Speciale

"Why Africa?" La non-risposta di “SAVVY Contemporary”

19 Giugno 2015

Questo mese abbiamo chiesto al nostro amico Bonaventure Soh Bejeng Ndikung di affrontare la domanda “Why Africa?”. Curatore, biotecnologo e appassionato di musica, Bonaventure è il fondatore e direttore di Savvy Contemporary Berlin, uno spazio indipendente dedicato ai discorsi sull’arte tra “l’Occidente” e “il non Occidente”, che ha lanciato una campagna di crowdfunding a sostegno delle sue prossime mostre. Il team di Savvy Contemporary è formato da volontari appassionati e talentuosi, impegnati a promuovere contenuti culturali di alta qualità in maniera indipendente e coraggiosa. Vi invitiamo a sostenere la loro campagna qui: rimangono solo pochi giorni per fare la differenza. E adesso godetevi il loro speciale contributo alla nostra rubrica.

 

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English Version

 

Savvy Contemporary team, ph. Luise Volkmann

 

 

"Why Africa?" è una domanda alquanto difficile da porre. Verrebbe naturale rispondere “Perché no?”, o fornire risposte più articolate tipo “L’Africa è questo o quest’altro...”, la maggior parte delle quali traboccherebbero, però, di banalità, semplificazioni, argomentazioni prevedibili. Tali sono le complessità a livello culturale, economico, storico, politico, sociale e quant’altro che è impossibile interrogare o raccontare l’Africa con parole che ambiscano a rintracciarne ragioni, cause, finalità e propositi ultimi.

 

È per questo che noi di “SAVVY Contemporary” vorremmo affrontare questa domanda (senza rispondervi) attraverso i suoni. La musica e gli spazi sonori sono infatti punti di arrivo e di partenza fondamentali. È attraverso la testualità e la performatività del suono che affronteremo il quesito “Why Africa?”, perché solo le onde sonore possono penetrarne ogni aspetto e rivelarlo attraverso il ritmo. Perché è attraverso il suono che teniamo in vita i nostri antenati, è attraverso il ritmo che sentiamo battere i loro cuori. Come scriveva Hopewell Seyaseya in Nightsong (1984):

 

 

D’argento al chiaro di luna

Il fiume dei miei pensieri corre

Al canto notturno dei grandi

Sepolti tra le pieghe della storia

Nella terra dove giacciono gli eroi.

La musica

Risuonando per le distese

Di città fantasma e villaggi pugnalati

Scenderà sui nostri cuori

Come rugiada sulle foglie,

Lacrime per chi ha sacrificato la propria vita

Lasciando in noi una fiamma eterna.

 

Ecco alcune delle sonorità che potrebbero rappresentare, racchiudere e rivelare alcune forme e significati dell’Africa, proprio come fa un liquido quando prende la forma del suo contenitore, senza per questo pretendere di dare risposta alla domanda “Why Africa?”.

 

La storia continua.  Rimanete in ascolto per la parte 2.

 

 

Kelin Kelin Orchestra (Jean-Jacques Elangué) – Massa-Haï

 

 

King Ayisoba – Look Ma Shoe

 

 

Pierre Akendengue – Awana w'Afrika

 

 

Ekambi Brillant – Aboki

 

 

Les têtes brulées Essingan

 

 

Mahmoud Guinia – Assamaoui

 

 

Orchestre National de Barbes – Zawiya

 

 

Manu Dibango – Bolingo City

 

 

Zim Ngqawana – Ebhofolo

 

 

Max Roach and Dollar Brand – Streams of Consciousness

 

 

Fela Kuti – Shuffering and Shmiling

 

 

Fela Kuti – I. T. T. (International Thief Thief)

 

 

King Sunny Ade & His African Beats – Ori Mi Ja Funmi

 

 

Bola Johnson – Lagos Sisi

 

 

Sir Victor Uwaifo – Joromi

 

 

Chief Commander Ebenezer Obey & his International Brothers – Miliki Sound

 

 

K. Frimpong and his Cubano Fiestas – Kyenkyen Bi Adi M'awu

 

 

Ebo Taylor – Love And Death

 

 

Ogyatanaa – Yaa Amponsah

 

 

Tchala Muana – Amina

 

 

 

Con il sostegno di

 

 

Traduzione a cura di Laura Giacalone.

 

Foto: the little dog laughed, music films and life in Berlin. Ottobre 2012

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