La Venere degli stracci restituita

21 Marzo 2024

La Venere degli Stracci è una delle opere più note di Michelangelo Pistoletto, grande protagonista dell’arte povera e ancora oggi, novantenne, attivissimo sia nel suo originario contesto artistico, che l’ha portato a diventare uno dei nomi più noti a livello internazionale, sia in campo sociale e formativo. Basti pensare alla fondazione di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto che propone un nuovo modello di istituzione artistica e culturale, attiva a Biella del 1998. Creata nel 1967, la Venere ha conosciuto varie versioni presenti in alcuni dei più importanti musei mondiali, diventando un’opera iconica dell’arte contemporanea non solo italiana. L’ultima incarnazione, affascinante e spettacolare quanto discussa in ragione delle sue proporzioni e della collocazione, è quella imponente donata alla città di Napoli nel giugno dello scorso anno e collocata nella centralissima Piazza del Municipio, incendiata da un clochard qualche giorno dopo. 

Dopo l’incendio c’è stato un dibattito sull’opportunità o meno di rifare l’opera, ed eventualmente in che modo, con quali materiali e in quali condizioni di sicurezza data la frequentazione diurna e soprattutto notturna della piazza. Si sono mosse associazioni a lanciare un crowdfunding per reperire i fondi per ricostruirla, e alla fine ha prevalso la volontà dell’amministrazione comunale e dell’artista che ha deciso di offrire alla città l’opera a sue spese, dirottando la cifra raccolta, coerentemente con la sua vocazione sociale, a due associazioni no profit operanti nel territorio: l'associazione “La Scintilla”, che opera per la tutela, l’accompagnamento, la socializzazione e la serena autonomia delle persone affette da disabilità intellettiva, e la Cooperativa Sociale “Lazzarelle” impegnata nel recupero, attraverso il reinserimento in qualificati progetti di lavoro, delle donne afflitte dal regime di detenzione che vogliono essere protagoniste attive del loro cambiamento.

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La volontà dell’artista di donare l’opera per acquisirla al patrimonio cittadino conferma il suo profondo legame con Napoli e ribadisce la sua volontà di promuovere l'arte come strumento educativo, forza propulsiva di trasformazione sociale, soprattutto nei contesti fragili, che caratterizza da sempre la sua attività non solo artistica.

Alla conferenza stampa che ha visto la presenza dell'artista e di Vincenzo Trione, critico del Corriere della Sera e  curatore tra l’altro del Padiglione Italia della Biennale d'Arte di Venezia del 2015 e ora del progetto “Napoli Contemporanea”, hanno partecipato, oltre al sindaco del comune di Napoli Gaetano Manfredi, anche i rappresentanti delle associazioni citate,

Gli intervenuti hanno sottolineato come nuova Venere rafforzi la vocazione al contemporaneo di Napoli all'interno di un programma più ampio che vuole essere un esempio di come l'arte contemporanea possa essere determinante nelle città, proponendo forme originali di rigenerazione urbana capaci di coinvolgere l'intera comunità.

L'opera sarà esposta per tre mesi in Piazza Municipio, al termine dei quali troverà la sua definitiva collocazione nella Chiesa di S. Pietro ad Aram, luogo di grande valore storico alle porte di Napoli che potrebbe acquisire una ulteriore valorizzazione attraverso quest'apertura al contemporaneo.

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Questa versione della Venere degli stracci è un’opera di grande impatto che è stata pensata da Pistoletto per Napoli. L’artista ha progettato l’opera, lavoro poliautoriale, per la piazza di Alvaro Siza, reinventando la Venere come il racconto perfetto della sgrammaticatura della contemporaneità: del consumismo e dei suoi scarti, a cui appartengono anche le vite di scarto di cui ha scritto il grande filosofo della contemporaneità Zygmunt Bauman, che proliferano specialmente ai margini delle grandi città, inclusa Napoli, che pur con le sue mille contraddizioni ha saputo a più riprese lasciare che la fecondassero per trasformarle nella grande rinascita che ha preso avvio negli ultimi decenni.  

In questo contesto, e tenendo conto delle vicende di cui è stata oggetto, La Venere degli stracci non è più semplicemente un’opera d’arte ma ora è diventata un simbolo. 

È ormai acquisito che le opere d’arte sono come delle persone e vanno difese, e non è stata casuale la presenza delle associazioni napoletane alla sua presentazione, che pure sono un patrimonio permanente della città, un segno di ostinata speranza.  È stato proprio Pistoletto, dopo l’incendio dell’opera, a chiedere di coinvolgere realtà napoletane significative come La Scintilla e la Cooperativa Sociale “Lazzarelle”, in un vero messaggio di solidarietà, che l’artista ha lanciato anche con la realizzazione dell’opera Terzo Paradiso, sulla cui superficie specchiante tutti i napoletani che lo desiderano potranno apporre il proprio nome facendola vivere e rigenerandola giorno dopo giorno. 

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Come è noto il concetto di Terzo Paradiso è fondamentale nella poetica dell’artista biellese, che ha dato questo nome a varie importanti opere degli ultimi anni. Pistoletto sostiene che esiste un primo paradiso che è quello naturale, prima della intelligenza speculativa. Il secondo è quello che è esistito fino al secolo scorso con la progressiva distruzione della natura. Il terzo paradiso invece è quello che ci porterà a trovare un equilibrio tra la natura e gli esseri umani. 

Il termine paradiso, ci ricorda l'artista, è di origine persiana e significa "giardino protetto tra delle mura". All’interno delle sue mura circolari l'umidità della notte riesce a far nascere artificialmente la vegetazione. Così sono nate le città, così si è formata la stanzialità.  Allo stesso modo natura e artificio devono trovare un equilibrio attraverso la creatività. È compito dell’uomo diventarne coautore, ispirato da Venere, che rappresenta da sempre la creatività e la bellezza profonda dello spirito umano. Venere significa venerabilità: è il simbolo della venerazione che si deve alla natura e a tutto ciò che esiste. Ma nello stesso tempo nell’opera c’è anche un grande cumulo di stracci, simbolo della disgregazione. Anche le rovine di Roma in fondo sono degli stracci, ha detto Pistoletto, ma sono rigenerate dalla bellezza. Per questo è necessario riprendere in mano gli stracci e farli diventare mezzo artistico, variopinto e affascinante.

“Vorrei abbracciare la persona che ha incendiato la mia Venere”, ha affermato Michelangelo Pistoletto. “È stato lui che ha dato "la scintilla". La speranza è che il progetto "Scintilla" possa agevolare un rapporto fraterno di collaborazione anche con questa persona”.

Il suo drammatico gesto ha offerto l’occasione di immaginare e di realizzare qualcosa di nuovo e di migliore per Napoli, trasformando un gesto di distruzione in occasione di ripartenza e di crescita, in perfetta sintonia con ciò che La Venere degli stracci rappresenta ed è.

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