Sex Pistols / Malcolm McLaren. Nichilismo e fascinazione
“My man’s got a heart like a rock cast in the sea” recita una strofa della canzone St. Louis blues di Bessie Smith ripresa da Malcolm McLaren nel suo brano About Her, inserito nella colonna sonora del film Kill Bill: Volume 2 di Quentin Tarantino. La pellicola s’ispira ai B Movie: film dozzinali destinati a un vasto pubblico. McLaren è stato un sensibile interprete dei fenomeni espressivi delle cosiddette subculture, divenute oggetto di ricerca dei Cultural Studies, nati con lo scopo di analizzare i cambiamenti nella cultura dal secondo dopoguerra con una particolare attenzione per il proletariato inglese e i comportamenti dei giovani appartenenti alla working class.
McLaren contribuì alla nascita del punk britannico sviluppandone il look e l’ideologia. È noto come manager dei Sex Pistols, la più importante banda punk-rock britannica da lui creata raggruppando alcuni giovani che frequentavano la boutique in King’s Road, gestita insieme alla stilista Vivienne Westwood, dove si vendevano “vestiti sexy da bondage con tante catene” e le prime t-shirt strappate.
L’intervista di Bull Grundy ai Sex Pistols, trasmessa dalla Thames TV il primo dicembre 1976, provocò un grande scandalo. A una domanda dell’intervistatore che chiedeva cosa ne pensassero delle persone che preferiscono ascoltare Beethoven, Mozart e Bach, uno della band rispose: “That’s just their tough shit”. Anche la performance musicale da eseguire navigando sul Tamigi, organizzata il 10 giugno 1977 da McLaren per il giubileo d’argento della Regina Elisabetta II, provocò l’indignazione dei britannici benpensanti. Una volta giunti davanti al Palazzo di Westminster i Sex Pistols avrebbero dovuto suonare il singolo God Save the Queen (nel quale ricorrono versi come: “God save the queen / She ain't no human being / There is no future / In England's dreaming”), ma l’imbarcazione fu sequestrata dalla polizia e McLaren arrestato.
McLaren adottò la strategia dello “sfasciare tutto”, utilizzata dal movimento situazionista, applicandola alla promozione di gruppi musicali pop e rock e al loro sfruttamento commerciale. La grande truffa del Rock 'n' Roll (The Great Rock 'n' Roll Swindle) è un film-documentario del 1980, con il quale il regista Julien Temple ricostruisce la vicenda dei Sex Pistols dal punto di vista del loro manager. Nel film, indossando una maschera da bondage e intonando la voce come le streghe nel Macbeth di Orson Welles, McLaren dichiara di aver creato la band allo scopo di provocare il caos e arricchirsi con il denaro ricevuto dalle etichette discografiche, sottolineando così l’ambiguità della sua operazione.
Sono stati i Cultural Studies a individuare per primi l’ambiguità del fenomeno delle subculture, al tempo stesso sottoposte e derivate dalle narrative dominanti, che tendono a riassorbirle prendendone in prestito le forme esteriori (Dick Hebdige, Subculture. The Meaning of Style, Routledge, London - New York 1979. Traduzione italiana: Sottocultura. Il fascino di uno stile innaturale, Costa & Nolan, Genova 2008). La provocazione viene così trasformata in forma e stile, in un fenomeno espressivo che ha un rapporto stretto con il nichilismo del punk britannico e in special modo con il punk-rock dei Sex Pistols.
Fascinazione e nichilismo.
Gottfried Benn ha dedicato pagine straordinarie alla fascinazione e allo stile “superiore alla verità”. Nel testo Nietzsche cinquant’anni dopo, letto il 25 agosto 1950 alla Radio tedesca del Nord-Ovest, Benn ricorda che il pensatore tedesco inaugurò “L’uomo senza contenuto morale e filosofico che vive per i principi della forma e dell’espressione” scavalcando il nichilismo, un atteggiamento disperato e rinunciatario derivato dalla convinzione che l'esistenza non abbia alcuno scopo. È necessario che “tutta la furia del sentimento nichilistico, tutta la tragicità dell’esperienza nichilistica” sia trasferita nella forma, nello stile, scrive Benn nel testo Oltre il nichilismo pubblicato insieme al precedente in Lo smalto sul nulla (Adelphi, Milano 1992).
Attraverso la lettura dei testi di Benn, la trasformazione del punk britannico in un fenomeno di stile appare un evento più complesso del suo riassorbimento nelle narrazioni ufficiali, che ne prendono in prestito la forma esteriore. Sotto lo smalto non c’è nulla, non ci sono contenuti politici, morali o filosofici da cercare lì sotto: la superficie è tutto.
In una lettera del 29 dicembre 2008, McLaren scrive che i brani composti per i suoi film musicali SHALLOW 1-21 sono “meaningless, and meaningful”. Avevo visto (e ascoltato) SHALLOW 9 alla Royal Academy of Arts di Londra nel corso del progetto GSK Contemporary: una piattaforma multidisciplinare per sperimentare, discutere e monitorare tendenze delle arti visive contemporanee. Il progetto era articolato in due parti; la seconda: Collision Course, dal 16 dicembre 2008 al 19 gennaio 2009, comprendeva anche SHALLOW 9 proiettato al piano terra della galleria. Mi aveva molto colpito il suo effetto atmosferico, nonché l’impressione che il film, realizzato con la tecnica del cut-up, potesse essere stato scolpito anziché scritto, sceneggiato, girato e montato e perciò gli chiesi ragguagli sulla realizzazione dell’opera.
La sua risposta (in lingua originale):
“In reference to SHALLOW 9, the music like all the music in SHALLOW from 1-21, is made up of a series of cut-ups that have been appropriated from the archives of pop culture, then sculpted by yours truly to form new musical pieces. Sometimes, ending in completely new songs. Sometimes, simply creating new grooves and atmospheres whilst using additional new vocals in some instances. In SHALLOW 9, the music consists of a very early John Lee Hooker up tempo Blues riff and an ancient recording of tribal drums from Nigeria. There is also some additional percussion used to help push the wicked, sexy, chaos I was engaged in producing. This track then simply happened to become SHALLOW 9's soundtrack. The music was not made for the picture. No music was made for any picture in SHALLOW 1-21. Both music and pictures were made separately and then put together instinctively chosen in a matter of minutes. The picture in SHALLOW 9 has been deliberately cut up too, by avoiding any sexually graphic image. The smoking, kissing, heaving, sweaty atmosphere is all I wanted. The body language of both the man and woman, the movement of her head and swollen lips, plus the lascivious smile of the man and their mutual enjoyment of a cigarette is everything I can imagine that the rhythm of what was once "outlaw music" could be when I first listened to a Rock 'n' Roll record at puberty. The piece is deliberately non-narrative like all the others in SHALLOW 1-21. They are meaningless, and meaningful. They are shallow experiences, yet deep as life itself, like all pop culture”. (“Riguardo a SHALLOW 9, la musica come tutta la musica in SHALLOW 1-21, è costituita da una serie di ritagli che provengono dagli archivi della cultura pop, poi scolpiti da me medesimo in modo da formare dei nuovi brani musicali. A volte dando origine a canzoni completamente nuove. A volte semplicemente creando nuovi ritmi e atmosfere, usando in alcuni casi nuove voci. In SHALLOW 9 la musica è formata da uno dei primi riff Blues a ritmo sostenuto di John Lee Hooker e da una vecchia registrazione di tamburi tribali in Nigeria. Ci sono anche delle percussioni aggiuntive che aiutano a incalzare il caos sexy e peccaminoso che ero impegnato a produrre. Questa traccia è poi casualmente diventata la colonna sonora di SHALLOW 9. La musica non è stata fatta per le immagini. Nessuna musica è stata fatta per nessuno dei film in SHALLOW 1-21. Sia la musica che i film sono stati fatti separatamente, poi messi insieme d’istinto nel giro di pochi minuti. Il film SHALLOW 9 è stato anche deliberatamente tagliato per evitare qualunque immagine sessualmente esplicita. Il fumo, i baci, l’atmosfera sudata e in crescendo erano tutto ciò che volevo. Il linguaggio del corpo, sia dell’uomo che della donna, il movimento della testa e le labbra tumide, oltre al sorriso lascivo dell’uomo e al mutuo piacere di una sigaretta è tutto ciò che posso immaginare potesse essere il ritmo di ciò che era una volta la “musica outlaw”, le prime volte in cui ascoltavo un disco di Rock’n’ Roll durante la pubertà. Il brano è deliberatamente non-narrativo come tutti gli altri in SHALLOW 1-21. Sono privi di significato, e significativi. Sono esperienze superficiali, eppure profonde come la vita stessa, come tutta la cultura pop”. Traduzione Claudia Bianchi)
Quello che conta nell’arte non è la verità ma l’espressione. L’arte è “Gioco da prestigiatore, trucco da funambolo, nulla e, sopra, smalto?” si chiede Benn nel testo Invecchiare: problema per artisti scritto per la conferenza dell’8 marzo 1954 all’Accademia di Belle Arti di Monaco (p. 331). La prosa di Benn è a sua volta una meraviglia di stile: nuance, colori, timbri e un fiorire d’immagini: una scrittura che fosforeggia ”per il continuo germinare delle immagini, come anche per il taglio imprevedibile degli argomenti”, scrive Luciano Zagari, curatore dell’edizione Adelphi. In fin dei conti che cos’è la scrittura se non una corsa ad ostacoli a cavallo delle parole? Gli ostacoli sono le immagini che costringono le parole a spiccare il volo come il cavallo di Vronskij in Anna Karénina di Lev Tolstoj, il nichilista pacifico che ha incantato generazioni intere con la sua prosa : "Ho vissuto da nichilista nel significato autentico del termine, vale a dire non da socialista e rivoluzionario, [...] ma da nichilista nel senso di mancante di ogni fede", scrive nel suo saggio In cosa consiste la mia fede? (Lev Tolstoj, La mia fede, Mondadori, Milano 1988).
McLaren ha invece vissuto il nichilismo da rivoluzionario che “sfascia tutto”.