Elleboro: follia di carnevale
Andar per fiori nel bosco d’inverno? Si può. Si può, nel cuore del gennaio fino al febbraio inoltrato, raccogliere mazzolini di ellebori per i vasi di casa, estensioni mentali della passeggiata, delle sue grazie umide e dei sentori muschiati: là ho raccolto quello soffuso di rosa, questo occhieggiava candido sotto le foglie del castagno cavo, quest’altro tutto coccole verdi mi aspettava dietro il masso venato di chiaro.
Sfidano neve e gelo, gli ellebori. Insinuano vigorosi i rizomi nel sottobosco ricco di humus, presidiando le prode ombreggiate e ben drenate. Tra le cupe foglie basali, palmate e dal margine dentato, purissime tremano le corolle dell’Helleborus niger: per lo più solitarie, aprono sugli scapi nudi, brevi e grassocci, i cinque tepali coronati di stami gialli e, in maturità, viranti al rosa. Più insolite quelle tutte acerbe, vitaminiche, dell’Helleborus viridis. Di un simile color acido, vegetale, ma più vistose sugli alti steli, dondolano in grappolo le sottanine orlate di porpora dell’Helleborus foetidus, che fetido non è, e meglio ricorda i ranuncoli della famiglia d’appartenenza.
Ma, lasciando il bosco, in vivaio troverete anche il rosso Helleborus orientalis e ibridi di varie fogge, semplici o doppi, con diverse divise, picchiettate o meno, dal bianco al nero fondente. In giardino allogateli ai piedi ben pacciamati dei grandi alberi di latifoglie, comunque sempre a mezz’ombra; e, se gradiranno l’angolo loro riservato, in pochi anni avrete cespi rigogliosi e fioriferi. Incrementerete così la pattuglia delle piante tossiche e misteriose.
Il mito dell’indovino Melampo, che per primo scoprì le virtù terapeutiche dell’elleboro nero e curò la pazzia delle figlie di Preto, fonda l’alone leggendario dell’erba venefica e al contempo salvifica cui dettero credito stimati filosofi. Crisippo e Carneade, a dar retta a Plinio e Petronio, lo usavano in pozione per rischiarar la mente. Ma i filosofi nostrani hanno lasciato cader in disuso tale pratica igienica.
Dalle mie parti chiamano l’Helleborus niger rosa di Natale, benché cominci a raddrizzare i capolini ben oltre l’Epifania. Semmai la sua festa dedicata è il carnevale: lo preannuncia, ne governa la follia legalizzata prima della lunga penitenziale Quaresima. Carneval è infatti il più opportuno nome popolare con cui è designato nella piccola patria di Pieve di Soligo. Certo, non poteva mancare nell’erbario di Andrea Zanzotto un poemetto dedicato al fiore che più della psicanalisi e di Lacan pare arginare le frane della mente, medicare manìe, squilibri, insanie, mattane e dissennatezze:
In ogni stanza, in ogni riposto
interstizio t’incontro, v’incontro, elleboro
mazzi dal nascosto e sotterraneo piede Elleboro
di medicata follia
multipli e dolci come le vostre carezze Elleboro nome
di foglie che riconducono di tante specie di piante
dalla stanza della casa legate in enigmatiche
a quella della valletta similarità di radici
più mitemente persa e bagnata in se stessa rizomi di veleni
e nel proprio invernale interstizio convergenti talvolta
nel proprio radicato indizio alle rosalità più fonde.
di bellezza o cupezza comunque delirio. (dai vocabolari)
Leggerissimo darsi, accarezzato
in sé, espanso in entusiasmo pacato
Oh, calma, calma, elleboro
sono le tue doppiezze e la tue corolle-carezze
umili come le guarite follie
in queste serie di stanze
surrettiziamente sbocciate e poi rimediate Elleboro
strisciando
Elleboro non è più il tuo nome
in certi vaghi errori delle stagioni
sei carneval che è distanza e capitombolo
nel mondo rovescio in cui tu t’insinui
per domestici poggi lungo parchi e pacati nomi
di camaleonte appena visibile, ma
presente piantina sorellina
per noi forse morta
nel voler guarire le nostre follie –
(da Elleboro: o che mai?, I Parte, in Conglomerati)
Orazio consigliava gli spostati di far vela a Anticira (naviget Anticyram, Satire, II, 3, 166), famosa per l’elleboro di miglior qualità da quando il suo re guarì Ercole purgandone l’esaltazione della bile cui gli antichi imputavan la pazzia.
Coltivate ellebori in aiuola o in vaso, avrete fiori d’inverno e rimedi naturali alla demenza: scioglieranno la vostra bile risparmiandovi navigazioni o parcelle dispendiose.