22 marzo 2022 / Giornata Mondiale dell’acqua
Antonella Anedda, Franco Arminio, Umberto Fiori, Gianni Montieri, Fabio Pusterla, Giuliano Scabia
Senza l’acqua non c’è vita sulla Terra. L’acqua è preziosa. Possiede poi tante declinazioni: acqua da bere, acqua per lavarsi, acqua in cui nuotare. L’acqua e le sue immaginazioni sono al centro dei sogni, delle attività oniriche e fantastiche di uomini e donne. In collaborazione con Valmora abbiamo dedicato uno speciale all’acqua pubblicando poesie, prose e scritti di autori italiani e stranieri. Ripresentiamo in questa sede 5 poesie di autori italiani.
Antonella Anedda, Bambina e acqua
Ferma come una biscia che si finge morta
ma con gli occhi spalancati sul fondale
guardava l’acqua in cui bere senza sale
senza la gola amara, solo la lingua liquida del fiume
tra le foglie di frassino e il canneto.
Sopravviveva in quel verde – in una tregua
mentre il greto le asciugava il vestito
con una luce di erba, ossa, ghiaia.
Pubblicata il 31 gennaio 2018
Franco Arminio, La prima volta che ho visto il mare
La prima volta che ho visto il mare
avevo diciassette anni.
A quell’età non mi lavavo le ascelle
e non avevo capito a che serviva il bidet.
Al mio paese non ci sono fiumi
e non c’è nessun lago nelle vicinanze.
Neppure l’acqua bevevo a quel tempo,
solo aranciata Fanta e le gassose.
L’unica acqua che mi piaceva
era la neve
Pubblicata il 24 luglio 2018
Umberto Fiori, Centri
Mi piacciono i convegni, le conferenze.
Mi piace il silenzio severo di un’aula magna,
di una biblioteca rionale.
Amo le mezze luci di queste sale,
le file di poltrone rosse, blu,
e le tende lì intorno, il brusio del pubblico.
Come in un campo pellerossa il fuoco
che splende e sale
mentre la danza si scatena, ecco
laggiù, sul tavolo, al centro della scena,
limpida e ferma,
la bottiglia dell’acqua minerale.
Pubblicata il 21 marzo 2018
Gianni Montieri, Qualcuno e i suoi passi
Qualcuno e i suoi passi
dentro il suono che fa l’alba
una specie di rumore
una sorta di stupore
un momento dopo l’altro
un piede dopo l’altro:
il gabbiano fermo a San Tomà
l’odore di caffè che viene da un bar
il gatto alla Scuola Grande di San Rocco
il ponte dove mi hai aspettato
la prima volta;
credevo di sbagliare strada
e invece l’ho trovata
così mi trovano i canali
che spuntano e non so
se l’acqua applauda
ma mi accompagna.
Pubblicata il 16 ottobre 2018
Fabio Pusterla, Non ho memoria di me
Non ho memoria di me, ma precipito
sempre. Sono un’acqua costretta dal basso
che chiama, dal mare
salmastro promesso. Eppure tra il mare
e l’origine avverto un mistero
di nuvole e nebbia.
Dilago e mi perdo, svanisco nel nulla,
ritorno. E quegli alberi eterni, che pendono
sopra le rive, mi sfiorano
come augurando qualcosa al passaggio.
Vorrei forse
potermi fermare, dormire,
radici serene, sicure. Impossibile.
Questo non mi è
concesso. Né sosta,
né fine.
Pubblicata il 1 maggio 2018
Giuliano Scabia, Mater aqua
LEI
la chiara la dolce
LEI
la pura la scura
LEI
la goccia la pioggia
LEI
la nube la neve
LEI
la nebbia la brina
LEI
l’onda la fonte
LEI
la rugiada la sorgente
LEI
la fresca la frusciante
LEI
la corrente la trasparente
LEI
la mormorante
LEI
la dispersa l’evaporata
LEI
la vergine l’immacolata
LEI
la solcata l’ondeggiata
LEI
l’inquinata l’avvelenata
LEI
l’attesa l’invocata
LEI
generatrice
LEI
annegatrice
LEI
dissetatrice
LEI
traboccante travolgente
LEI
acquana piovana anguana
LEI
onda marina
orlata di schiuma
LEI
emersa
Afrodite
LEI
senza cui
nessuna
vita
è.
Pubblicato il 20 febbraio 2018