Dario Fani. Ti seguirò fuori dall'acqua
In Tu che mi guardi tu che mi racconti (Feltrinelli 1997), Adriana Cavarero rifletteva sulla narrazione come momento decisivo per la strutturazione dell'identità (Edipo, che ha bisogno di raccontare la sua storia per scoprire chi è), e citava Borges, che nella Biografia di Tadeo Isidoro Cruz scrive: “qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento: il momento in cui l'uomo sa per sempre chi è”. Fedele a questo principio, Borges non racconta tutte le notti di Isidoro, bensì solo “la notte in cui finalmente vide il proprio volto, la notte in cui finalmente udì il proprio nome. Intesa bene, quella notte consuma la sua storia; per dir meglio, un istante di quella notte, un atto di quella notte”.
È certamente a questo bisogno di racconto fondativo che si ricollega l'attuale proliferazione di scritture che affrontano, da prospettive diverse, il tema della maternità/paternità, che appare una volta di più da ri-pensare. Rientrano in questa tendenza anche i libri di Dario Fani (Ti seguirò fuori dall'acqua, Salani 2015) e Martina Fuga (Lo zaino di Emma, Mondadori 2014), che appoggiandosi a stili diversi – più emotivo quello di Fani, sociologo romano, più asciutto e dialettico quello di Fuga – raccontano il complesso apprendistato di un padre e una madre che scoprono di avere un figlio affetto dalla sindrome di Down.
Dario Fani
Ti seguirò fuori dall'acqua, questo è il titolo del libro di Fani, mette in campo, proprio al centro della scena primaria della nascita – un protagonista maschile che tutto solo esplora e dà voce alle emozioni contrastanti di un genitore di fronte all'handicap del figlio, passando dalla rabbia all'incredulità alla scoperta di un amore possibile (difficile, divergente, perciò tanto più prezioso). Nelle testimonianze di questi genitori l'handicap è in principio l'impensato, ma con il passare del tempo finisce per diventare un accrescimento di possibilità, una sorta di figlio intensificato, tanto simbiotico finisce per rivelarsi il legame con lui. Fani è padre e madre insieme, padre e madre del suo bambino e insieme di se stesso, rispettoso dei segni che provengono dal mondo a indicare una direzione e forse un destino della relazione. Fani, come il personaggio borgesiano che in una notte impara se stesso, segue una sorta di unità di tempo e di luogo (l'ospedale, il primo mese di vita del bambino) che lo vede inchiodato a un figlio speciale, una creatura di un altro pianeta e di un'altra dimensione forse venuta a svelargli una semplice verità sempre evidente quando un individuo sano di normale intelligenza si confronta con un portatore di handicap, cioè che l'altrui diversità è specchio delle nostre debolezze, come capisce ben presto Fani: “Fino ad oggi sono stato io l'incompetente. L'incapace. Il disabile. L'uomo senza coraggio. Dammi una possibilità. Sono un tipo sveglio: posso imparare”.
Dopo lo smarrimento iniziale, Fani scopre che ad avventurarsi nel territorio strano e ignoto dell'handicap servono molte cose, la principale delle quali è certamente l'immaginazione: basta un po' di immaginazione per vedere nel cromosoma in più del figlio il chiaro segnale di una sua provenienza non terreste, sovrumana; il neonato down è chiaramente un supereroe: “Hai quarantasette cromosomi, uno in più di tutti noi poveri terrestri. Vieni certo da un altro pianeta, da un'altra dimensione. Si dice che quelli speciali come te Dio li abbia creati per ultimi, l'ottavo giorno. Sei il mio super-bambino. Il mio bambino super-cromosomico, mandato in missione per salvare me e un giorno, chissà, forse anche il mondo”. Ti seguirò fuori dall'acqua è un libro tenero, vagamente consolatorio nella sua maniera forse un po' affrettata di oltrepassare ciò che è ostico e, sospettiamo, irriducibile a un totale scioglimento.
Nel suo racconto di un'accettazione troppo veloce per essere narrativamente realistica, ci dice cose di fronte alle quali è importante stare davanti, come il fatto che un figlio imperfetto può insegnare cose che un essere umano altrimenti non imparerebbe mai.
Il libro: Dario Fani, Ti seguirò fuori dall'acqua, Salani Editore, Milano 2015, pp. 192, € 13,90