Speciale
La prima che mi viene in mente è quella di piazza Piccinino
Sono affezionato alla fontanella di piazza Piccinino, il terzo anello di una catena di piazze del centro storico di Perugia che inizia con la più grande, dedicata al 4 Novembre 1918 (“vittoria” della Prima guerra mondiale), si aggancia alla piccola piazza dedicata al matematico Ignazio Danti e si conclude in questo slargo che prende nome da un condottiero locale del ‘400.
La fontanella di piazza Piccinino è ricavata in una nicchia di pietra bianca ad altezza di bocca, sotto a un piccolo sole in rilievo (visto che sta nel rione di Porta Sole, il più aereo e antico di Perugia). Me la fece conoscere mio padre, quando andavamo in giro a scoprire cose belle in città e l’estate ci veniva sete. Poco importava, poi, se dalla cannella, a lungo esposta al sole, l’acqua uscisse calda: per me veniva dritta dritta dalla prima vena del Colle del Sole, che tremila anni fa aveva convinto qualche tribù primitiva ad insediarsi quassù tra i boschi, al riparo dalla malaria e dalle invasioni nemiche. Quell’acqua era sempre fresca, come quando era inverno e, girando la chiavetta, la tramontana provvedeva immancabilmente a farmi la doccia.
Queste tre piazze perugine sono percorse, in superficie e nel sottosuolo, dall’acqua e dalle testimonianze delle grandi fatiche compiute dagli uomini per garantirsela corrente, potabile e gratuita per tutti. Piazza IV Novembre - sta in tutte le cartoline - ha per ombelico la Fontana Maggiore di Nicola e Giovanni Pisano. Al centro di piazza Piccinino invece c’è un pozzo: sta lì da secoli a far la punta di iceberg a un pozzo molto più grande e antico, di cui i perugini hanno dimenticato a lungo l’esistenza: il pozzo etrusco, oggi di nuovo visitabile.
Da qualche anno la fontanella di piazza Piccinino non funziona più, le hanno tolto il rubinetto, le hanno tappato la cannella e la vaschetta di pietra è piena di porcherie. Anche il sole di pietra è diventato scuro. Se fossi sindaco la rimetterei in funzione subito.