Che cos'è un medium
In senso lato, i media sono tutti quegli strumenti che durante la storia delle civiltà sono stati utilizzati dagli esseri umani per interagire in maniera efficace con l’ambiente in cui si trovavano. Generalmente, però, per media si intendono soltanto i mezzi di comunicazione, cioè quegli strumenti che sono comparsi in Occidente a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento e che si sono caratterizzati per la loro capacità di diffondere grandi quantità di messaggi nella società. Tra questi strumenti, è arrivato prima di tutto il quotidiano popolare e a esso sono seguiti poi la fotografia, il cinema, il telefono, la radio e la televisione.
Marshall McLuhan, negli anni sessanta, scriveva all’interno del volume Gli strumenti del comunicare che ogni nuovo medium, quando compare sulla scena sociale, non dispone di propri contenuti ed è costretto ad assorbire quelli generati dai media che l’hanno preceduto. Per questo era convinto che «il “contenuto” di un medium è sempre un altro medium». Da questa concezione della relazione esistente tra i media è nata l’importante teoria della «ri-mediazione», sviluppata in anni recenti dagli studiosi statunitensi Jay David Bolter e Richard Grusin, per i quali i media solitamente “saccheggiano” linguaggi e mezzi di comunicazione che sono già operanti nella società. Tutti i media dunque si caratterizzano per la capacità d’interagire con altri media e sono pertanto da sempre interessati da processi di convergenza di varia natura. Anche i mezzi di comunicazione tradizionali non sono spariti dalla scena sociale a causa della recente comparsa dei cosiddetti «new media», ma hanno semplicemente ridimensionato il loro ruolo e inglobato all’interno parte dei contenuti trasmessi attraverso le nuove tecnologie della comunicazione.
Christian Marclay, Telephones, 1995
I processi di convergenza tra i media, però, di solito riguardano la dinamica culturale più che quella tecnologica. Infatti, le tecnologie nel tempo possono diventare obsolete, mentre i contenuti dei media sembrano potersi rinnovare continuamente grazie al contributo fornito loro dai media pre-esistenti. Attualmente ciò è facilitato dal forte sviluppo in corso del processo di digitalizzazione, perché ogni medium acquista grazie a tale processo la possibilità di circolare su varie tecnologie (la radio, ad esempio, può essere trasmessa via etere, ma anche attraverso Internet o il digitale terrestre), mentre nel contempo ogni tecnologia può ospitare media differenti (uno smartphone può contenere la telefonia, Internet, la radio, la televisione oppure il cinema). Quello che dovrebbe avvenire pertanto in futuro è che il processo di digitalizzazione eroderà progressivamente le differenze esistenti in passato tra i vari media.
Si ritiene generalmente che l’evoluzione dei media sia avvenuta storicamente mediante dei salti culturali dipendenti delle tecnologie comunicative che si sono via via rese disponibili. Tali salti possono essere sintetizzati con l’idea di McLuhan che nella storia umana si siano succedute tre principali fasi: orale, stampata, elettronica. Vale a dire che si è dapprima presentata una fase tribale (basata sulla comunicazione orale), alla quale sono succedute quella alfabetica e tipografica (dominata dalla vista e da una organizzazione razionale della conoscenza) e quella dei media elettronici (che recupera invece la dimensione dell’oralità e tende a riportare la vita umana in una condizione tribale, caratterizzata dall’interazione fisica e dal pieno coinvolgimento di tutti i sensi). Va detto però che non si può relegare il linguaggio visivo al solo ambito della fase alfabetica e tipografica, in quanto esso svolge un ruolo centrale anche nell’epoca dei media elettronici. Di conseguenza, è dubbio che tali media possano determinare un ritorno a quella modalità orale di comunicare che era tipica della condizione tribale e pre-alfabetica, come pensava McLuhan.
I media, da quando sono comparsi, hanno stimolato in maniera significativa il processo di modernizzazione culturale di grandi masse di persone. Ma oggi la loro diffusione e la loro importanza sono tali che si può addirittura parlare della presenza di un processo di “mediatizzazione” della società. Pertanto, esercitano un significativo impatto sui sensi degli esseri umani e producono delle modificazioni rispetto alle modalità che vengono utilizzate dagli individui per percepire e pensare la realtà culturale e sociale in cui vivono. I media, dunque, devono essere considerati non come degli strumenti che effettuano una trasmissione neutrale di informazioni, suoni e immagini, ma come qualcosa che tende a modificare in profondità il nostro modo di sentire. Ne consegue che non possono essere considerati solamente come degli strumenti che aiutano le persone a mettersi in relazione con un mondo che già esiste nella realtà, perché tendono piuttosto a porsi essi stessi come un mondo che invita a entrare al suo interno. Si presentano dunque come veri e propri ambienti culturali e sociali.