Fotgrafia Europea 2018 / (Altre) Avventure di Lorenzo

18 Aprile 2018

 

 

 

La nuova edizione di Fotografia Europea si pone sotto l’egida della  “rivoluzione dello sguardo e della visione” una delle conseguenze che proprio la nascita della fotografia ha determinato. Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie è il tema portante della tredicesima edizione, curata dal Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani

 

Lorenzo Tricoli, (Altre) Avventure di Pinocchio, book covers, 2016, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.


Nel maggio 2012 una delle edicole del quartiere Isola, a Milano, rimane chiusa e abbandonata per qualche tempo. Lorenzo Tricoli, fotografo, chiede alla proprietà il permesso di poterla utilizzare per esporre un progetto in progress svolto proprio in quella zona: SYL – Support Your Locals, questo il titolo. Si tratta di una approfondita indagine sociale, di matrice artistica, che si rivolge direttamente alla gente del luogo. Sono tempi in cui il volto della città sta cambiando e Lorenzo documenta la progressiva trasformazione del quartiere da zona popolare a zona di pregio. La “mostra dell’edicola” diventa un evento performativo che evidenzia fin da subito un’idea non convenzionale di come fruire la fotografia. In seguito, quelle immagini saranno stampate in una rivista di grande formato, l’autore la distribuirà gratuitamente tra gli abitanti del quartiere, portando l’ignaro lettore a interagire, suo malgrado, con il posto in cui vive.

 

https://vimeo.com/112803705

Edicola, 2012. 

 

Ma chi è Lorenzo Tricoli? “Sono nato a Milano nel 1965; era il 10 Agosto, il giorno delle stelle cadenti, il giorno di San Lorenzo. Mi è stata data una missione: ispirare gli altri attraverso l’arte. E di questo mi occupo, con passione e cura”. Compie gli studi fotografici presso lo ICP di New York, incontra Richard Avedon, frequenta il mondo della moda e del design come fotografo indipendente, producendo campagne per noti stilisti e servizi per le più importanti riviste del settore. 

Contemporaneamente inizia a lavorare alla propria ricerca personale in seguito alla frequentazione di numerosi artisti internazionali conosciuti anche grazie alle attività della libreria Micamera con la quale stringe uno stretto rapporto di collaborazione.  

La sua biografia artistica ce la racconta invece un’ampia retrospettiva dal titolo The Archive You Deserve – T.A.Y.D che sta per essere inaugurata a Reggio Emilia, nell’ambito del Festival di Fotografia Europea 2018 dedicato al tema: Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie.  

 

The Archive You Deserve fin dal titolo ci introduce all’interno della forma ironica e irriverente con la quale Tricoli è uso mostrarsi: sembra voler sottolineare che un Paese come l’Italia non possa che meritarsi questa “Storia”. 

 

Lorenzo Tricoli, Autoritratto dietro passepartout, anno sconosciuto, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.

 


Lory, 2014, © Emiliano Biondelli.

 

Con il suo occhio sempre vigile, Lorenzo Tricoli raccoglie informazioni e immagini, immagazzinando ogni cosa lo interessi, spaziando tra politica, cultura, costume, cronaca, ambiente e molto altro ancora. Possiede una straordinaria capacità di vedere il “bello”, anche dove non sembra esserci, che ha origine nella sua “vita precedente” quando, grazie alla madre Anna Riva, affermata giornalista di moda, entra in contatto con personaggi di rilievo e artisti del calibro di Andy Warhol. Grande divoratore di riviste e finissimo esteta, comincia a collezionare ritagli di tutto ciò che cattura la sua attenzione, catalogandoli in vetusti faldoni, creando macro temi cui attribuisce titoli in apparente contrasto con la sua esplosiva vita creativa fatta di cuore e bellezza. Bombe, delirio, distruzione, protesta, barricate, Berlusconi, urlo, ultras, reali, violenza di stato, Vaticano, sono alcune delle 34 diverse categorie che giungerà a catalogare.

 

Lorenzo Tricoli, The Archive You Deserve, 2002-2017, Tag Militari, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.


Lorenzo Tricoli, The Archive You Deserve, 2002-2017, Tags, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.


La summa di tale catalogazione confluisce nel progetto (Altre) avventure di Pinocchio che appare come un grande affresco storico/artistico/sociale del Novecento italiano, pieno al contempo di particolari affascinanti e mostruosi. Possiamo dire che il desiderio recondito di Lorenzo Tricoli è quello di rendere dignità estetica ad ogni “fatto”, per quanto assurdo possa essere, dove per estetica intendiamo la dottrina della conoscenza sensibile. Ogni particolare di questo progetto è curato dall’autore nei minimi dettagli, un atteggiamento che crea nuovi canoni estetici e impone al fruitore un diverso modo di guardare. “È stata un’avventura quasi psichedelica – dice all’amica Giulia Zorzi in una telefonata parlando degli avviamenti di stampa del Pinocchio – Nel momento in cui iniziavamo la sessione di stampa mi è venuto in mente… ti ricordi il libro Scarti di Chanarin e Broomberg? […] loro però avevano solo le immagini mentre qui c’è il testo che si sovrappone e crea delle forme… Non hai idea della bellezza…”.

 

https://vimeo.com/194261888

Book-trailer del libro d'artista (Altre) Avventure di Pinocchio, di Lorenzo Tricoli.

 

Col passare del tempo il percorso di Tricoli si sposta dalla moda verso un contesto sempre più artistico/sperimentale. La dicotomia che scaturisce da questa doppia vita lo renderà sensibile a stimoli sempre nuovi che arriveranno a sfociare nella identificazione di almeno tre o quattro idee creative alla settimana, come testimonia Emiliano Biondelli, tra i suoi più intimi amici. Tale bulimia creativa lo accompagnerà per tutta la vita fino alla prematura scomparsa, nel febbraio del 2017, consegnandoci un artista che nel proprio lavoro è stato in grado di coniugare con attenzione spasmodica la forma (niente affatto casuale ma con una precisa estetica) con il contenuto, sempre altamente sociale. 

 

 

Lorenzo Tricoli, Barricades Will Increase Your Happiness, 2015-2016, dal progetto The Archive You Deserve, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.


Significativa in tal senso è la sede espositiva scelta dal Festival per ospitare la mostra. Villa Zironi è infatti una ricca dimora borghese decadente, che ben si adatta all’opera e all’evoluzione di Lorenzo Tricoli. “Fin dal  primo sopralluogo – racconta Federica Chiocchetti, creatrice della piattaforma Photocaptionist e curatrice della mostra – lo spazio mi suggeriva, stanza dopo stanza, cosa avrei dovuto esporvi. C’erano delle affinità tra quei luoghi e quelli in cui Lorenzo aveva vissuto e la cosa più incredibile che mi è capitata è stata aprire un armadio nello studiolo e scoprire che conteneva 34 cassetti, tutti contrassegnati da altrettante targhette: un archivio con lo stesso numero di catalogazioni che Lorenzo aveva individuato per il suo!” 

 

Lorenzo Tricoli, The Archive You Deserve, 2002-2017, Logo, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.

 

Lorenzo Tricoli, Self-Portrait da (Altre) Avventure di Pinocchio, 2016, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.


La mostra si articola in quattro sezioni che abbracciano la gran parte dell’attività artistica di Lorenzo Tricoli. Partendo da un richiamo sonoro ispirato a una delle sue attività più amate, quella di DJ, denominata Sigla, il percorso si sposta in diverse sale che accolgono l’opera “madre” The Archive You Deserve, una sorta di blob in iper lievitazione che ha permesso la crescita della maggior parte dei progetti dell’autore, molti dei quali inediti. Si passa poi per il salotto buono dove, ironicamente, incontriamo il provocatorio lavoro dal titolo Bunga-Bunga, con i volti artefatti delle “donnine” di Silvio Berlusconi. Si approda infine nella cucina, luogo che rimanda alle vicende del Pinocchio collodiano nelle mani di Mangiafuoco, dove trova collocazione (Altre) avventure di Pinocchio e in cui finisce cucinata la Storia italiana del Novecento. 

 

Lorenzo Tricoli, Bunga Bunga, 2014, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.


(Altre) avventure di Pinocchio si rivela essere una mappa accurata che mette a nudo il “burattino Italia” con l’intento di spingerlo verso una consapevolezza che gli mostri, invece, la sua natura umana. Rappresenta altresì l’elaborazione di un modello fruitivo multidisciplinare, che utilizza la parola scritta e l’immagine, innestando un libro fotografico in un libro di letteratura. Creando un nuovo linguaggio narrativo, Tricoli gioca, nel suo modo ironico e irriverente, usando forme tipografiche precise, una grafica che conduce l’immagine e la parola a una forma unica. Il gioco condotto dall’autore mette in luce le infinite intersezioni che mostrano le connivenze del Bel Paese con il “malaffare”. I 36 capitoli – gli stessi del libro di Collodi – accostati gli uni agli altri, seppure con evidenti salti temporali, denotano l’attenzione maniacale che l’autore pone nel ricostruire il quadro generale senza il quale la Storia non può apparire. L’ossessione che l’autore si impone nell’accumulare ritagli, fotografie, libri, oggetti, diventa qui una rete che genera “nuova informazione”. Lorenzo Tricoli crea, nel tempo, quello che possiamo definire un arcaico elaboratore dal quale possono essere continuamente estratte informazioni di politica, cultura, società, necessarie a portare in luce la realtà occultata. 

 

 

Lorenzo Tricoli, (Altre) Avventure di Pinocchio, dummy, 2014-16, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.

 

Lorenzo Tricoli, The Archive You Deserve, 2002-2017, Playing Cards, courtesy Archivio Lorenzo Tricoli.

 

Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi può a buon titolo essere considerato uno dei libri “italiani per eccellenza”. Al suo interno l’autore fa sfilare i “personaggi” dell’Italia del tempo, i quali non hanno smesso oggi di essere come allora: un po’ ridicoli, anche di fronte a situazioni serie. Dunque l’operazione che Lorenzo Tricoli effettua è oltremodo quella di attualizzare una Storia che si ripete, sempre uguale. Possiamo dire che il “Pinocchio” di Tricoli va nella direzione dello svelamento di un mistero a maglie strette di cui tuttavia si conoscono molto bene i fili. Come in una matrioska dove lo stesso elemento ripetuto ci dice che ciò che sta fuori è esattamente uguale a ciò che sta dentro, il contenitore Pinocchio è la Storia grande che al suo interno contiene quella minore, la propria, ed è questo il motivo per il quale l’autore spesso inserisce se stesso nei suoi lavori, intendendo così sottolineare che la Storia grande è formata dalla storia di ognuno. Il burattino è l’autore stesso (siamo noi), che nel momento in cui scopre il mistero degli incastri diventa umano, uscendo dalla propria storia personale per entrare in quella del mondo, ma con la consapevolezza di esserne parte integrante. 

 

La mostra rimarrà aperta fino al 17 giugno presso Villa Zironi, Reggio Emilia. Domenica 22 aprile, in Piazza Martiri del 7 luglio, alle ore 10:30, si terrà la conferenza L’opera di Lorenzo Tricoli: irriverenza, humor e politicamente scorretto, con interventi di Federica Chiocchetti, Emiliano Biondelli, Lina Pallotta e Giulia Zorzi.

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