Federico Campbell, Mexico City 1991

21 Febbraio 2014

Federico Campbell è messicano. Ma è anche un  uomo e uno scrittore cosmopolita, come quasi tutti gli scrittori latinoamericani.

 

Alla fine degli anni sessanta si trovava a Barcellona, in Spagna, mentre ancora ferocemente sopravviveva Francisco Franco. Frequentava un gruppo di giovani scrittori arrabbiati e pieni di talento. Non avevano ancora pubblicato quasi nulla. Nel 1971 Federico li raccontò in un libro, Infame Turba , erano Vazquez Montalban, Juan Marsè, Biedma, e molti altri che sareb;ero diventati i protagonisti della letteratura della nuova Spagna postfranchista.

 

Federico sente l’odore della qualità lontano un miglio. È lui che ha fatto conoscere in Messico e fatto scoprire a tanti scrittori latinoamericani Leonardo Sciascia e la sua letteratura che racconta l’inscindibile simbiosi tra potere e criminalità. A me ha fatto capire che le fotografie di Juan Rulfo sono una porta fondamentale per entrare in quel capolavoro che è Pedro Paramo. Mi ha insegnato che ricordare è lo stesso che immaginare e mi ha regalato calorosa amicizia.

 

Ricorda e immagina meravigliosamente Federico nei suoi libri, anche in quelli nei quali con dolorante leggerezza racconta la sua mai finita guerra contro le temibile melancolia.
Giornalista eccelso, è diventato un magnifico e finissimo scrittore.

 

Post scriptum triste,  Máscara negra, La máquina de escribir ,La clave Morse ,  La invención del poder , El imperio del adiós,  Padre y memoria. 
In Italia pochi sono, incomprensibilmente, ed è un peccato, i suoi libri tradotti.
 
Nota : Il 16 febbraio di quest’anno Federico se ne è andato stroncato da una feroce, fulminante polmonite. Non dalla memoria ammirata e affettuosa dei suoi amici, non da queste pagine.

 


 

Visti e Scritti di Ferdinando Scianna diventa un libro - Visti & Scritti - con oltre 350 immagini in uscita nei prossimi mesi da Contrasto

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