Oggetti d'infanzia | Le audiocassette

9 Agosto 2013

Io secondo me la colpa è di Zucchero Sugar Fornaciari. Che stamani mentre il gommista diceva Porta pazienza mi è tornata in mente la cassetta di Zucchero Sugar Fornaciari. Una volta lo chiamavano così, completo; e poi una volta per cassette si intendevano le audiocassette. Va beh, dice, una volta un cazzo, sarà vent’anni fa, venticinque toh. Eh, ti pare poco a te, che io di anni ne ho 34 abbondanti e fatti due conti, poi vedi se non è una volta. Io mica lo so perché ho detto che le audiocassette sono il mio oggetto d’infanzia.

 

 

Cioè potevo dire le fettine fritte con le patatine che me le ricordo calde quando Altobelli ha battuto il centro contro la Bulgaria ai mondiali dell’86. Che io ero fuori a giocare a bocce con Gianluca e la mamma ha urlato dalla finestra Inizia. E sono corso su e Gianluca voleva continuare e ha tirato le bocce per tutto il prato per farmi restare ma quando ha visto che correvo ha detto Vaffanculo, però io, sordo, sono salito in casa e ho visto l’inizio della partita e le fettine calde e mi sono sentito sicuro. Mica lo so, ripeto, perché ho detto le audiocassette. Che i miei non avevano manco il mangianastri e l’unica musica era Sanremo. E nell’ora di musica alle elementari i due fratelli, si facevano chiamare maestri, con la barba e le unghie lunghe che dicevano che avevano fatto anche i dischi e io ora non voglio certo nobilitare chiamandoli per cognome mi facevano andare alla lavagna per cantare. Poi facevano intonare il coro alla classe: Gianni è un somaro. Alle medie invece il professore metteva la cassetta di un concerto classico e dovevamo riconoscere gli strumenti e ogni volta che mi domandava e io rispondevo lui faceva fare il rumorino alla cassetta che la riavvolgeva e diceva Riprova. Io confondevo il tamburo col violino, per dire. E spiegare come mai anni dopo mi sono ritrovato a comprare le cassette di Phil Collins non ce la faccio.

 

E poi mi sa che ne avevo una di Madonna, presa alla festa dell’Unità. Però siccome non si inventa niente le cassette erano contraffatte e quella in copertina non ci somigliava niente a Madonna. La cantante si intende. E gira e rigira ho comprato l’audiocassetta di Zucchero Sugar Fornaciari. Che io adesso che ho guardato la sua discografia mi sono accorto che è del 1989, anni 11, e stavo in camera mia e suonavo la racchetta da tennis come una chitarra e cantavo. E dopo la canzone della tendina di stelle in cui alla fine Zucchero dice Se la chiavò, e io gira e rigira ho domandato alla mamma che significava e lei cercando un sinonimo non c’è riuscita e ha detto Scopare e poi ha sbattuto la porta; io, dicevo, dopo quella canzone veniva la mia preferita. Ed è una canzone che non c’entra niente con un ragazzino di undici anni perché inizia dicendo Niente di nuovo tranne l’affitto per me. Non vorrei esagerare ma mi sa che ho chiesto al babbo se si poteva parlare dell’affitto in una canzone. Magari esagero per davvero, comunque, è diventata la mia preferita e ogni tanto la canticchio. Tipo stamani dal gommista quando dovevo portare pazienza.

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