Casa d'artista / Il mistero di Lord Leighton

1 Settembre 2016

È curioso come le abitazioni a volte riflettano in modi misteriosi la personalità di chi le ha abitate: la casa del pittore Frederic Leighton (1830-1896) a pochi passi da Holland Park è estetizzante e misteriosa come il suo padrone, un uomo che in vita è stato abbastanza importante da essere stato proclamato baronetto a Windsor e successivamente seppellito a Saint Paul con l'approvazione della Regina Vittoria e che ha lasciato così poco di personale dietro di sé – niente lettere, niente diari, poche testimonianze delle persone che lo conoscevano – che della sua vita privata si sa pochissimo.

Sappiamo che non si è mai sposato e che ha avuto una lunga relazione con la modella Dorothy Dee, ma di questa relazione non rimane traccia: il figlio che forse i due hanno avuto insieme non è mai stato riconosciuto dal pittore. Altri dicono che Leighton fosse omosessuale, e che nell'ampio studio al primo piano della casa, dove ora si trovano i suoi quadri e un pianoforte, si tenessero riunioni di soli uomini. Ma i muri sono silenziosi, e niente, a centoventi anni di distanza dalla sua morte, prova o smentisce queste voci.

 

Curiosamente i curatori del museo che ora occupa la sua casa sembrano aver fatto propria questa attitudine al silenzio e alle chiusura in sé stessi: alle pareti non ci sono didascalie introduttive alla vita della persona che ha abitato la casa o alla sua opera ma solo schizzi preparatori ai quadri; nelle sale lo staff siede silenzioso su sedie in vimini intrecciato e una guida racconta nel dettaglio le particolarità e le differenze delle ceramiche di Iznik che ricoprono le pareti; all'ora di chiusura del giardino sul retro, anch'esso spoglio per i canoni dell'epoca vittoriana come se riflettesse il riserbo della casa, una donna anziana cammina sotto il pergolato di rose suonando una campana.

 

Leighton, che era tanto famoso in vita, oggi come pittore è sconosciuto ai più: invece godono di molta fama quei preraffaelliti a cui era stato associato pur essendo, nel profondo, un classicista. Dei quadri preraffaelliti i lavori di Leighton condividono le ambientazioni, non la sensualità decadente; la forma e non l’essenza; sono oggetti chiusi in sé stessi, privi di punti di fuga capaci di generare autentico desiderio. La sua casa, oggi meta di un turismo raffinato e discreto, ha portato fino a noi la traccia dell’uomo che l’ha abitata: nello splendore del grande ingresso in stile arabo, con il pavone impagliato, la piccola fontana quadrata, le gelosie ispirate al palazzo moresco palermitano della Zisa. Una bellezza che tuttavia, come in un racconto di Borges, altro non fa che aiutare a custodire il mistero. 

 

(maggio 2016).

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