Scatti, palindromi e sonetti
Fabio Aru, che compie 24 anni il prossimo 3 luglio, ha nella sua storia il liceo classico e il ciclocross, due cose che male non fanno per un futuro campione. A Villacidro, capoluogo della provincia del Medio Campidano, il paese dove è cresciuto, ha iniziato a correre per la ASD Piscina Irgas 3C. Il nome della squadra ciclistica è quello delle molte cascate che circondano il paese; un’altra, Sa Spendula, pare sia stata addirittura immortalata in un sonetto di un giovanissimo Gabriele D’Annunzio reporter per la Sardegna nel lontano 1882.
Dense di celidonie e di spineti,
le rocce mi si drizzano davanti
come uno strano popolo d'atleti
pietrificato per virtù d'incanti.
Sotto fremono al vento ampi mirteti
selvaggi e gli oleandri fluttuanti,
verde plebe di nani; giù pei greti
van l'acque della Spendula croscianti.
Sopra, il ciel grigio, eguale. A l'umidore
della pioggia un’acredine di effluvi
aspra esalano i timi e le mortelle.
Ne la conca verdissima il pastore,
come fauno di bronzo, su 'l calcare,
guarda immobile, avvolto in una pelle.
Sull’autenticità dei versi del Vate in contemplazione delle pareti di granito a strapiombo «dense di celidonie e di spineti» ci sono non pochi dubbi. Nessun dubbio invece su Fabio Aru che, con il suo attacco palindromo alla maglia rosa di Uran sulle rampe di Plan di Montecampione, ha pietrificato il popolo di atleti degli avversari e adesso, «come fauno di bronzo» nella sua livrea kazaka, guarda con aria di sfida alle montagne dell’ultima settimana del Giro.