. L’ultima giovane promessa locale si chiama Caitlin Rose ed ha in uscita il suo secondo album, The Stand-In, proprio in questi giorni. Caitlin ha soffiato una ventata di freschezza sul country, mettendoci la sua faccia naif da moderna Loretta Lynn e circondandosi di musicisti con l’aria spaesata da nerd. Ma è rimasta fedele alla semplicità rurale del genere e alle tematiche di difficoltà quotidiane e cuori spezzati con cui è cresciuta, anche perché, oltre a provenire da Nashville, sua madre Liz Rose è una nota cantautrice country. In occasione del Record Store Day del 2012, la Domino Records le ha chiesto le cover di due canzoni di Alex Turner degli Arctic Monkeys dalla colonna sonora del film Submarine: una delle due è Piledriver Waltz.
Poi, restando negli Stati Uniti, dalla campagna ho fatto un salto nella Grande Mela, atterrando sulle atmosfere glam di Brooklyn. Nello scenario della musica indie la nuova frontiera è la metro-classical. Charly e Margaux, due giovani e belle musiciste, si sono conosciute e innamorate - artisticamente - l’una dell’altra. Una suona la viola e l’altra il violino. Hanno una formazione classica tradizionale su cui innestano elementi jazz, blues, world, folk e in attesa delle Gallerina Suites in uscita a marzo, in rete si può ascoltare e scaricare il loro album Laced.
Cate Le Bon invece non è parente di Simon, come potrebbe pensare istintivamente chi è nato negli anni ‘70, e non ha neanche un nuovo disco in questo momento (la pubblicazione dell’ultimo, Cyrk, risale a circa un anno fa) ma credo che meriti un po’ di attenzione. Dagli accenti vagamente folk degli esordi è approdata ad atmosfere decisamente più psichedeliche. Si è fatta notare per il suo modo di cantare underground alla Nico ma le sue sono melodie portatrici sane di ipnosi, senza troppe ombre, hanno anzi una serenità associabile alla sua terra, il Galles. Sulla sua strada ha incontrato il compatriota e più conosciuto Gruff Rhys (almeno laggiù, dove ha vinto il Welsh Music Prize nel 2011) con il quale ha collaborato al progetto Neon Neon nel 2008. Più di recente ha incrociato anche Annie Clarke (St. Vincent), e l’ha seguita nel suo tour del 2011. La filosofia di Cate mi sembra sia racchiusa nel video di Fold The Cloth, primo singolo tratto da Cyrk: il vero sballo è rincorrersi per prati con la nipotina Greta.