Fine lines. Vladimir Nabokov’Scientific Art / Le farfalle di Nabokov

7 Settembre 2016

Fine lines significa linee sottili, ma anche belle: si allude in questa raccolta alla grafica raffinata dei disegni che Nabokov ha dedicato alle farfalle. L’autore di Lolita, Pale Fire, Ada – scrittore, poeta, drammaturgo – era anche un entomologo appassionato. Nato a San Pietroburgo, dopo la rivoluzione lascia la Russia per la Gran Bretagna, la Germania, la Francia. Quando nel 1940 si trasferisce negli Stati Uniti è un romanziere dallo stile ibrido, sospeso tra la letteratura russa e la narrativa europea, ma la sua lingua è ormai l’inglese. All’università di Harvard riorganizza la collezione di farfalle; in particolare si interessa alla famiglia dei Licenidi, al gruppo chiamato comunemente Blues per il celeste pallido delle ali. Posate sull’erba ad ali chiuse sono mimetiche, ali dai colori spenti punteggiate di macchioline, come si vede nella copertina del volume, ma quando si alzano in volo mostrano l’azzurro della pagina interna delle ali, più acceso nei maschi, un richiamo sessuale.

 

In copertina, la pagina esterna delle due ali di una farfalla Licenide. Quando la farfalla si posa, ad ali chiuse i colori sono spenti, ravvivati da piccole macchie nere, bianche e arancioni. 

 

Chi si aspetta, sfogliando Fine lines, delicate farfalle azzurrine rimarrà deluso: 92 figure in bianco e nero, più 36 tavole a colori, dedicate a organi genitali maschili di aspetto bizzarro. Le ali delle farfalle occupano le ultime 25 tavole, per lo più frammenti, ingrandimenti di macchie che ricordano gli occhi della coda del pavone, appena qualche tocco di blu. Nabokov sceglie di rappresentare la pagina esterna delle ali perché il disegno delle macchie è molto più variabile dell’azzurro della pagina interna tra le diverse specie. Ma sono le simmetrie e le asimmetrie dei genitali a catturare la sua attenzione: uncini, cappucci, speroni, spazzole, gomiti, avambracci.

 

Da qui certe note visionarie di Nabokov, aggiunte accanto ai suoi disegni: dettagli di organi maschili che sembrano “roast chicken”, un pollo arrosto, “head of a caterpillar”, cioè il capo di una larva dai grandi occhi, oppure il particolare di un fallo “wonderful like an elephant”, meraviglioso come un elefante in miniatura! Sono indizi della sua attitudine a estrarre e rendere vivo il dettaglio in margine alle sue lunghe osservazioni scientifiche al microscopio. “Il mio scopo non è essere apparentemente faceto o grottescamente oscuro – scrive nel 1973, pochi anni prima della sua morte, in Strong Opinions (Intransigenze, Trad. it. di Gaspare Bona, Adelphi, 1994) una raccolta d’interviste e saggi – ma esprimere quello che sento e penso con la massima attinenza a quello che è vero e che percepisco.” Una dichiarazione d’intenti questa che forse si può estendere ai suoi romanzi. 

 

 

Alcuni disegni degli organi genitali suggeriscono all’autore altre immagini fuori contesto, come risulta da piccole note aggiunte alle meticolose misure e descrizioni che punteggiano le sue schede. Il pollo arrosto della Fig.1 è in alto a sinistra, il capo di una larva della Fig. 14 in alto a destra, l’elefante della Fig. 69 in basso. 

 

Scrive nel ‘45 alla sorella Elena: “Immergersi nel meraviglioso mondo cristallino del microscopio, dove regna il silenzio, il suo orizzonte limitato, un’arena di un bianco accecante – tutto questo è così eccitante che non riesco a descriverlo”. Questo universo di dettagli ipnotizza e imprigiona Nabokov. Centinaia di campioni da dissezionare per isolare le macchie di un’ala o i genitali maschili; e poi ingrandire, misurare, confrontare gli organi interni catturandone la sagoma bidimensionale, grazie alla camera lucida annessa al microscopio, che ne proietta su un foglio l’immagine ingrandita: alla fine di questo viaggio nella minuscola ingegneria naturale la sua vista sarà seriamente danneggiata. 

 

Perché questa ossessione per le architetture fantasy dei genitali maschili? Il confronto dei genitali è un modo per distinguere le specie assai più efficace e informativo del colore delle ali. Due specie che sembrano identiche per il disegno e la sfumatura delle ali, formate da minuscole squame sovrapposte come le tegole di un tetto, possono avere genitali molto differenti. È l’ipotesi lock and key: i genitali maschili hanno forme diverse nelle varie specie perché si adattano alle vie genitali femminili come una chiave a un lucchetto, così da evitare incroci che diano luogo a forme ibride e sterili. La morfologia dei genitali esterni e interni assicura l’isolamento riproduttivo, è una barriera tra le specie insieme ad altri fattori, come il volo di corteggiamento e i feromoni afrodisiaci, il profumo per attrarre l’altro sesso, che è caratteristico di ogni specie. L’aspetto esterno può ingannare l’entomologo: per adattarsi all’ambiente specie diverse a volte finiscono per evolvere colori molto simili, mentre i genitali sono un carattere diagnostico robusto, utilizzato anche oggi: l’approccio di Nabokov è senz’altro innovativo per gli anni ‘40.

 

In un saggio incluso in questo volume Naomi Pierce, oggi curatrice della collezione di Lepidotteri ad Harvard come già Nabokov, sottolinea la complessità e variabilità dei genitali maschili, che co-evolvono coi genitali femminili nelle forme più stravaganti anche per stimolarne la recettività. La scelta del partner da parte della femmina, che è in genere più choosy, più selettiva, rispetto al maschio, può modellarne la forma stessa dei genitali. Il sesso è un sottile motore dell’evoluzione. E forse anche Nabokov la pensava così quando annotava le varianti dei genitali all’interno della stessa specie, un’esuberanza di forme non spiegabile solo col meccanismo chiave-serratura.

 

Senza conoscere i recenti sviluppi della teoria della selezione sessuale, Nabokov ostinatamente sostiene che la forma dei genitali possa essere informativa per la sistematica delle farfalle assai più dei colori e delle macchie sulle ali. Così propone nuove traiettorie evolutive per i Blues, che ha diviso in 9 generi, 7 mai descritti prima. Queste farfalle dall’Asia centrale sarebbero arrivate fino alle Ande 11 milioni di anni fa, in successive ondate, quando America e Siberia erano unite e le condizioni climatiche relativamente temperate così da permetterne la migrazione: un dato oggi confermato dalla genetica ma ignorato per molti anni. Per questo Nabokov ha scelto di confrontare farfalle da aree così diverse: Old World, North America, Latin America. Un viaggio nello spazio e nel tempo inseguendo i sottili cambiamenti delle ali ma soprattutto dei genitali. 

 

Blackwell e Johnson, nella bella introduzione al volume, riportano una metafora ricorrente negli scritti di Nabokov: l’evoluzione come un “treno” che lentamente procede fermandosi alle varie stazioni. Difficile cogliere le sottili mutazioni: “la realtà è un’infinita sequenza di gradini, di livelli di percezione, di doppi fondi – scrive ancora in Strong Opinions – e per questo inestinguibile, irraggiungibile”. I dettagli sono la chiave della formula da Nabokov, che sottolinea come nella percezione estetica, non solo scientifica: sono proprio “queste combinazioni di dettagli a generare quella scintilla sensuale senza la quale ogni libro è morto”. La “scintilla” non si accende se la visione è sfocata. Ma la passione per le farfalle, scrive ancora Nabokov in Strong Opinions, è forse più piacevole che la stessa pratica della letteratura.

 

La mano del disegnatore è insomma uno strumento prezioso, origine di piacere e conoscenza. “Le delizie tattili di un contorno preciso, il paradiso silenzioso della camera lucida, e la precisione della poesia insita nella descrizione tassonomica rappresenta il lato artistico che l’accumulo di nuove conoscenze (…) assicura al suo primo scopritore.” Ma poi aggiunge, proprio riferendosi al suo oggetto di studio: “gli uncini in miniatura dei genitali maschili sono nulla in confronto agli artigli di aquila della letteratura, che mi afferrano, mi lacerano di giorno e di notte”. La poesia precisa del naturalista rinvia all’eccitante silenziosa avventura dello scienziato, in un gioco di specchi che anima anche le pagine dei suoi romanzi.

 Nell’ultima tavola a colori della raccolta (Fig.3) non a caso compare la scritta LOLITA. Farfalla o ninfa? Meticolosa osservazione scientifica o creazione artistica comunque attenta ai divine details, ai dettagli divini? Forse è solo questione di prospettiva, se ogni pagina del fortunato romanzo di Nabokov ha “l’aspetto di un ologramma”, una specie di “inganno” tridimensionale, come osserva Marco Belpoliti (1999, “Riga”, 16). La letteratura e la caccia alle farfalle, scrive Nabokov nel 1966 nella sua Autobiografia, sono “una sorta di magia, l’una e l’altra un intrico di incanti e inganni”. 

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