Speciale
Scarabocchi / Bello, bello, bello mondo
1.
Io sono dei vostri, alberi. Sono dei vostri
animali eleganti, sono dei vostri. Credetelo.
Ci separa un niente, colore, capello,
piccolo piccolo nome: l'impianto del
respiro è solo apparente diverso.
Ci guarderemo fraternamente.
Ci capiremo con l'albero e col seme,
capiremo l'insetto e la grandine.
Essere mondo, voglio. Sentirmi
a casa nel cosmo. E le maree saranno
la strada del gonfio cuore. Sarà d'amore
se cresco. Se avanzo o calo. Sarà d'amore.
E luce voglio. Così m'impetalo, che mi spensiero,
che rido mentre corro come la rondine,
mi moltiplico a stelo, gocciolo, mi biforco,
mi alzo e tramonto, mi slargo, mi infaldo,
divento cima e svetto, mi innevo e frano.
Tutto questo io voglio, dolcemente, perché
fuori dell'umano il dolore è uno sparo
minimo e la più gran parte è ridere,
mi pare, e il grande canto.
Lo senti il firmamento? Come è sereno.
Anche noi siamo dentro.
Abbiamo polverine dentro il sangue
antiche come il cielo,
hanno dentro l'impronta d'un andare
semplice e grande, come le grandi sfere.
Abbiamo Vega nel sangue
la stella prodigiosa, e istruzioni precise
per il viaggio per l'appontaggio
e coraggio abbastanza per ogni volo.
Da “Predica ai pesci”. In Fuoco centrale (Einaudi 2003)
2.
Una sola è la vita sulla terra. E se
in me porta questo nome
è per sbaglio. È per abbaglio. Per uno
smarrimento dello sguardo che ha perso
la gittata vertiginosa. E fissa nello specchio
la figuretta modesta – filo d’erba
del prato – foglia fra foglie sei.
Le Giovani parole (Einaudi 2015)
3.
Bello, bello, bello mondo, bello ridere di
mondo in luce mattutina
in colorazione di mondo con stagioni
popolazioni e animali. Bello mondo
questo ricordo, questo io lo ricordo
bello, molto bello mondo, con cielo
diurno e notturno, con facce che
mi piacevano e musi e zampe e
vegetazione che mi sospirava
leggera leggera, tirando via
chili e scarponi interiori che mi
infangavano, tirando via ferri da stiro
che mi portavo nel petto, e gran pulitura
di dentro. Bello – questo io lo ricordo bello –
molto bello mondo.
Io ho avuto soccorso a volte da
una piccola foglia, da un frutto così
ben fatto che dava sollievo a mio
disordine di fondo. Sì sì.
Da “Predica ai pesci”. In Fuoco centrale (Einaudi 2003)