Luigi Bernardi. Thx

18 Ottobre 2013

Avevo 30 anni, circa. Ho dei problemi con le età, soprattutto la mia. E lui non so quanti ne avesse: certo mi sembrava più grande, anzi più adulto, di me. Ma quasi tutti mi sembravano, e spesso mi sembrano, più grandi, anzi più adulti, di me.

 

Io, all'epoca imprecisata, avevo questo manoscritto, che parlava sostanzialmente di me (l'egocentrismo mi viene abbastanza facile, talvolta). Cioè, avevo scritto un'autobiografia: a 30 anni, circa. Il commento di un'amica era stato: "Cazzo, meglio di Marina Ripa di Meana. E come l'intitoli: "I miei primi 30 anni"?". "No: Media chiara e noccioline", le avevo risposto, seria. Nel frattempo, Media chiara e noccioline, grazie ad Alberto Ibba, aveva trovato un editore, DeriveApprodi, e io avevo trovato un editor, Luigi Bernardi.

 

Quello tra me e Luigi Bernardi era, più che altro, un rapporto epistolare, via mail. Le sue mail erano intelligenti e ironiche, io ci provavo a stargli dietro. Con vari risultati. E, soprattutto, concludevo tutte le mie mail con "Baci". Lui mi rispondeva, più o meno schifato: "Baci? Hai scritto "Baci"?. Già è troppo uno, di bacio, figurati tanti, di baci". Così, spesso, terminavo le mail che gli inviavo con: "Baci, tanti". Avevo 30 anni, circa. E quello era il mio primo libro.

 

Lui mi aveva detto: "Mi piace, è molto interessante ed è scritto molto bene". Che fatto da lui, un complimento così, era da andarne fieri per giorni e camminare per strada, guardando tutti dall'alto in basso, con l'aria di chi pensa: "Tz, tu non sai chi sono io. Io sono l'autrice di un libro molto interessante e scritto molto bene. L'ha detto Luigi Bernardi". Volendo avrei potuto concludere la frase con un "Cicca cicca", tanto per dare un esempio concreto della mia maturità incipiente.

 

 

Un giorno, così per sapere, gli avevo chiesto se con quel libro sarei diventata famosa e ricca. Prima famosa e poi ricca: mi interessava più la celebrità del denaro, evidentemente. Che idiota. Comunque lui, dopo quella domanda, non mi aveva mandata a cagare, cose che in altre occasioni gli riusciva benissimo, ma mi aveva ridimensionata, per quanto possibile. Intanto, nonostante il mio più o meno momentaneo delirio di onnipotenza, lavoravamo sul testo. Come non mi è mai più successo. Ci confrontavamo su tutto. Sulla punteggiatura, sulle singole frasi e anche su intere pagine. "Questa è divertente, lasciala. Questa è noiosissima, toglila". Io andavo molto per i fatti miei, lasciando parti che secondo lui erano noiosissime, anzi aggiungendone di nuove, e togliendo parti che secondo lui erano divertenti, anche perché pensavo di aver scritto un romanzo melodrammatico quasi tragico.

 

Peccato che poi, un giorno, entrando in una libreria Rizzoli, l'avessi trovato esposto tra i comici, di fianco a quello di Luciana Littizzetto, Sola come un gambo di sedano. Forse, per analogie alimentari tra i titoli. Alla fine il libro uscì, non con il mio nome ma con uno pseudonimo: fatto che al mio talvolta egocentrismo non piacque per nulla. Il romanzo non diventò un bestseller e io non diventai famosa e ricca. Ma un editor così, con cui ti confronti costantemente, e costruttivamente, sia sulla forma che sul contenuto, io non l'ho mai più trovato.

 

Scoprire ieri notte, tramite Facebook, mentre facevo zapping tra un post e l'altro, che era morto, la mattina, a 60 anni, mi è sembrata una notizia ingestibile. Brividi sulla pelle, e ghiaccio sotto. Non ho dormito, non solo per quello (forse). Mi mancherà, e ci mancherà, un intellettuale come lui. Esperto di fumetti, scopritore di talenti, traduttore, drammaturgo, saggista, editore, scrittore e tanto altro. Serio e appassionato, competente e sarcastico, gentile e tagliente, affettuoso e brusco, mai banale. Una gran bella persona

 

E probabilmente lui avrebbe qualcosa da ridire su tutti gli aggettivi che gli ho appena appiccicato addosso, nonché su quest'ultima definizione. Io, invece, vorrei dirgli solo: "Grazie". O, meglio. "Thx". Non fosse che l'ultima volta che ho scritto "Thx", su Facebook, lui ha commentato: "Thx? Hai scritto "Thx"? Ma quanti anni hai, Gabriella?". Era meglio non usarle a vanvera le parole, con lui. E spero di non averlo fatto adesso. Thx, comunque. Di tutto.

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