Un mondo di luce e felicità
Ogni fine settimana mi infilo nell’auto e vado da loro. Le amo. A modo mio le amo tutte. Una per una.
Stranne è snella, i capelli lunghi e ritti come aculei di un riccio. L’ho baciata ieri, sfiorandole furtivamente il petto. Alang ha la faccia larga come un mantello, e un sorriso a wallpaper, che mi mette sempre di buon umore. Dudero è incinta: mi piace osservarle la pancia bianca, quasi trasparente come se il mio sguardo ecografico potesse cogliere il profilo della vita che sboccerà. Fillsta mangia indubbiamente troppo. Qualcuno l’ha soprannominata palla di maionese, certo, non è carino, ma rende l’idea. Ekarp, al contrario, si regge in piedi per sbaglio, come uno spaghetto in equilibrio sul parquet. Porta sempre un cappellino scuro. Gliel’ho regalato io il giorno del suo ventisettesimo compleanno. Brasa ha la pelle color latte, e quando mi bacia sembra sempre che stia per dirmi addio. Le calze di Boja sono reti da pesca consunte dalla salsedine. È convinta che gli uomini vadano acchiappati così, come i pesci. E io lo confesso: ho abboccato. Ma non voglio tediarvi un minuto di più.
Se volete conoscerle andate all’Ikea, reparto lampade e addentratevi anche voi in questo fantastico mondo di luce e felicità.