Salabelle e il catalogatore di parassiti

23 Aprile 2024

È uscito da poco, per Quodlibet, un romanzo inedito di Maurizio Salabelle, estroso e inclassificabile scrittore, morto prematuramente ventun anni fa. Il titolo del romanzo è Da quando sono nato, la stesura risale agli anni tra il 1994 e il 1995.

Il protagonista della vicenda narrata risponde al nome di Patrizio Rhuggi. Il cognome insolito non è l'unico nel corpo del testo. Troviamo tra gli altri, ad esempio, la signora Farmascioprskczscj, il miliardario Humbrol, il signor Firpesci e il signor Elminti e altri analoghi. Va da sé che l'onomastica bizzarra (che può ricordare a volte quella simile di Antonio Delfini) è il riflesso o la spia della bizzarria dell'insieme.

La storia di Patrizio Rhuggi è vista attraverso gli occhi dello zio, siglato dalle iniziali B.U. Poi svelate e rispondenti a Bindani Ugo. Questo enigmatico zio a volte designa il protagonista semplicemente come “mio nipote”, altre volte invece preferisce la forma più distaccata “Patrizio”.

La famiglia di Patrizio, che sarebbe anche agiata, conosce però ben presto irreparabili rovesci di fortuna, dovuti alla sconsideratezza del padre, il quale perde un importantissimo contratto ed è costretto a rifondere una somma enorme. Oltre a ciò, un debito irrisorio mai saldato, col passare degli anni e il crescere degli interessi, causa un'ulteriore voragine nel bilancio.

Il piccolo Patrizio sembrerebbe, almeno da giovane o giovanissimo, dotato di un incredibile occhio per le misurazioni esatte. Cerca di utilizzare questa sua capacità insolita per far soldi al fianco di un mago che si chiama Metro, ma il destino si oppone anche a questo disegno. L'occupazione che dovrà svolgere d'estate sarà invece quella di riempire di gas le bottiglie dei clienti della già citata signora Farmascioprskczscj, presso la quale è saltuariamente impiegato. Da studente che frequenta il liceo scientifico Giovanni (solo Giovanni senza ulteriori specificazioni), Patrizio non brilla, perde via via anche l'antica dote delle misurazioni esatte, e si diploma con un voto scandalosamente mediocre.

Già qui compare quella che forse è la sua caratteristica più saliente: una certa forma d'insuperabile “letargia”, che si può anche definire “stato di apatia pericolosissimo”.

Proprio durante questo periodo è però folgorato da una notizia che gli cambia la vita: s'imbatte nel caso di uno scienziato che ha scritto un voluminoso testo di 4.060 pagine, intitolato Le persone, frutto di 17 anni di lavoro, distribuito tra le 19 e le 21 ore al giorno, e il cui tema è uno studio inedito sui vari tipi di esseri umani esistenti al mondo. Nel tomo ci sono indicazioni dettagliate su cosa pensano i cittadini su argomenti come i depositi di banca, la religione, i funerali, le uova, i tavoli, il cosmo e gli stracci per spolverare. In appendice si trova un indice ragionato degli argomenti, varie tabelle, una quarantina di alberi genealogici e il nominativo esatto, età, professione e indirizzo delle 973.000 persone prese in esame.

Anche lui vuole comporre un trattato sulla falsariga di questo. Prende valanghe di appunti, su certi suoi taccuini che verga fittamente nel corso di quelle che chiama “passeggiate statistiche” per le vie del centro della sua città, città senza nome. I concittadini lo prendono per matto e ne fanno il loro zimbello. La madre è preoccupata. Lo invita a trovarsi un'occupazione seria, nel farlo gli dà del “Lei”.

Il lavoro Patrizio lo trova in effetti. Cataloga parassiti presso la Caserma Mutti. Quando, un bel mattino, ha un'idea, ossia che si potrebbero usare certi parassiti per neutralizzarne altri, e chiede al suo superiore (Firpesci) di poter approfondire mediante adeguati esperimenti questa sua intuizione, questi lo redarguisce, lo invita a limitarsi al suo lavoro di catalogatore di parassiti, e lui si licenzia dalla Caserma.

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Nel frattempo muore il padre, soffocato, per via di un evento che si verifica una volta ogni milione d'anni, una misteriosa mancanza di molecole d'aria nella stanza dove si trovava, nella fabbrica dove lavorava.

E anche questo enigmatico, funesto accadimento spinge Patrizio verso una nuova opera. Vuole studiare una maniera di prevedere gli avvenimenti. Tutto è calcolabile, pensa; tutto è prevedibile, dunque. L'opera viene approntata in un anno e mezzo di lavoro. Durante questo periodo Patrizio legge 2018 libri, fa 61.000 calcoli, disegna un migliaio di diagrammi e beve 931 mente. Il testo completato s'intitola Sussidiario delle previsioni. Per verificare la sua capacità di previsioni, ha bisogno di una cavia. Sarà un “negro” [sic] di nome Geff Regher, uomo molto grasso e graveolente, il quale si presta all'esperimento, dietro compenso di svariati buoni-minestra e altri benefit similari. L'esperimento fallisce miseramente. Il “negro” nel giorno prescelto per la verifica delle previsioni millimetriche di Patrizio viene investito da una macchina, fatto assolutamente non previsto e del tutto fuori quadro.

Il fallimento del Sussidiario delle previsioni porta però, anche grazie ai suggerimenti della fidanzata Antonetta, all'elaborazione di una nuova teoria, quella detta della “Molecola nel bicchiere”. La vita delle persone può essere paragonata a un bicchiere pieno di gas che contiene miliardi di molecole mobili. A volte basta aggiungere una molecola nuova, anche insignificante, per cambiare completamente questo gas e farlo diventare diverso da com'era in origine.

Patrizio quindi prepara una lista di “molecole” suscettibili di modificare l'esistenza delle persone. Esse si distinguono in oggetti, ad esempio abbonamenti per gli autobus della linea RR o assegni al portatore di centesimi 66 o un uovo crudo; e in azioni come, ad esempio, sputare in faccia a uno sconosciuto, simulare un attacco cardiaco durante una messa, ripetere per otto volte “mah” in un ufficio postale. Anche questa teoria richiede l'intervento di vari sperimentatori; gli esiti sono incerti, ma dopo un po' la faccenda viene all'orecchio dell'AIPILSP, ossia Agenzia Internazionale Per La Sicurezza Politica, il cui funzionario Evandro Atos incarica Patrizio di una delicata missione. Egli deve escogitare una “molecola” da inserire nella vita del pericoloso dittatore Anselmo Fucy, in modo da distruggerne per sempre la carriera politica.

La missione riesce. È l'inizio di una nuova, incredibile, folgorante carriera per Patrizio e Antonetta. Il loro studio di consulenza per la creazione di “molecole” capaci di cambiare corso alle vite di milioni di persone ha un enorme successo. Patrizio Rhuggi diventa una celebrità. Ma alla fine accadrà qualcosa che spezzerà l'incantesimo. Veda il lettore. Non voglio rovinargli la sorpresa.

Detto questo, cosa aggiungere?

Innanzitutto che alla lista degli autori solitamente chiamati in causa per definire la prosa di Salabelle, ossia Celati, Cavazzoni, Manganelli, Walser (Robert), Tozzi, si potrebbe sottolineare che l'esperimento con il “negro” ricorda molto da vicino i “tre negri” assistenti del Tempio etrusco di Rodolfo J. Wilcock. 

Ma c'è un altro autore che, oltre al Collodi del capitolo IX di Pinocchio richiamato nel risvolto, ci si affaccia irresistibilmente alla memoria in questa vicenda di numeri e calcoli. Questo autore (molto caro a Italo Calvino) è il settecentesco Gianmaria Ortes, l'uomo che voleva calcolare tutto: piaceri, dolori, vizi, virtù e verità. Infatti scrisse un Calcolo de' piaceri e de' dolori della vita umana e poi un Calcolo sopra il valore delle opinioni umane, senza dimenticare il Calcolo sopra le verità dell'istoria. Il motto con cui egli chiudeva i suoi scritti era immancabilmente questo: “Chi mi sa dir s'io fingo?”. Quasi che tutte le sue dimostrazioni matematiche non fossero che paradossi satirici e l'autore celasse, dietro la sua mania aritmetica, tutt'altra faccia, scettica e dubitosa. Esattamente come il Patrizio Rhuggi che, nonostante le sue complesse teorie matematiche, afferma (p.212) che “è da quando sono nato che mi sembra che tutto ciò che accade, accada senza nessuna precisa regola”.

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