Speciale

Tavoli | Lara Favaretto

29 Luglio 2013

Il tavolo è pieno, ma per nulla caotico. Su di esso gli oggetti giacciono compostamente, come in un magazzino di museo, in un archivio, come fossimo al cospetto di una Wunderkammer piana.
La casualità appare quale strumento d’ispirazione creativa, sfruttata con cura, ma sempre tenuta a bada da una regola sotterranea. La varietà degli spunti è evidente: possiamo quasi immaginare l’artista ferma, in contemplazione di questa collezione, meditare sui possibili utilizzi di queste forme molteplici, qui esposte come calme reliquie.

 

Sul tavolo vediamo anche quello che non c’è, i coriandoli di New York, i rottami di Kassel, la terra di Venezia, memorie di un percorso artistico che non cede il passo al disordine, pur corteggiandolo. E, ancora più impalpabili, su questo tavolo si poggiano le ombre della Storia; gli oggetti, queste povere tracce minime, cantano vicende che il lavoro dell’artista lascerà trasparire solo in parte, forse.
Non esiste ancora un quadro d’insieme, per ora ascoltiamo molteplici, brevi dialoghi. Un lato del tavolo non guarda all’altro, i piccoli arnesi comunicano solo con i loro più immediati vicini. A collegare il tutto, a legare un complesso altrimenti informe, rimane la sola struttura, quella sì intenzione dell’artista, ma di per sé stessa priva di valore semantico.

 

Mi viene in mente un facile accostamento con Mondrian, ma allontano il pensiero, quando il mio sguardo corre a quella scritta arrugginita, un cartello in tedesco che il tempo ha logorato. Nulla d’importante nelle parole impresse, ma la loro posizione mi suggerisce qualcosa. Le poche lettere giacciono ferme nell’estremo bordo inferiore del tavolo, quasi perfettamente equidistanti dai limiti laterali dello stesso, come una didascalia, o, di più, come il titolo di un’opera inciso su una pesante cornice seicentesca. Questa lastra sottile e consunta definisce un complesso, gli dà un nome, e quindi un senso.

 

Finalmente, per un secondo almeno, in questo tavolo vedo una composizione, un quadro, una natura morta, e, in controluce, l’artista che l’ha realizzata, Lara Favaretto.

 

Tavoli torna lunedì 9 settembre.

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