Primavera è nell’aria
Con le rondini, sempre meno gitane, i rami fioriti del pesco o del mandorlo sono gli emblemi della primavera e della Pasqua.
Prima che le foglie dispieghino il tenero verde, punteggiano di bianco e di rosa la campagna ancora assopita, annunciano il cambio di stagione.
Relegati i fruttiferi nei suburbi, i centri abitati festeggiano il nuovo sole con le corolle rosate dei pruni pissardii, eletti per il fogliame rosso bruno a far macchia dopo la spettacolare, effimera fioritura.
E ritorna, come le rondini, alla mente l’haiku di Kobayashi Issa (1763-1828):
Waga haru mo
jojokichi zo
ume no hana
Fiori di pruno:
è un’estasi
la mia primavera
O quello di Yosa Buson (1716-1784):
Sumi-zumi ni
nokoru samusa ya
ume no hana
Fiori di pruno:
si raccoglie il fresco
negli angoli della stanza
Monsieur Pissard, giardiniere al servizio dello Scià di Persia, lo selezionò verso la fine del XIX secolo e l’inviò in Francia, suo paese d’origine. Pianta ornamentale, dunque, il prunus pissardii cultivar del Mirabolano (dal greco múron bálanos, ghianda, frutto da unguento, per le note proprietà lassative della sua prugna detta anche Mirabella); inclusa nella innumere famiglia delle rosaceae e nel medesimo genere di mandorli (prunus dulcis), peschi (prunus persica), susini (prunus domestica), albicocchi (prunus armeniaca), ciliegi (prunus avium) e amarene (prunus cerasus). Ha foglie caduche, semplici, ovali con margini seghettati, che d’estate da rosse si fanno via via più scure, quasi nere. A ramificazione arborea o cespugliosa, porta leggiadri fiori solitari, o riuniti in corimbi, che sortiscono in piccole tonde drupe, rosse anch’esse, eduli benché poco appetibili, acidule. Rustica e resistente – meglio se in gruppi di tre o quattro individui – nei parchi contende l’ufficio di nunzio alla forsizia (forsythia viridissima): chiassosa e sfrontata, con il suo giallo polenta grida a tutti che il favonio è arrivato.