Speciale
L'immaginazione pigra di un attivo disegnatore / Omaggio alla pigrizia di Barthes
Il mio segreto è che non so disegnare e sono pigro. Si tratta di una miscela di qualità che va trattata con una certa cautela ma che può garantire risultati accettabili. Provate a pensarci.
Un Pigro cercherà tutti i modi per realizzare qualcosa senza passare per la formazione canonica: un sistema semplice per avere la probabilità di scoprire qualche nuova tecnica.
La stessa persona è troppo pigra per cercare a lungo qualcosa da copiare: si affrancherà prima dalla “tirannide” dei modelli.
Non avendo talento naturale per il disegno, il Nostro si guarderà bene dall’applicarsi con costanza a un apprendimento faticoso evitando così i rischi di uno stucchevole virtuosismo.
Al contrario cercherà di produrre illustrazioni con il minimo numero di segni, costringendosi in tal modo alla riposante disciplina della sintesi.
Inoltre il dispendio energetico richiesto dissuaderà ben presto il Pigro dal futile proposito di seguire le mode.
Naturalmente, non potendo contare sul talento e su strabilianti mezzi tecnici, sarà costretto ad inventarsi qualcosa perché i suoi disegni possano piacere a qualcuno.
Per fortuna, essendo un illustratore pigro, non sarà ossessionato dalla necessità di disegnare continuamente, anzi cercherà di evitarlo in tutti i modi, ad esempio leggendo moltissimo, costruendo mobili, andando al cinema, a teatro, ai concerti, riparando la bicicletta, visitando musei e gallerie d’arte, frugando nel frigorifero, viaggiando, passeggiando in città o nei boschi, facendo la coda alla posta … e tutto ciò contribuirà (anche se a sua insaputa) alla formazione di una cultura variegata, se non profonda, aiutandolo non poco a risolvere i problemi connessi all’immaginazione di immagini.
Finisco qui per non dover pensare troppo a lungo, ma sono certo che con un minimo impegno potrei trovare altri buoni argomenti a sostegno della pigrizia.
Immagini e testo sono tratti da Guido Scarabottolo, Elogio della pigrizia, Tapirulan 2010.